Intervista a Paolo Garella, CEO di Manifattura Automobili Torino [VIDEO]

Dagli esordi alla New Stratos, passando per l'esperienza in Pininfarina, l'Ingegnere racconta la sua grande passione.

Dopo la prova della fantastica New Stratos (qui il LINK), tributo all’iconica Lancia degli anni ’70, abbiamo intervistato l’Ingegner Paolo Garella, “padre” del progetto e CEO di Manifattura Automobili Torino. Dal colpo di fulmine con la Ferrari Pinin nel 1980 alla fondazione di MAT nel 2014, passando per l’esperienza in Automobili Pininfarina, l’Ingegnere si racconta manifestando la sua pura passione per il mondo dell’auto, ma soprattutto per le one-off, le cosiddette “fuoriserie”.

Galeotta fu la Ferrari Pinin

Eccoci in Manifattura Automobili Torino (MAT). Siamo con l’Ingegner Paolo Garella, il fondatore di quest’azienda incredibile, dove passione ed eccellenza tecnica si fondono per dar vita a vetture esclusive.

Ingegner Garella, come è iniziata la sua passione per il design dell’auto?

«Le radici della mia passione per l’auto sono profonde. Sono nato in Piemonte e da sempre, da quando ero piccolo, sono sempre stato attratto dalle “fuoriserie”.

Paolo Garella Ferrari Pinin

Ci sono stati alcuni momenti nella mia vita…Uno molto importante in cui, al salone dell’Automobile di Torino del 1980, ho visto per la prima volta la Ferrari Pinin. In quel momento ho detto “Voglio fare questo tipo di macchine!”. Questa indicazione è stato per me un “faro” in tutta la mia carriera. Quindi, sono diventato ingegnere e ho poi cercato di costruire una carriera che mi portasse a fare questo tipo di prodotti e…Ci sono riuscito.»

Il progetto New Stratos

Parliamo della Nuova Stratos: sappiamo della sua esperienza pluriennale in Pininfarina. Come è nato il progetto New Stratos e come si è evoluto?

«La New Stratos è stato un progetto molto interessante che ha marcato la mia carriera e anche la mia vita. È stato l’ultimo progetto che io ho fatto come responsabile dei progetti speciali Pinifarina per questo cliente tedesco, Michael Stoschek, che poi è diventato anche un mio amico. Un grande capitano d’impresa tedesco con delle idee molto, molto particolari, che ha scelto Pininfarina a quel tempo (parlo del 2008-2009), dopo aver visitato praticamente tutte le aziende europee che potevano fare una one-off e alla fine ha detto “Voi siete gli unici di cui mi posso fidare”. Da lì è iniziata una un’esperienza, un viaggio incredibile di più di due anni. Pensate che lo sviluppo stilistico della macchina è durato quasi due anni. Sono stati fatti tre modelli di stile diversi…È stato veramente un progetto incredibile e alla fine, quando abbiamo fatto questa vettura, quando l’abbiamo costruita e l’abbiamo messa su strada io mi sono detto “Ma è veramente un peccato che di queste qui non se ne faccia qualcuna in più!”.

MAT New Stratos

Quindi, quando poi nel 2014 io ho fondato MAT, dopo un paio d’anni sono tornato da Michael e gli ho chiesto “Cosa ne dici di farne una piccola serie?” A lui l’idea è piaciuta, quindi mi ha concesso di farne 25 e così abbiamo ripreso il progetto. L’abbiamo leggermente modernizzato, molto poco, ma insomma, negli anni qualche tecnologia era cambiata. Quindi abbiamo fatto un primo prototipo e poi, dopo, siamo partiti con questa avventura.»

“L’è matt…!”

Manifattura Automobili Torino, “MAT”: un acronimo che mi sembra abbia un significato ben preciso…

«Sì, MAT (Manifattura Automobili Torino) deriva dal fatto che mia suocera, quando io le raccontavo delle mie macchine, mi diceva sempre “L’è matt! (“è matto”” in dialetto trentino ndr). Era trentina, come mia moglie. Quindi, quando a 50 anni suonati ho deciso di diventare imprenditore dopo una vita da manager… Insomma, un certo pizzico di follia ci vuole, specialmente oggi come oggi in Italia. Quindi, insomma, mi è piaciuto “battezzare” così l’azienda.»

