Geely, uno stabilimento Volvo a Shanghai. Forse

Geely, uno stabilimento Volvo a Shanghai. Forse

Quando Geely firmò il contratto per terminare l’acquisizione di Volvo Cars, appena qualche settimana fa, unitamente ad una cifra di 1,3 miliardi di dollari sonanti, passati di mano per ufficializzare il controllo sulla società svedese, nessuno s’aspettava una repentina e vigorosa presa di posizione in favore della stessa azienda europea. Cioè?

Dapprima, i cinesi di Geely hanno scelto un manager di formazione teutonica (ex Volkswagen) per le cariche di Presidente ed Amministratore Delegato, Stefan Jacoby. In seguito, hanno espresso la loro prima volontà: (leggete con un forte accento orientale ove scritto in corsivo) vogliamo un’ammiraglia Volvo di grandi dimensioni, che possa competere con Audi, BMW e Mercedes e che si imponga a livello europeo nel segmento F. Una passeggiata, dunque.

Infine (ed è questa la notizia dell’ultima ora), pare che i neo-proprietari di Volvo abbiano intenzione di costruire un grande stabilimento a Shanghai, per la realizzazione, in loco, di un gran numero di automobili del fabbricante svedese. Sembra che il grande impianto rappresenterà un nuovo quartier generale della neonata società (quella che unisce forze gialle ed europee) ed avrà un regime di oltre 300.000 vetture ogni anno, tra cui Volvo C30 e Volvo V70. Già dal 2012.

Se lo spettro di un’egemonia cinese sul comparto automotive era distante, orrifico, ma sempre distante, oggi, ora, sembra più vicino che mai. Ancora non v’è nulla di deciso e la società cinese Geely non accenna nulla al riguardo. Tuttavia, le voci sembrano sufficientemente sicure delle proprie parole rumoreggianti e noi, per ora, accettiamo questa possibilità, nell’attesa che venga dissipata la nebbia sulla questione. Fatto sta che gli orientali avrebbero già assunto una cifra di ingegneri compresa tra 200 e 300. Destinazione? Il centro di ricerca e sviluppo, temporaneamente posto in zona.

Li immaginate? Tanti solerti lavoratori cogli occhi a mandorla, impegnati a lavorare su componenti ancora forniti da Ford Motor Company (il vecchio proprietario, ormai solo un ricordo, lontano), con una qualche vettura teutonica a far da modello, nel tentativo di scopiazzare i dettagli più rilevanti e farli propri.

Si fa ironia.

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