Porsche Cayman GT4: inno al piacere di guida [PROVA IN PISTA]

Affilata, vera, senza filtri, una delle migliori sportive di sempre

Si blaterava, spesso, che la Cayman avesse del potenziale inespresso per non infastidire la 911. Bene, la GT4 è tutto quello che avreste sempre voluto da una Cayman. Anzi, più di quanto si potesse desiderare.

Nelle chiacchierate al bar, come anche nelle diatribe più metafisiche tra impallinati di auto, il ritornello, alla fine, era sempre quello: “la Cayman, per quanto straordinaria, con quel telaio che si ritrova, ha del margine inespresso”. Margine che fin oggi era rimasto, volutamente, inespresso, per non commettere lesa maestà. Un fratricidio nei confronti della 911, che sarebbe stato difficilmente tollerabile. Il tutto diventa più digeribile se a diventare un’arma micidiale, per la pista come anche per la strada, è una Cayman che, ad una “S”, sostituisce le due magiche letterine “GT”, che contraddistinguono le Porsche con la vocazione più pistaiola. GT3 e GT2, ovviamente, nel caso della 911, GT4 per la nuova “piccola” belva.

Il giallo mette subito le cose in chiaro
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Secondo il regolamento FIA la sigla “GT4” identifica una categoria di vetture da competizione. Ed effettivamente, la Cayman GT4 più che un’auto “track-day ready” la si può definire una vettura praticamente “competition ready”. Il confine tra auto da corsa ed auto da strada non è mai stato così labile come nel caso di questa Cayman. Già guardandola, da metri di distanza, ne puoi intuire l’animo cattivo. Quell’ala posteriore, enorme, sembra non chiedere altro che un rettilineo dove far sentire la sua deportanza. Le prese d’aria, ben più grandi rispetto alle Cayman tradizionali, lasciano intendere che c’è necessità di raffreddare qualcosa di molto “spinto”. Ma non solo. E’ vero, quelle prese d’aria così grandi ed il paraurti ridisegnato rendono il frontale incredibilmente aggressivo, ma, oltre a garantire una maggiore portata d’aria ai radiatori, servono anche per l’aerodinamica. Le feritoie lungo la fiancata sono un altro segno rivelatore: più gradi e pronunciate del solito, anche queste hanno lo scopo di portare aria fresca al propulsore. E poi l’assetto ed i cerchi, un connubio che completa un quadro che ti ha già lasciato senza fiato da un pezzo. Il primo è ribassato di 3 centimetri, mentre i secondi sono splendidi, da 20”, color platino, straripanti dai passaruota che sembrano fare quasi fatica a contenerli.

Nell’abitacolo si respira aria da competizione
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Come l’estetica, anche l’abitacolo non è da meno. La sensazione, anche in questo caso, è proprio quella di trovarsi al cospetto di una vera e propria vettura da competizione. Già prima di salire intravedi il rollbar far capolino dietro ai sedili, che dal canto loro sono semplicemente meravigliosi. A guscio, in pelle ed alcantara, ti avvolgono come un guanto tanto da farti sentire pronto a prendere il via della prossima gara di Porsche Supercup. Ma il trionfo dell’alcantara continua anche sulla plancia e sul volante, piccolo e sportivo come pochi, una goduria da impugnare tra le dita. E poi lo splendido pomello del cambio manuale, lì, sul tunnel centrale, ad infliggere il colpo di grazia ad un cuore già perdutamente innamorato di questo oggetto giallo. Così splendido che diventi come quei moscerini che, attratti proprio dal giallo, finiscono per attaccarcisi senza più volersene staccare.