MAT VS i grandi colossi dell’automotive

Rispetto ai grandi colossi dell’automotive tedeschi, cinesi…Come lavorate, com’è il confronto? Considerando che la vostra è una realtà abbastanza piccola.

«Siamo una realtà relativamente piccola, abbiamo una cinquantina di dipendenti. Quello che cerchiamo di portare avanti su cui anche è basata concettualmente l’azienda è di avere un mix di persone giovani e persone di esperienza. Ma senz’altro qui abbiamo tutte persone assolutamente appassionate delle automobili. Quindi è un ambiente di lavoro molto bello, molto motivante, molto sfidante, perché siamo pochi e le nostre risorse non sono mai grandi come quelle di un grande costruttore…Però riusciamo a fare dei progetti come la Aspark Owl (hypercar elettrica da 2.000 CV e 2,9 milioni di euro, ndr), sfidanti e in tempi e con budget molto, molto ridotti.

Aspark Owl

Diciamo che da questa azienda non è mai uscito qualcuno che non abbia imparato qualcosa. Io stesso ogni giorno, ogni sera, quando torno a casa, ho imparato a chiedermi a chiedermi “Ma oggi cos’hai imparato?“. Questa mi piacerebbe fosse una delle domande che tutti i miei ingegneri si facessero quando tornano a casa la sera dopo il lavoro»

Manifattura Automobili Torino e MASK Architects

Voi siete un’eccellenza italiana. Tra i vostri progetti futuri c’è anche una collaborazione con uno studio di architettura e design italiano, MASK Architects. Cosa può dirci?

«Allora, con i designer Danilo Petta e Oznur Pinar Cer di MASK Architects è stato una sorta di amore a prima vista. Diciamo che questo interesse condiviso di unire eccellenze italiane e proporre dei progetti, dei prodotti interdisciplinari è una cosa che a me ha interessato molto. Io credo che il futuro, il nostro futuro, il futuro dell’Italia in generale sia in questo tipo di eccellenze

MASK Architects

Alcuni dei prodotti e dei progetti che ha realizzato l’architetto Petta sono incredibili e, per certi versi, certe forme che lui interpreta sono molto simili a dei concetti che vengono utilizzati oggi nel mondo dell’automobile grazie alle nuove tecnologie, tipo l’additive manufacturing. Quindi unire queste due cose mi è piaciuto, mi ha interessato. In più, secondo me possiamo, insieme, offrire qualcosa a un’elite di clienti che vogliono creare attorno a sé un lifestyle un po’ particolare, in cui i prodotti sono integrati in un gusto comune. Mi è piaciuta molto questa idea e spero che troveremo qualche cliente in giro per il mondo che che voglia raccogliere questa sfida!»

Un’ultima domanda: Cosa bolle in pentola in MAT? Può darci qualche anticipazione o è tutto “top secret”?

«Stiamo lavorando su un nostro prodotto, su un nostro progetto, su una vettura estremamente innovativa (si tratterà di un hyperSUV, ndr). Siamo in una fase di fund raising per, appunto, riuscire a lanciare questo prodotto. Da un altro punto di vista io voglio che l’azienda cresca su due linee di business: sul B2B, verso case automobilistiche, o persone, o aziende che vogliono costruire loro vettura e da un altro punto di vista, invece, una linea di B2C dove costruire vetture per le persone, per clienti singoli. Questa è la nostra linea strategica e stiamo lavorando su tutte e due e direi, ad oggi, nonostante più di un anno di COVID, diciamo che sono soddisfatto di essere ancora qui a raccontarvelo e a poter guardare con ottimismo al futuro!»

E noi siamo onorati di poter ascoltare tutta la sua esperienza. Grazie mille, Ingegner Garella

«Grazie a voi, siete sempre benvenuti».

 

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