Brebemi: la nuova superstrada tra luci ed ombre

Costata 1,6 miliardi di euro, sarà inaugurata ufficialmente il 23 luglio

Il nuovo tratto autostradale che collegherà Milano a Brescia, passando per Bergamo, sarà lungo 62 chilometri. La grande opera, che era stata promessa prima dell'inizio dell'Expo del 2015, manterrà dunque le tempistiche di costruzione. Restano tuttavia aperte grosse lacune sulla viabilità e sulla disponibilità dei servizi
Brebemi: la nuova superstrada tra luci ed ombre

Sarà inaugurata mercoledì 23 luglio la nuova autostrada che collegherà, in linea diretta, Milano a Brescia passando per Bergamo. L’intera opera magna è costata 1,6 miliardi di euro ed è stata pensata per decongestionare l’iper trafficata A4 Milano-Venezia. Il progetto, nei piani degli addetti ai lavori, rientra in quel pacchetto di infrastrutture atte a riqualificare la mobilità lombarda in vista dell’Expo del 2015. La moderna superstrada, ribattezzata Brebemi (dalle iniziali dei tre capoluoghi di provincia attraversati, ovvero BREscia, BErgamo e MIlano)  sarà lunga 62 chilometri. Fin qui le caratteristiche di un progetto affascinante: passiamo ora alle numerose incognite e alle ambiguità, che tale autostrada sembra presentare, a ridosso della sua imminente apertura al traffico.

Allo stato attuale, la Brebemi è sfornita di zone di servizio e di punti ristoro, o meglio: le zone di servizio ad oggi presenti all’interno dei 62 chilometri di tragitto sono soltanto due, dunque per esserci ci sono. Il vero problema è che nessuna società o azienda sembra essersene ancora assunto l’incarico di gestione, per cui, le strutture non funzionano. Ergo non soltanto l’automobilista che decidesse di profittare del grande collegamento tra Milano e Brescia, o viceversa, rischierebbe di rimanere senza un caffè o un cornetto per ristorarsi, ma, cosa più importante, non avrebbe come e dove fare rifornimento di carburante, vista la suddetta inattività delle aree di servizio.

Altra grande preoccupazione riguarda la totale mancanza di tutor elettronici per il controllo della velocità: tali sistemi, i quali sono un brevetto di “Autostrade per l’Italia”, tengono sotto controllo, uniformando la marcia attraverso limiti imposti dai diversi tratti di strada, le diverse andature dei veicoli. Il rischio che avremmo di fronte sarebbe di ritrovarci all’interno di 62 chilometri di percorso senza alcuna limitazione per nessuno: una vera e propria mobilità anarchica. In attesa che tali pesanti lacune vengano colmate al più presto, la Brebemi è pronta. La sua costruzione può comunque considerarsi una casella spuntata nella ancora lunga lista delle opere da terminare a stretto giro, come la Pedemontana e lo snodo della Cassanese.

Foto: Flickr

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1 commento

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  • Paolo ha detto:

    Non capisco il tono polemico dell’articolo.
    È normalissimo che venga aperto prima il tratto stradale, e solo poi si aggiungano le aree di servizio. Il tratto è relativamente breve (ci sono altrove tratti autostradali senza aree di rifornimento per 50 km e anche più).

    L’assenza dei tutor non significa mobilità anarchica senza limiti per nessuno. I tutor esistono da 10 anni circa e non mi risulta che prima le autostrade italiane fossero considerate anarchiche.

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