Suzuki Ignis 1.2 iTop, regina di città [VIDEO TEST DRIVE]

Linea e motori frizzanti, ricca dotazione di serie

Suzuki Ignis - Il primo crossover ultracompatto del marchio nipponico si svela lungo le nostre strade, asfaltate e non, con 5 stelle EuroNCAP e 90 vivaci cavalli sotto al cofano.

Se un SUV è troppo grosso per girare in città ed a malapena ci entra nel garage, passare ai crossover è un’ottima scelta. Calano gli ingombri ma non per questo gli spazi interni, che risultano perfetti per una giovane famiglia. Ma si può scendere ancora di categoria? Da oggi sì, grazie alla nuova Suzuki Ignis, il primo crossover ultracompatto presente sul mercato che abbina le dimensioni da citycar ad un aspetto rialzato da terra di ben 18 centimetri. Noi l’abbiamo testata nell’allestimento iTop, quello intermedio nonché ideale per l’ambiente cittadino.

Design e Interni: [xrr rating=4/5]

Una linea simpatica e sportiva che non teme di mostrare i muscoli

In appena 370 centimetri di lunghezza la Ignis risulta un concentrato di diversi stili, con qualche richiamo dai modelli del passato. Frontalmente spiccano i due grandi fari full-LED con cornice LED ad “U”, racchiusi da una cornice cromata che percorre tutta la fascia superiore, la quale si presenta con un tema a nido d’ape color nero. Lo stesso colore viene ripreso per circondare gli abbaglianti mentre al centro si nota un netto stacco con il metallo che si incurva man mano che si sale verso il parabrezza. Il gruppo ottico dona un aspetto grintoso, che viene confermato dalle simil-prese d’aria laterali sul cofano, un richiamo alla Vitara. Continuando lateralmente, gli specchietti retrovisori integrano le luci di svolta e sono dello stesso colore della carrozzeria (Rosso Marrakech). I vetri posteriori sono stati ridotti nella parte terminale e salgono a formare una freccia, slanciando la pur breve carrozzeria – che comunque vanta un passo di ben 2,44 metri. Un triplo graffio è presente poco prima che cominci la coda ed aumenta l’impronta sportivo/offroad della piccola Ignis, cui si aggiungono i cerchi in lega da 16”, i vetri posteriori oscurati ed a richiesta le barre sul tetto (142 euro). Il tetto di colore nero che sembra fluttuare è ripreso dalla Swift, anche in questo caso un piacevole richiamo. La linea posteriore è quella che lascia forse più perplessi e pare non lasciare dubbi: o piace o non convince affatto. A nostro giudizio ha un aspetto simpatico che ben si integra con la controparte frontale. Il lunotto scende bruscamente di 45 gradi ma a contrapporsi c’è la sua forma dagli spigoli molto smussati. Questa tematica dell’addolcimento è ripresa anche nei fari posteriori, che partendo quasi lateralmente hanno le parti interne, che puntano verso la targa, molto rotonde. Senza dubbio capace di dare personalità alla vettura nonché utile il fascione paracolpi in plastica nera. Si notano i parafanghi (1,66 metri la larghezza totale) che fuoriescono dal disegno della carrozzeria e l’altezza da terra di 18 cm (1,60 m in totale).

