Dieselgate: gli Usa starebbero allargando le indagini ad altri cinque marchi
Lo dice il Financial Times
Gli Stati Uniti starebbero puntando a verificare se le violazioni delle norme anti-smog tramite “dispositivi difettosi”, come nel caso Volkswagen, siano una pratica diffusa nell’industria automobilistica.
Come riportato dal Financial Times, l’Agenzia per la Protezione Ambientale starebbe ampliando l’indagine in corso sulle auto diesel ad altre cinque marchi, Bmw, Chrysler, General Motors, Land Rover e Mercedes. I test per verificare il rispetto delle norme saranno condotti su 28 modelli di vetture diesel, ovvero la Bmw X3, il Grand Cherokee, la Chevrolet Colorado, la Range Rover TDV6 e la E250 BlueTec. Le verifiche iniziali saranno condotte su veicoli usati, uno per ogni modello, e se ci saranno sospetti l’indagine si amplierà ad altre vetture dello stesso modello. Le auto che saranno esaminate appartengono a società di autonoleggio o a proprietari identificati dai dati delle immatricolazioni. Ai proprietari selezionati, l’Epa offrirà un’auto a noleggio mentre la loro viene sottoposta ai test, insieme ad un lavaggio gratuito o un cambio di olio.
Le autorità americane non avrebbero bisogno, come spiegato dal Financial Times, della collaborazione dei marchi “indagati” per condurre i nuovi test. In una lettera inviata ai costruttori nei giorni scorsi, l’Agenzia per la Protezione Ambientale ha avvertito che avrebbe rafforzato i controlli sulle emissioni dei veicoli, identificando almeno 482.000 auto Volkswagen negli Stati Uniti con motori diesel equipaggiati con dispositivi difettosi, il cui software è in grado di identificare quando la vettura è sottoposta a un test di laboratorio e di cambiare modalità per ridurre le emissioni. Una volta su strada i controlli vengono di nuovo modificati automaticamente e le auto emettono una quantità di monossido di azoto 40 volte superiore ai livelli consentiti.
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