Crollo del ponte a Genova, demolizione e ricostruzione: una serie di opzioni proposte da Autostrade

Intanto proseguono le indagini

In occasione di un incontro per discutere della demolizione e della ricostruzione del ponte crollato a Genova, tenutosi alla sede della Regione Liguria, l'Amministratore Delegato di Atlantia e Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, tramite una nota ha segnalato che sono al vaglio una serie di opzioni, confermando i tempi di ripristino già anticipati. Il commissario per l'emergenza, Giovanni Toti, ha evidenziato che le tempistiche di esecuzione della demolizioni potrebbero essere anche veloci, si stima 30 giorni. Intanto, gli investigatori ampliano su più fronti le indagini relative al disastro ed emergono altre indiscrezioni
Crollo del ponte a Genova, demolizione e ricostruzione: una serie di opzioni proposte da Autostrade

“Una serie di opzioni di demolizione e di ricostruzione del viadotto Polcevera, che saranno in parte sovrapposte” è l’espressione che riassume l’incontro avvenuto nella giornata di ieri alla Regione Liguria, per discutere degli interventi utili al ripristino dell’area, dopo il crollo del ponte avvenuto lo scorso 14 agosto. Evento che ha causato, purtroppo, la morte di 43 persone.

Varie opzioni, annunciata “estensione gratuita dei pedaggi” a Genova

Nel corso del consiglio di amministrazione giornaliero di Autostrade per l’Italia ed Atlantia, in agenda ci sarebbe la “finalizzazione” di una relazione da presentare al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, attesa per il primo settembre (domani, ndr). Una richiesta presente in una lettera inviata lo scorso 16 agosto dal Mit alla società, in cui si richiedeva “una dettagliata relazione”, focalizzata su tutte le operazioni che garantissero la “funzionalità dell’infrastruttura in questione e prevenire lo specifico evento accaduto”. La stessa società, nell’occasione, ha anche sottolineato: “il proprio convincimento in merito al puntuale adempimento degli obblighi concessori da parte della Società.”
L’amministratore delegato di Atlantia e Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, ieri si era affidato a una nota per segnalare il risultato dell’incontro con il commissario per l’emergenza, Giovanni Toti e il sindaco della città, Marco Bucci. Un incontro proficuo, come indicato dalle parti, considerando anche altre decisioni concordate nel corso del colloquio. Una di queste, come riportato, sottolinea una “condivisa estensione della gratuità dei pedaggi nell’area genovese”, avanzata dal Presidente della Regione Liguria.
Diversi i temi discussi, tra cui le possibili alternative per il traffico diretto all’area portuale, ma nella nota diramata da società Autostrade, si chiarisce anche che: “In ogni caso i piani potranno diventare definitivi solo dopo l’accesso ai luoghi e richiederanno integrazioni e affinamenti sul piano architettonico, da condividere con le parti interessate.”

Una demolizione possibile in 30 giorni, giù anche 150 appartamenti

Un’ordinanza firmata dal primo cittadino di Genova, come indicato dallo stesso Marco Bucci, ha consentito di “correggere” la zona rossa e far riprendere l’attività ad alcune aziende presenti all’interno. L’intento non è solo quello di rianimare l’attività lavorativa del posto ma “consentire agli sfollati di rientrare, almeno qualche ora nelle case, per riprendere le proprie cose.” Infatti, considerando quanto riferito dal governatore e commissario, Giovanni Toti, sembra scontata la demolizione di 150 appartamenti assieme al moncone Est del vecchio ponte Morandi, e il tutto dovrebbe avvenire in un solo giorno usando anche degli esplosivi. Mentre la parte Ovest del ponte verrebbe smontata pezzo dopo pezzo. Il piano completo potrebbe essere eseguito nell’arco di 30 giorni, come stimato, ma le tempistiche precise saranno indicate solo dopo l’autorizzazione a procedere da parte della procura, dato che l’area al momento è ancora sotto sequestro.

Investigatori concentrati sulla documentazione e l’assenza di riprese cruciali

I fronti interessati dal tragico crollo sono diversi, spaziando non solo dalla demolizione alla ricostruzione del ponte sul Polcevera, ma anche all’assistenza di coloro che al momento non hanno più una casa, alle problematiche della circolazione e alle ripercussioni sull’economia cittadina, nonché l’intricato versante delle indagini per accertare le responsabilità.
Secondo quanto riportato sul sito de La Stampa, da un paio di tecnici interrogati al Provveditorato alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte, legati al ministero delle Infrastrutture, sarebbe emerso che Autostrade non avrebbe “trasmesso tutte le carte potenzialmente allarmanti sulla stabilità del viadotto.” Tra gli esempi citati, proprio l’assenza dello studio condotto dall’ingegnere Riccardo Morandi, dal allegare al “prospetto esecutivo per il rinforzo dei tiranti”, o meglio gli ormai noti stralli.
Il citato studio di Morandi è affiorato assieme ad altra importante documentazione, acquisita di recente dagli uomini della Guardia di Finanza. Rilevate al pari di una lettera focalizzata su potenziali rischi e riportata da L’Espresso, una di diverse missive riferite proprio al ponte sul Polcevera.
Sempre il quotidiano torinese segnala che non esisterebbero video di Autostrade per l’Italia riferite al crollo. Filmati utili per valutare il momento esatto del cedimento e la possibile causa. Da quanto si apprende, potevano essere preziose soprattutto le immagini di due telecamere. Però una era stata posizionata in modo opposto alla porzione di ponte collassata, mentre la seconda, sul versante di ponente all’esterno di una galleria, pare abbia subito un black-out.

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