Dotazione completa, ma troppe plastiche dure

Gli interni sono resi molto luminosi dall’ampio parabrezza che offre in ogni caso un’ottima visibilità. Appena saliti a bordo balza all’occhio una certa pulizia e semplicità della strumentazione, cosa che non può che mettere a proprio agio. Il quadro strumenti è piccolo ma ha davvero tutto: al centro la lancetta che segnala la velocità, a sinistra una più piccola per i giri-motore ed a destra un piccolo display che riporta diverse informazioni (stato serbatoio, temperatura esterna, cambio di marcia ecc.). Molto simpatico e cromaticamente piacevole il colore azzurro che si ritrova nel cerchio centrale e nella parte superiore. Nella parte centrale della plancia ritroviamo l’ormai affidabilissimo e da noi ben testato infotainment con schermo touch a “quattro zone”, di semplice uso e che permette di integrare anche il proprio smartphone Android ed Apple. Ciò è possibile sia grazie all’utilizzo del Bluetooth sia con le apposite prese AUX e USB. La gestione delle chiamate è poi resa semplice da pratici comandi sul volante. Un elemento che ci ha lasciato davvero stupiti in positivo è il sistema di climatizzazione automatica: di forma cilindrica fa largo uso di bilancieri per gestire ogni impostazione. Speriamo di ritrovare questa soluzione anche su altre vetture del marchio prossimamente. Scendendo ulteriormente c’è spazio a sufficienza per riporre oggetti e bottigliette d’acqua: davanti i portaoggetti sono diversi ed abbastanza capienti (ad eccezione del cassetto sul lato passeggero). I sedili sono ben imbottiti anche sui fianchi ed offrono un ottimo smorzamento dei colpi, lo svantaggio è che sono solo quattro. Il posto centrale della seconda fila infatti non è sfruttabile, anche se c’è da dire che la soluzione adottata da Suzuki di far scorrere su binari separati le due parti permette di ingrandire o rimpicciolire il vano bagagli (260/514 litri). Più che buona la qualità degli assemblaggi, anche nei brevi tratti in fuoristrada non abbiamo percepito strani scricchiolii. C’è però da dire che nonostante l’ampio uso di colorazioni differenti le plastiche dure sono ancora troppe e meriterebbero di essere sostituite da controparti morbide o pannelli in tessuto (le portiere risultano molto scarne). Da notare infine come tutti e quattro i finestrini siano ad azionamento elettrico, cosa non scontata per il segmento di cui la Ignis fa parte.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4/5]

Ama la città ma non disdegna i fuoristrada

La Ignis è costruita a misura di città e nell’ambiente si sa muovere con grande agilità ed eleganza. Per questo l’abbiamo definita la “Regina di città”, unita al suo fare altezzoso da crossover. Il gruppo sospensioni (MacPherson all’anteriore, barra torsionale al posteriore) assorbe piuttosto bene buche e dossi, inoltre grazie alle ruote da 175/60 il comfort aumenta notevolmente. Per fare un paragone con le due ruote, cerchi alti e snelli sono preferibili dove il percorso è più sconnesso (pavé, rotaie ecc.), per cui la mini-crossover sa il fatto suo. Il volante risulta morbido e preciso così come i pedali, con la frizione che non presenta una corsa eccessivamente lunga – come invece spesso accade a molte concorrenti. In fase di parcheggio ci si può avvalere della retrocamera, molto comoda anche su una vettura così corta. Il raggio di sterzo si ferma ad appena 4,7 metri. Anche nei percorsi non asfaltati c’è da dire che il DNA Suzuki non tradisce: l’altezza da terra di 18 cm aiuta sulle strade di campagna e la guidabilità non viene meno, così come le prestazioni. A patto di non esagerare con pendenze o condizioni climatiche, s’intende. Però anche grazie al peso piuma qualche scampagnata collinare è concessa. Rimanendo nell’ambito extra-urbano ma di nuovo asfaltato, anche qui l’Ignis non delude affatto. I rapporti piuttosto ravvicinati permettono di non smorzare la sua verve nelle salite più lunghe, che affronta allegramente e senza che venga richiesto un pedale dell’acceleratore schiacciato sino in fondo. L’altezza da terra in questo caso non l’avvantaggia nei curvoni, tuttavia le sospensioni godono di una certa rigidità di modo che il rollio sia poco accentuato. Infine in autostrada si comporta piuttosto bene sino ai 110 km/h, dove si hanno 71 decibel all’interno dell’abitacolo. Oltre la resistenza creata dalla carrozzeria contro l’aria comincia a farsi sentire. Diversi gli aiuti di guida come il cruise control, il segnalatore di cambio corsia ed il sistema di frenata assistita, oltre al cosiddetto Tienisveglio che interviene se il guidatore ha molte ore di guida sulle spalle. Tutto questo è possibile grazie a due telecamere poste nella parte alta del lunotto, che si trovano di serie sulla versione da noi provata.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4/5]

