Fiat: piano Marchionne rumoreggiato per fine ottobre, ma il Lingotto smentisce
Imposto il reintegro dei 145 operai FIOM licenziati in estate
Giornata molto intensa per Fiat, tra piani industriali rumoreggiati e vertenze legali nei confronti dei sindacati. Prima si parla di un progetto Marchionne atto a ristrutturare in maniera profonda l’azienda, allo scopo di rinforzare il marchio e portare nuovi investimenti. Qualcosa di positivo, sotto molti aspetti, ma poi dalla Reuters è arrivata la secca smentita del Lingotto, che allo stesso tempo si è anche sentito respingere da parte della Corte d’Appello di Roma il licenziamento dei 145 dipendenti iscritti alla FIOM e licenziati dallo stabilimento di Pomigliano d’Arco. Questi metalmeccanici dovranno essere reintrodotti nell’azienda, anche se la Fiat ha ulteriormente ribadito di volersi rivolgere anche alla Corte di Cassazione, se necessario.
Al di là di tutte le complicazioni politiche e sindacali della vicenda, che non affronteremo in quanto non è questa la sede, si tratta di un colpo abbastanza forte per Marchionne e per la sua libertà operativa, messa a rischio negli ultimi tempi da numerose polemiche e da casi molto eclatanti come la modifica del famigerato piano Fabbrica Italia. Un piano che, come detto, potrebbe avere un seguito in quello che viene denominato “Piano Marchionne” e che secondo alcune indiscrezioni sarebbe in via di presentazione entro il prossimo 30 ottobre (quando tra l’altro l’ad di Fiat incontrerà il segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni).
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il piano di Marchionne prevederebbe diverse modifiche al piano industriale, portando alla produzione di nuovi modelli e motori. Dovrebbe essere completamente scongiurata la possibilità di chiusura dello stabilimento di Mirafiori, che però non potrà mantenere la produzione di alcuni nuovi modelli in previsione dei prossimi anni. I due piccoli SUV in programma, ovvero la 500X e la gemella da produrre con il marchio Jeep, in teoria sarebbero da produrre a Melfi, stabilimento che potrebbe avere il compito di sviluppare tutte le vetture della piattaforma B, nuova Punto compresa. Addirittura sarebbe saltato nuovamente fuori il vecchio progetto di rinascita della Topolino, creando una vettura, magari ibrida, che potesse essere più corta di 3 metri. A Cassino, invece, sarebbe spettata la Chrysler 100, destinata al mercato americano, ma comunque commercializzabile anche il Italia, magari marchiata Lancia e come erede della Delta. A Pratola Serra addirittura sarebbero stati in produzione fino a 100.000 motori diesel richiesti da Suzuki, oltre ad una lunga serie di altri propulsori destinati, ad esempio, ad Alfa, un altro marchio sul quale si stanno concentrando parecchi progetti dopo un lungo periodo di stasi.
Dopo poche ore, però, la Reuters ha pubblicato la secca smentita di Fiat. «Gli articoli pubblicati oggi dai quotidiani ‘Il Messaggero’ e ‘Il Mattino’ circa un presunto ‘piano Marchionne’, che sarebbe annunciato il prossimo 30 ottobre, sono frutto di illazioni giornalistiche, prive di qualsiasi fondamento.» Tutto falso, quindi? Oppure si tratta solamente di una mossa di marketing?
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