Crisi Semiconduttori: sospesa la produzione a Melfi per Stellantis

Molteplici gli stop nelle fabbriche di tutta Europa e in America, la situazione non migliora

La tanto discussa crisi dei chip (o semiconduttori) sembra non avere fine. Le ultime vicende dal mondo automotive smentiscono chi, fino a qualche mese fa, profetizzava un graduale ritorno alla normalità per i siti produttivi di tutto il mondo. L’ultimo a pagarne le conseguenze è il gruppo Stellantis, costretto a sospendere la produzione nei centri di Melfi, in Basilicata e, per le stesse ragioni, la di Sevel di Atessa in Abruzzo, specializzata nei veicoli commerciali. 

Stop alla produzione di Melfi e Atessa 

A quanto riferito da alcuni referenti del centro produttivo, “la crisi dei semiconduttori ha compromesso le normali strategie di produzione di tutto il mese di settembre 2021“, lasciando la possibilità di solo “due o tre giornate lavorative“. Rivista anche la tabella dei turni, passati da 19 a 15 e posticipando la riapertura dello stabilimento dal 6 al 13 settembre. 

Ricordiamo l’importanza di Melfi per il gruppo Stellantis, nonché primo sito produttivo automobilistico italiano: vedono la luce auto come la Jeep Renegade, Compass, Fiat 500X. Lo stop temporaneo di Melfi giunge solo pochi mesi dopo quello di Pomigliano e di Cassino, già compromessi per la carenza di chip. Per quanto riguarda il sito di Atessa, in cui vengono prodotti il Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroën Jumper rimarrà chiuso fino al 5 settembre, eccezion fatta per il reparto di lastratura. 

La situazione a livello globale

Chiaramente non si tratta di un problema del solo gruppo Stellantis in Italia, vedendo compromessi numerosi siti anche in Francia e Germania. Sono state infatti sospese le normali operazioni produttive anche a Rennes o a Sochaux, così come la fabbrica OpelEisenach. Anche oltreoceano la situazione non cambia, con criticità nello stabilimento Sterling Heights, in Michigan dove viene prodotto il RAM 1500. Lo stesso vale anche per la fabbrica a Belvidere, in Illinois e si estende anche a Windsor e Brampton, in Ontario. Anche Ford è stata costretta a sospendere la produzione nei suoi centri in Michigan, Ontario e Missouri, mentre Renault ha annunciato lo stop nei suoi tre impianti produttivi situati in Spagna. Non fa eccezione lo stabilimento ungherese di Suzuki, nazione in cui si registra lo stop anche delle fabbriche di Mercedes e Audi.  

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