Volkswagen blocca i prezzi auto fino a fine maggio per i dazi
Tariffe Trump: Volkswagen congela i listini negli Stati Uniti per dare stabilità
In un contesto internazionale segnato da forti turbolenze commerciali, Volkswagen ha deciso di mantenere invariati i prezzi dei propri veicoli sul mercato statunitense almeno fino alla fine di maggio. La scelta arriva in un momento delicato, mentre l’amministrazione Trump, tornata alla Casa Bianca, inasprisce ulteriormente la linea protezionistica, imponendo nuove barriere doganali contro le importazioni automobilistiche, con particolare riferimento ai modelli provenienti dal Messico.
Il provvedimento che ha colpito più direttamente il gruppo tedesco è la recente introduzione di una tariffa doganale del 27,5% sui veicoli assemblati al di fuori del territorio statunitense. Il carico fiscale si suddivide in un 25% frutto della nuova ondata di politiche protezionistiche e in un 2,5% già previsto dagli accordi del trattato USMCA, il patto commerciale tra Stati Uniti, Messico e Canada siglato durante il primo mandato di Trump e tuttora in vigore.
Uno dei modelli direttamente coinvolti è la Tiguan, SUV compatto che rappresenta una delle punte di diamante della gamma Volkswagen sul mercato americano. Questo modello viene prodotto nello stabilimento messicano di Puebla, il che lo rende soggetto all’intera imposta, con ripercussioni potenzialmente significative sul prezzo finale.
Nei giorni scorsi si era fatta largo l’ipotesi che Volkswagen potesse compensare l’impatto delle tariffe trasferendo i costi sui consumatori attraverso un aumento della cosiddetta “destination fee”, ovvero la tassa di destinazione applicata all’acquisto del veicolo. Una mossa che aveva sollevato non poche preoccupazioni tra i concessionari statunitensi e tra i potenziali clienti. A chiarire la posizione del gruppo è intervenuto Kjell Gruner, presidente di Volkswagen Group of America, che ha definito la circolare interna alla rete vendita come “male interpretata”. Gruner ha assicurato che, almeno per ora, non sono previsti rincari.
“La situazione è in costante evoluzione, e non abbiamo alcuna certezza su quale sarà l’assetto tariffario nemmeno nel breve periodo,” ha dichiarato Gruner in un’intervista a Bloomberg. “In un contesto così instabile, la priorità è offrire un minimo di certezze a clienti e dealer, evitando scossoni nei prossimi mesi. Da qui la decisione di congelare i prezzi fino a fine maggio.”
Nel caso in cui le nuove barriere doganali dovessero restare in vigore oltre quella data, Volkswagen ha già messo in conto una possibile redistribuzione dei costi lungo l’intera catena del valore. Un’eventualità che coinvolgerebbe fornitori, concessionari e consumatori finali, e che verrebbe valutata solo dopo un’attenta analisi degli effetti sul sistema produttivo e delle contromisure adottate dalla concorrenza.
Il gruppo tedesco, comunque, non è solo in questa manovra cautelativa. Anche Hyundai, a fronte delle stesse dinamiche di pressione commerciale, ha annunciato il blocco temporaneo dei prezzi per i propri brand, incluso il marchio premium Genesis, fino al 2 giugno. Più flessibile l’approccio di Ford e Stellantis, che hanno scelto di estendere al pubblico gli sconti solitamente riservati ai dipendenti, nel tentativo di assorbire l’impatto delle tensioni tariffarie senza ricorrere a modifiche dirette dei listini.
La nuova fase protezionista dell’amministrazione americana rischia così di cambiare radicalmente le logiche di prezzo e approvvigionamento nel settore automobilistico. Le mosse dei produttori, per ora improntate alla prudenza, lasciano intendere che lo scenario rimane estremamente fluido e potenzialmente instabile.
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