Cellulare alla guida: vigili in borghese in moto per i controlli a Genova

Dovrebbero entrare in azione entro l'estate

L'utilizzo del cellulare alla guida verrà combattuto a Genova con l'utilizzo di agenti in borghese su moto da enduro. Sono già stati effettuati dei test e l'obiettivo della polizia locale è quello di introdurli entro la prossima estate.

Il cellulare alla guida, senza auricolari o vivavoce, è uno dei ‘nemici’ di questo periodo storico. Stanno per essere aumentate le multe per chi viene sorpreso con il proprio smartphone in mano, ma a Genova c’è la volontà di andare oltre. Il capoluogo ligure vuole introdurre dei vigili in borghese in moto per controllare e punire chi utilizzerà il cellulare al volante senza gli adeguati accessori.

Entro l’estate i vigili in borghese sulle strade di Genova

Come riportato da ‘Il Giornale’, infatti, la polizia locale ha già effettuato dei test negli ultimi mesi, che hanno avuto esito positivo, con 15 multe fatte in poche ore di servizio, sia per chi guidava con il telefonino sia per la mancanza delle cinture di sicurezza. Ora l’obiettivo è rendere una consuetudine questa prassi, già a partire dalla prossima estate, con degli agenti in borghese su moto da enduro.

“Parlare al cellulare senza usare vivavoce o auricolare mentre si sta guidando è uno dei comportamenti più pericolosi, ma per sanzionare chi lo commette bisogna fermare subito il responsabile – le parole di Gianluca Giurato, comandante della Polizia locale del capoluogo ligure – Molti, quando vedono una nostra pattuglia in divisa e mezzi in livrea, fanno cadere lo smartphone. In borghese si può aumentare il numero di sanzioni per questa violazione”.

Cellulare alla guida: in arrivo multe più salate

Tra le novità dei cambiamenti in arrivo nel Codice della Strada, c’è l’inasprimento delle multe per chi viene beccato con il cellulare alla guida. Quando le novità entreranno in vigore, infatti, la sanzione sarà compresa tra 422 e 1.697 euro.

Inoltre, verrà introdotta anche la sospensione della patente da sette a trenta giorni (da uno a tre mesi, in caso di recidiva), anche se originariamente doveva essere ancor più pesante questa sanzione, con uno stop da due a sei mesi.

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