BMW e Daimler costrette a rivedere i piani europei per ridurre le emissioni

Ancora forte la dipendenza dai veicoli diesel

BMW Daimler emissioni diesel Europa - I costruttori automobilistici come BMW e Daimler sono costretti a rivedere strategie e obiettivi in tema di riduzione delle emissioni inquinanti per non andare incontro a pesanti multe dell'Unione Europea.
BMW e Daimler costrette a rivedere i piani europei per ridurre le emissioni

Gli obiettivi fissati per ridurre le emissioni inquinanti dei veicoli, in particolar modo di quelli a diesel, in Europa sono a rischio fallimento e costringono le Case automobilistiche, in particolare BMW e Daimler a rivedere tali piani per evitare multe salatissime da parte delle autorità comunitarie competenti.

A scriverlo è Automotive News Europe, che spiega come le misure adottate nelle ultime settimane per contrastare i gas serra e l’inquinamento atmosferico abbiano messo in evidenza la forte dipendenza dei costruttori automobilistici europei dalla produzione dei motori alimentati a gasolio.

Il CEO di Daimler Dieter Zetsche senza troppi giri di parole ha affermato: “Possiamo tranquillamente dire che premesse e piani originali per raggiungere gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni della flotta possono essere cestinati. Pensiamo di poterli ancora raggiungere, ma non dipende totalmente da noi, ma anche da come il cliente decide di agire“.

Le politiche di riduzione delle emissioni sono state messe in discussione dai dati del mese scorso dell’UE che rivelano nell’ultimo anno un incremento dell’anidride carbonica prodotta dalle nuove auto, invertendo un trend di calo che durava da almeno sette anni in diversi Paesi europei. In un contesto del genere alcune città come Amburgo hanno imposto il divieto di circolazione per le auto con motore diesel, un combustibile che produce meno CO2 rispetto alla benzina ma che emette inquinanti atmosferici più dannosi per la salute dell’uomo.

Nel corso degli ultimi anni i veicoli alimentati a diesel hanno assunto un peso sempre più importante nell’economia dei costruttori, questo almeno fino al 2015 quando il dieselgate che colpì Volkswagen ha spostato l’asse del mercato automobilistico, inducendo gli automobilisti e i legislatori europei e nazionali a vedere i veicoli a diesel con un occhio sempre più critico.

L’attuale situazione, dove molte città in Germania, Regno Unito, Francia e Italia hanno registrato livelli eccessivi di NOx nell’aria, mette gran parte dei costruttori europei di fronte ad un bivio: accettare di pagare multe salate o proporre prezzi inferiori per auto ibride ed elettriche nel tentativo di spingere la domanda dei veicoli elettrificati per avvicinare gli obiettivi fissati sulle emissioni e per ridurre quanto prima l’indipendenza dalle auto spinte da motori diesel.

A Bruxelles le istituzioni comunitarie non hanno dubbi sulla strada che l’industria automobilistica deve percorrere, come si evince dalla parole del commissario europeo Elzbieta Bienkowska che in una recente intervista ha affermato: “Le auto a diesel sono finite. Penso che tra alcuni anni spariranno completamente: è ormai una tecnologia del passato“.

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