Incidenti stradali: un rapporto dell’Oms segnala 1,35 milioni di morti nel mondo

La prima causa per individui compresi tra i 5 e i 29 anni

Un documento diffuso dal'Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea diversi aspetti. Tra i soggetti più a rischio i motociclisti
Incidenti stradali: un rapporto dell’Oms segnala 1,35 milioni di morti nel mondo

Il dato è rilevante: 1,35 milioni. Questo è il numero annuale di morti nel mondo per incidente stradale, segnalato nel rapporto diffuso in giornata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Da quanto messo in evidenza, risulta anche la prima causa di decesso nella fascia d’età compresa tra i 5 e i 29 anni.

L’Italia tra le nazioni con meno morti sulle strade

Tale valore appare come un “prezzo inaccettabile”, riprendendo quanto detto nell’occasione dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Osservando in particolare il caso italiano, all’interno del rapporto il Paese è presente tra quelle realtà con meno decessi per incidente. Si parla di un tasso del 5,5 ogni 100.000 abitanti, similare a quello francese. In rilievo anche le politiche positive sul tema ma, se ci si sofferma su alcuni aspetti del quadro complessivo, traspare anche una percentuale piuttosto bassa legata agli accorgimenti opportuni per tutelare la sicurezza dei più piccoli, un dato del 38%, così come pare ancora poco diffusa in modo capillare l’abitudine di allacciare le cinture di sicurezza, utilizzate nel 62% dei casi davanti. Mentre si arriva solamente al 15%, considerando i passeggeri presenti in seconda fila.

Tra i più colpiti chi viaggia in moto

All’interno del documento proposto dall’Oms si evidenzia particolarmente il tasso di incidenza in quesi Stati o in quelle aree del mondo dove il reddito è particolarmente basso. Un valore che risulta tre volte più elevato. Facendo un confronto tra paesi europei e realtà africane, nelle comunità del Vecchio Continente si parla di un tasso di 9,9 ogni 100.000 persone, mentre in Africa aumenta a 26,6 raffrontato in proporzione.
Sempre prendendo in considerazione quanto segnalato, soffermandoci in Europa oppure spaziando verso tutta l’area continentale americana e il Pacifico Occidentale, i valori risultano comunque in discesa. Quindi, dividendo i casi per tipologia secondo il rapporto introdotto nell’occasione, il 26% dei morti riscontrati sono pedoni o persone in sella a una bicicletta. Invece una percentuale leggermente più alta di decessi, pari al 28%, circola abitualmente su ciclomotori o motocicli, sia guidando il mezzo, sia figurando come semplice passeggero.

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