Gomme invernali Michelin: winter test

Le abbiamo provate insieme alla rinnovata Mercedes Classe B

Test in alta quota delle rinnovate gomme invernali Michelin Alpine 5, insieme alle più sportive Pilot Alpine. Le abbiamo provate alla guida della nuova monovolume di Stoccarda, che presenta uno stile ringiovanito e più dinamico, insieme ad un comportamento stradale sorpendentemente piacevole per una vettura di questa tipologia.
Gomme invernali Michelin: winter test

In attesa che arrivi il freddo vero, che per adesso non si è ancora visto, pur essendo arrivati a ridosso del natale, è proprio questo il periodo dell’anno in cui gli automobilisti, almeno nel nord Italia, si adoperano per il cambio gomme, da estive ad invernali, troppo spesso considerato come un inutile balzello di legge, non considerando l’enorme contributo che un’invernale può dare in termini di sicurezza quando neve e ghiaccio sono una costante sulle nostre strade. D’altronde, prima ancora che di qualsiasi sistema di sicurezza, attiva o passiva che sia, sono proprio le quattro gomme ad essere in continuo contatto con la strada. Proprio un recente studio condotto in ben 12 anni dall’Università di Dresda ci permette di capire meglio quanto sia più rischiosa la guida in inverno: su un campione di 12.000 incidenti, per uno che se ne verifica su asfalto asciutto, se ne verificano due con asfalto bagnato, cinque sulla neve, e ben dieci per via della superficie ghiacciata. Spesso e volentieri si è portati a creare il binomio neve-gomma invernale, non considerando che il nemico numero uno rimane sempre il ghiaccio, ben più presente rispetto alla neve. Può nevicare per qualche giorno, ma durante l’inverno, con le temperature vicine allo zero, il ghiaccio è un’insidia che si può presentare in ogni momento.

QUESTIONE DI INVESTIMENTI E DI RICERCA
Proprio per questo, dato che in ballo c’è la sicurezza nostra e dei nostri cari che trasportiamo in macchina, sebbene la tentazione sia forte, non bisogna mai risparmiare al momento dell’acquisto degli pneumatici, puntando su prodotti scadenti di provenienza ignota. Risparmiare una decina di Euro potrebbe davvero costare caro. Conviene quindi affidarsi a costruttori leader mondiali. Proprio Michelin, alle sue gomme invernali, ha dedicato qualcosa come 620 milioni di Euro investiti in ricerca e sviluppo, effettuando più di 75.000 test ogni anno, che vedono coinvolti 6600 specialisti, che hanno sviluppato il prodotto dopo 1.8 miliardi di kilometri percorsi in un anno.

UNA GAMMA PER OGNI ESIGENZA
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Oltre ad un prodotto dal massimo contenuto tecnologico, Michelin può vantare un’ampissima gamma di pneumatici invernali, in grado di coprire ogni segmento di mercato. Particolare attenzione meritano le nuovissime Alpine 5, ennesima evoluzione di un prodotto che continua a migliorarsi. La nuova gomma, con disegno direzionale del battistrada, può vantare intagli tasselli e lamelle di maggiori dimensioni, studiati appositamente per garantire la massima aderenza su fondi scivolosi: si parla addirittura di un miglioramento degli spazi di frenata del 5% su bagnato e del 3% su ghiaccio rispetto alla vecchia Alpine 4. Le nuove Alpine 5, che sono pensate per le vetture medio piccole, sono disponibili in misure che vanno da 15 a 17 pollici. A completare la gamma, poi, per le auto sportive e d’alta gamma, ci sono le Pilot Alpine, disponibili con misure da 17” a 21”. Completano il cerchio le Latitude Alpine, appositamente studiate per suv e fuoristrada “vere”, disponibili con misure da 16” a 21”.