Il 1.2 DualJet non sbaglia un colpo

Nome in codice K12C, il propulsore che si ritrova su tutte le versioni della nuova Ignis è il 4 cilindri da 16 valvole aspirato che abbiamo già testato in precedenza sulla Baleno, meglio conosciuto come DualJet. Offre 90 CV di potenza a 6.000 giri/min e 120 Nm di coppia a 4400 giri/min e sfrutta l’iniezione multipoint per offrire al contempo prestazioni e bassi consumi. Unito ad un peso piuma di soli 905 kg (con conducente a bordo) è in grado di spingere la Ignis sino a 170 km/h di velocità massima e di farle coprire lo 0-100 km/h in 12,2 secondi. Il cambio è un manuale a 5 marce con innesti brevi e precisi, ma se non bastasse per 700 euro in più si può avere il robotizzato. A pensare alle frenate ci pensano i dischi anteriori, abbinati con quelli a tamburo al posteriore. Nel nostro caso la potenza è distribuita tutta sulle ruote anteriori ed il sistema elettronico aiuta ad evitare partenze troppo brusche (ma si può disattivare manualmente se si vuole). In alternativa sono disponibili le versioni AllGrip con la trazione 4X4, le quali richiedono un sovrapprezzo minimo di 1.500 euro con il medesimo allestimento. Se invece si vuole godere dei vantaggi di un secondo motore – sarebbe meglio dire generatore – è disponibile la variante Hybrid, che sfrutta la tecnologia SHVS (Smart Hybrid Vehicle Suzuki). In pratica una batteria posta sotto al sedile del guidatore fornisce energia nelle fasi di ripartenza diminuendo consumi ed emissioni, per per poi ricaricarsi durante le frenate. Oltre a ciò, si gode di agevolazioni fiscali in molte regioni italiane nonché accesso alle aree limitate quali ZTL.

Consumi e Costi: [xrr rating=5/5]

Dotazione ricca e completa, consumi bassi in città 

Escludendo la vernice metallizzata (450 euro) e le barre sul tetto (142 euro) la Suzuki Ignis della nostra prova con l’allestimento iTop ha tutto ciò che di serie si può richiedere e forse anche qualcosa in più (come i sedili riscaldabili!). Una conferma arriva dai severissimi test EuroNCAP, dove grazie ai sistemi di sicurezza attiva già citati ha guadagnato 5 stelle, ossia il massimo, al pari prestigiose berline ed altre automobili di segmenti ben superiori. Ci vogliono quindi € 15.800 per portarsi a casa l’Ignis iTop, un gradino più in basso troviamo invece l’iCool (14.050 euro, 1750 in meno) che però rinuncia ai fari full-LED, al navigatore con mappe 3D ed ai sistemi di sicurezza attiva. Per i più avventurosi invece la iAdventure è la scelta migliore: con 700 euro di sovrapprezzo aggiunge protezioni da offroad e bumper laterali. Sia la versione a benzina che quella ibrida possono essere opzionate con la trazione anteriore o quella integrale ed il tetto massimo è di 19.000 euro. Parlando infine di consumi, la Ignis ha fatto registrare un ottimo 5,9 l/100 km (17,0 km/l) nel nostro percorso di prova, segnato soprattutto da estenuanti giri nell’ambiente urbano. Se avesse avuto anche il sistema di Start&Stop siamo sicuri avrebbe fatto ancora meglio. Piccola ma capiente e con tutto ciò che si può desiderare a bordo, la Ignis coniuga quindi doti da citycar a quelle da piccola fuoristrada senza temere né il traffico né tantomeno il fango, risultando adatta ad un ampio range d’età.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Aspetto da mini-crossover, Bassi consumi, Dotazione ricca.Troppe plastiche, Quinto posto, assenza Start&Stop.

Suzuki Ignis 1.2 iTop: la Pagella di Motorionline

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