Opel Mokka ci guida alla scoperta del segreto di San Daniele del Friuli [FOTO]
Il SUV ci fa scoprire come nasce il popolare prosciutto DOP
Opel Mokka, l’esuberante SUV del Fulmine che combina design accattivante, innovazione tecnologica e motorizzazioni ad alta efficienza, col top rappresentato dalla versione elettrica Mokka-e, ci porta alla scoperta dei segreti di San Daniele del Friuli, paesino della provincia di Udine, nonché patria del popolare prosciutto DOP, assoluta eccellenza della tradizione gastronomica italiana.
Tra le strade che circondano San Daniele del Friuli Opel Mokka, mettendo a disposizione le sue versatilità qualità per godersi il piacere di guida, diventa anche il compagno ideale per andare alla scoperta dei segreti del prosciutto così tanto apprezzato in tutto il mondo. La qualità del prosciutto San Daniele parte sin dalla materia prima, con cosce che provengono esclusivamente da maiali nati e allevati in dieci regioni del centro-nord Italia.
Accurate tecniche di lavorazione per il prosciutto DOP
Altrettanto importante è la lavorazione, che deriva da un’antica tradizione che rimanda alle popolazioni celtiche che nelle lande friulane erano originariamente dedite all’allevamento di suini. Sottolineando come sia vietata qualsiasi forma di congelamento delle carni, le cosce fresche raggiungo rapidamente San Daniele dove vengono lavorate con l’utilizzo di sale marino, senza l’aggiunta di additivi chimici o conservanti.
Le successive fasi prevedono un tempo minimo di 400 giorni, con la salature che precede la pressatura, per dare alla carne una consistenza ottimale per la successiva stagionature. A questo punto le cosce salate vengono messe a riposare in saloni dedicati, dopo di che vengono lavate con acqua tiepida dando inizio al processo di maturazione. Sulla parte non coperta dalla cotenna è applicata una pasta costituita da grasso suino e farina di riso o di frumento, al fine di proteggere e al tempo stesso ammorbidire quella porzione di carne, evitando dunque che la carne sottostante si asciughi. Solo al compimento del tredicesimo mese avvengono gli ultimi accertamenti sul prodotto, da parte dell’istituto di controllo.
Sono 31 le aziende certificate di San Daniele e che annualmente producono circa 1,7 milioni di cosce, con il maggior consumo registrato a livello nazionale, ma anche importanti quote legate all’export. Nel 2021 il 26% è andato in Francia, il 18% negli Stati Uniti, il 13% in Germania e l’11% in Australia.
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