Porsche si quota in Borsa: valutazione fissata in 75 miliardi di euro

Via libera al debutto della Casa di Stoccarda sui mercati finanziari

Porsche si quota in Borsa: valutazione fissata in 75 miliardi di euro

Via libera alla quotazione in Borsa della Porsche. Il Gruppo Volkswagen, attraverso i consigli di gestione e di sorveglianza, insieme alle diverse banche coinvolte nell’operazione di collocamento, ha fissato i termini per il debutto in Borsa con una valutazione finale di Porsche di 75 miliardi di euro.

Il prezzo definitivo per azione col quale la Casa di Zuffenhaus debutta sulla piazza finanziaria di Francoforte è stato fissato in 82,5 euro, il massimo del range indicativo (76,5 euro il prezzo minimo indicato) che qualche giorno fa era stata avanzato per l’offerta del 25% delle azioni privilegiate di Porsche. L’esordio sui mercato finanziari di Porsche che avviene oggi fissa dunque una valutazione complessiva inferiore rispetto a quella paventata nei mesi scorsi, quando si parlava di cifre attorno agli 85-90 miliardi.

Operazione che prevede tre fasi, per un incasso di quasi 20 miliardi

Fondi sovrani del Qatar, della Norvegia e degli Emirati Arabi Uniti sono tra gli investitori istituzionali che complessivamente hanno prenotato azioni per 3,85 miliardi di euro, quasi la metà dei circa 9,4 miliardi a cui ammonta l’incasso complessivo che finirà nelle casse di Porsche.

Tuttavia i proventi saliranno successivamente, quando il costruttore avvierà la seconda fase dell’operazione di valorizzazione. Questa verrà concretizzata dall’accordo che il gruppo Volkswagen ha finalizzato con la Porsche Automobil Holding, società d’investimento delle famiglie Piech e Porsche, per la cessione del 25% più un’azione del capitale ordinario della Casa di Zuffenhaus. Tale accordo ha fissato il prezzo pari al valore di collocamento, incrementato del 7,5%. Di conseguenza, il costruttore di Wolfsburg incasserà altri 10,1 miliardi di euro che porteranno a 19,5 miliardi di euro la raccolta totale. Da questi poi bisognerà detrarre le spese relative alla quotazione e al pagamento delle commissioni alle banche che gestiscono il collocamento.

L’operazione prevede poi anche una terza fase che ridurrà i proventi quasi della metà. Di fatto verrà distribuito a tutti gli azionisti un dividendo straordinario di importo pari al 49% dell’incasso totale. Sulla maxi-cedola, dal valore di oltre 9,5 miliardi, verrà espresso il voto assemblare in un consiglia che si terrà a dicembre 2022.

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