LA NUOVA CLASSE B
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Il test delle gomme invernali Michelin è stata anche l’occasione per poter testare la rinnovata Mercedes Classe B, che con il recente facelift ha guadagnato un bel musetto aggressivo, che la rende molto più dinamica ed accattivante. La Classe B, arrivata per la prima volta sul mercato nel 2004, ha avuto il merito di rendere meno “triste” la categoria delle monovolume: chi l’ha detto che l’auto spiccatamente per famiglia doveva essere soltanto funzionale, mettendo da parte stile ed anche un pizzico di sportività? E’ stato un successo, con la seconda generazione che ad oggi rappresenta uno dei pilastri della famiglia compatta di Mercedes, che insieme a Classe A, GLA e CLA sta facendo segnare numeri da record. La gamma della nuova Classe B si presenta molto ricca e completa. La parte del leone, ovviamente, spetta ai motori a gasolio, con l’entry level 160CDI da 90cv, la 180CDI che monta lo stesso 1.5 ma da 109cv, mentre la 200CDI e la 220CDI possono contare, rispettivamente, sul 2.1 da 136 o 177cv. Alle motorizzazioni a benzina, poi, si affiancano la sorprendente versione a metano da 156cv, e l’ancora più sorprendente versione elettrica, capace di sviluppare 180cv, di raggiungere i 100 km/h in appena 7.9 secondi, il tutto con un’autonomia di ben 200km. Ovviamente, manco a dirlo, dato che proprio quest’anno se ne festeggia il trentesimo compleanno, anche la Classe B è disponibile con la gloriosa trazione integrale 4MATIC.

LE NOSTRE IMPRESSIONI DI GUIDA
Per il viaggio d’andata, da Milano verso Courmayeur, abbiamo scelto una 200CDI 4MATIC Premium, ovvero quella con paraurti sportivi, con tanto di cerchi da 18” griffati AMG su gomme da 225/40. Dunque una taglia sportiva, calzata alla perfezione dalle Michelin Pilot Alpin. Non c’è che dire: trattandosi di una vettura per famiglie la Classe B, così allestita, fa davvero tanta scena. Ma alla fine, guidandola, capisci che non si tratta soltanto di scena. Innanzitutto gli interni, infinitamente più moderni ed aggressivi rispetto alle Mercedes del passato: intendiamoci, la cura del dettaglio è sempre quella, ma adesso, in pieno stile Classe A, le forme sono molto più giovanili, con il tablet del sistema di navigazione ben in vista, e lo sterzo compatto e bello sagomato come sulle vetture sportive. Una volta in autostrada della Classe B si apprezzano la silenziosità di marcia che fa sentire coccolati gli occupanti ed il cambio automatico doppia frizione a 7 rapporti, rapidissimo nelle scalate in modo da consentire sempre un’ottima ripresa. Finita l’autostrada, ed iniziata la strada di montagna con i tornanti, abbiamo trovato un gusto di guida quasi inaspettato per la monovolume di Stoccarda: gran parte del merito di ciò va indubbiamente allo sterzo, bello carico ed sorprendentemente pronto. Fondamentale, poi, il contributo della trazione integrale, che consente praticamente di azzerare il sottosterzo. L’assetto non troppo cedevole, insieme alla gommatura sportiva fanno il resto. In tutto ciò, con la neve che anche in alta quota latitava (mai vista Courmayeur a dicembre senza neve), abbiamo avuto modo di apprezzare l’ottimo comportamento, anche su asciutto, delle Pilot Alpin. Se in autostrada il rumore di rotolamento era del tutto paragonabile a quello di una normale estiva, nella guida impegnata, anche tra i tornanti con tanto angolo di sterzo, la gomma non sembrava per nulla “burrosa”, non facendo perciò perdere neanche un grammo in termini di precisione e piacere di guida. L’indomani, altro giro altra corsa, per il viaggio di ritorno scegliamo questa volta una 180CDI con la sola trazione anteriore, cerchi da 17” e gomme Michelin Alpine 5. Così allestita, la Classe B, diventa più comodosa e morbidona, senza però perdere particolarmente in termini di dinamismo: fin quando non si spinge le differenze risultano evidenti solo ai palati fini. Ottimo, infine, il comfort e la sicurezza di marcia: questa mattina, complice il freddo della notte, siamo saliti “in quota” fino a trovare un po’ di neve. Anche con asfalto umido e neve a bordo strada, ci siamo concessi il lusso di guidare come se nulla fosse, consapevoli di avere “le calze” giuste a premurarsi della nostra sicurezza. Comunque, in entrambi i casi, il complimento più grande che possiamo fare alle coperture invernali Michelin è quello che, se non ci avessero detto che le vetture erano dotate di gomme termiche, con tutta probabilità, non ce ne saremmo accorti.

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