Marchionne: sempre difficile investire in Italia, ma Giovannini ribatte
Dura risposta del ministro del lavoro
Ancora polemiche tra il Gruppo Fiat e il Governo. Nella giornata di ieri, durante una conference call, l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, ha nuovamente espresso le sue perplessità circa la possibilità di investire in Italia nel settore dell’automobile, un problema che a più riprese è stato sottolineato anche da altri enti ed industrie del segmento.
Secondo l’amministratore di Fiat, infatti, sarebbe sempre difficile investire in Italia e il riferimento alla situazione di Alfa Romeo è stato particolarmente importante, in quanto proprio il marchio milanese sarebbe quello con più possibilità di espansione all’estero. Tra le problematiche, inoltre, non può mancare un riferimento alla difficilissima condizione sindacale, terreno di scontro in ambito politico e lavorativo, fino ad oggi senza la possibilità di trovare una soluzione. «Se le condizioni in Italia restano come quelle attuali, è impossibile gestire bene le relazioni industriali e quindi, anche se ci impegnassimo sugli investimenti, sarebbe un impegno vuoto. Stiamo organizzando un incontro con il sindacato che è al centro di questo contenzioso. Vedremo il risultato,» ha dichiarato Marchionne.
Parole che hanno trovato una dura opposizione da parte del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. «Non sono d’accordo con Marchionne che ritiene che oggi sia impossibile fare impresa in Italia. Ci sono molte imprese che in queste condizioni stanno continuando a investire, a crescere, a creare profitto e posti di lavoro, questo nonostante le indubbie difficoltà. È chiaro che il tema è caldo, specie dopo la sentenza della Corte costituzionale su Fiom-Fiat. In questi mesi io e Marchionne abbiamo discusso più volte di come migliorare le relazioni industriali.» Industria e lavoro che, ancora una volta, si mischiano con politica e sindacati. In attesa di una soluzione che ancora non sembra profilarsi nemmeno all’orizzonte.
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Marchionne, ha ben da dire lui; grazie alle sue idee ha prima tagliato gli stipendi agli operai e poi pretende di riuscire a vendere auto di basso valore scarse in accessori e design a persone che non possono permettersi di cambiare auto grazie agli stipendi più bassi in europa. Siamo lontani dagli altri gruppi quali Wolkswagen e di certo non ha tagliato gli stipendi ai dipendenti Chrysler. E si lamenta lui
Magari avessimo piu’gente come Marchionne in Italia
e non dei paglicci del sindacato e della politica,che in vita
loro ,oltre aver fatto carriera nel partito comunista
e la sua filiale sindacale,altro non hanno combinato.
tutta gente che mangia il pane a tradimento .