Sorprese sottopelle


Per essere così speciale la Cayman GT4, oltre alle caratteristiche visibili, ad occhio, dall’esterno, ne vanta altre, altrettanto rilevanti, sottopelle. La principale non può che essere il motore. Il 3.8 da 385 cv è uno strettissimo partente del 3.8 aspirato che, fino a qualche mese fa, ritrovavamo sotto al cofano della 911 (991) Carrera S, nel frattempo convertitasi al turbo. Un motore apparentemente in via d’estinzione, ma che sotto al cofano della GT4 diventa “la morte sua”. Questa volta, ovviamente, non è montato a sbalzo, oltre l’asse posteriore, ma in posizione centrale, sinonimo di una perfettissima ripartizione dei pesi. Regime di rotazione massimo, quasi 7500 giri/min. Valore di coppia massima erogato a partire da 4750 giri/min: qui il bello è in alto – e vien quasi la depressione a pensare ai moderni motori “sportivi” che danno tutto già a 2000 giri/min, per poi arrivare con il fiato corto oltre i 5000 giri/min. Con la Cayman GT4, invece, la vera goduria arriva proprio tirando le marce fino al limitatore, in un crescendo di emozioni che, a differenza dei giri motore, non trovano limite alcuno. C’è poi l’assetto, di cui abbiamo già in parte parlato. Ciò che non abbiamo detto – forse la cosa più importante – è che l’intero schema e l’intera geometria delle sospensioni anteriori è presa direttamente da una “certa vettura” di nome GT3. Scusate se è poco…Completano il menù i supporti motore attivi ed il differenziale autobloccante Porsche Torque Vectoring. In opzione, come dessert, gli infaticabili freni carboceramici. Il conto è presto fatto: 7:40 per girare al “Ring”. Un tempo, manco a dirlo, da sportiva con i contro..fiocchi. Qualora vi venga in mente di comprarla sappiate che il nuovo è già sold-out, e le prime inserzioni di auto in vendta già immatricolate viaggiano sulla soglia dei 120.000€, a fronte di un listino di circa 89.000€. Insomma, la GT4 è anche un Signor investimento…

Il vero piacere di guida, senza filtri. Scatenata al Tazio Nuvolari
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Come avrete già avuto modo di capire, la Cayman GT4 va come una fucilata. I 4,4 secondi per raggiungere i 100km/h ed i 295 km/h di velocità di punta sono lì a dimostrarlo. Ma ciò che davvero ti rapisce di questa Cayman GT4, più che le prestazioni – seppur straordinarie – sono le sensazioni. Sensazioni di guida pure, a tratti dure, quasi selvagge, che ti riconciliano con il concetto di bella guida, in un mondo fatto di supercar sempre più scialbe ed insignificanti una volta seduti dietro ad un volante. Qui no. Qui ti ritrovi un bel cambio manuale che anche il più fervido sostenitore del PDK non potrà non amare. Per quanto quest’ultimo sia straordinariamente veloce e versatile, il piacere che regala ogni cambiata del manuale della GT4 è un emozione ormai rara che, una volta riscoperta, non la si dimentica più. E pazienza se la frizione è molto corposa, e nel traffico si fa sentire non poco. Lo sterzo lo si potrebbe descrivere con una semplice parola: “perfetto”. Pronto sin dai primissimi angoli, incredibilmente comunicativo. Sembrano tutte parole scontante, ma è veramente difficile pensare che si possa fare e chiedere di meglio. Una volta in pista, perché è lì che la si può mettere davvero alla prova, la Cayman GT4 mostra di essere un’arma affilatissima. Lei è davvero perfetta, e ti consente di fare ciò che più ti piace. La guidi “pulita”, è lei, così perfettamente bilanciata, diventa più chirurgica di un primario di chirurgia. Perfettamente neutra, prontissima a portarti verso il punto di corda in ingresso, altrettanto rapida a proiettarti verso la prossima curva, sfruttando la tantissima trazione in uscita. Ti va di giocare? Ecco che, improvvisamente, quella meraviglia di telaio si presta anche ad una guida sporca ed ignorante. Trasferimenti di carico, sovrasterzi a ruote fumanti, sono proprio lì, alla portata di sterzo e pedale (manico permettendo). Perché alla fine, pur sempre di una sportiva di razza si tratta, e quindi con il fuoco ci si può giocare, ma occhio a non bruciarsi. Il motore, poi, ti accompagna giro dopo giro senza mai finire di entusiasmarti. Corposo e regolare in basso, superati i 4000 giri si trasforma praticamente in un motore da competizione. L’allungo e la progressione verso la zona rossa sembrano proprio quelli di un motore da corsa, che salendo da una marcia all’altra non perde neanche 500 giri/min. E poi il sound dello scarico sportivo, che diventa ancora più cattivo premendo il tasto che da libero sfogo alle valvole. Una goduria di quelle ormai rare. Con il dilagare dei motori turbo, la voce del 6 cilindri boxer aspirato andrebbe registrata e conservata, per farla sentire un domani ai vostri figli, quando le auto faranno soltanto un tristissimo sibilo elettrico. Alla fine, da amante sfegatato della 911, con una fitta al cuore, mi trovo a scrivere che – in pista – la migliore Porsche che ho mai guidato, ad oggi, non è una 911. Nel mio cv, però, mancano le GT3…sperando, un giorno, di poterne provare una, per il momento il dado (giallo) è tratto.

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