Oil&NonOil, una mobilità alternativa è possibile
Nel 2013 immatricolazioni aumentate del 29,3%
Si è svolta nei giorni scorsi al Palazzo dei Congressi di Roma la manifestazione Oil&NonOil 2013, durante la quale gli Stati generali della distribuzione dei carburanti si sono dati appuntamento per discutere di alcune delle tematiche più importanti riguardo la mobilità sostenibile. Protagonista di tutto questo è stato il metano, una delle soluzioni più immediate a disposizione delle case automobilistiche per la mobilità a basso impatto ambientale, che però soffre ancora di diversi problemi, non ultimo una diffusione capillare dell’infrastruttura necessaria per il sostentamento del mercato. Fortunatamente, però, questo non ne sta frenando lo sviluppo, in quanto secondo gli ultimi dati di mercato negli ultimi dieci anni la vendita di auto a metano è aumentata del 2.000% e in questo momento sono disponibili 14 modelli in totale distribuiti su 8 case diverse. Non solo produzione, ma anche vendite: nel 2013 è stato registrato un +27,4% di immatricolazioni del nuovo a settembre e +29,3% nei primi 9 mesi di quest’anno. Tenendo conto che il resto del mercato non è solo in calo, ma proprio in caduta libera senza paracadute, viene naturale pensare che anche il grande pubblico si stia rendendo conto delle potenzialità del progetto.
In Italia la cultura del metano per l’automotive sta conoscendo una diffusione molto importante, seppur ancora non ben distribuita. Secondo i dati che saranno diffusi a Oil&NonOil, la rete distributiva vede regioni virtuose – come Emilia Romagna in primis, poi Lombardia, Veneto e Marche – e altre, specie nel Mezzogiorno ma non solo, praticamente inesistenti – come Calabria, Sicilia, Basilicata, Liguria, Friuli – le cui stazioni non arrivano nemmeno alla doppia cifra. Delle quasi 1000 aree di rifornimento su tutto il territorio nazionale, spiega la ricerca commissionata dalle 3 associazioni del settore e realizzata dalla rivista Metano & Motori, i due terzi servono una popolazione di soli 17 milioni di persone, mentre le altre 300 stazioni dovrebbero servire 28 milioni di persone, senza contare le aree completamente sprovviste del servizio.
«Si tratta di una disparità che potrà essere cancellata con la realizzazione di 1.132 nuovi impianti – ha detto il direttore di Metano & Motori, Alfredo Zaino – Il dato indicato è reale e frutto di un attento studio sulla concentrazione nelle aree urbane, la media della popolazione attualmente servita, la presenza di metanodotti ad alta pressione e soprattutto il livello della domanda, in grande crescita.»
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Mi sembra tanto l’annuncio del 2005 dei 300 distributori francesi da realizzarsi entro il… 2010! Sappiamo com’è andata a finire con questo “protocollo” transalpino: nulla.
Poi, giusto per puntualizzare alcuni punti che mancano del tutto:
– self service: non pervenuto ma si sa che il self sta un po’ antipatico a… qualcuni (e così impianti nuovi di pacca vengono aperti con erogatori medioevali italiani ed abbiamo in rete impianti giusto leggermente vetusti che andrebbero giusto un po’ rimodernati, o no?);
– riduzione distanze per gli impianti come in Germania (vedasi il libro bianco del metano del… 2009, pag. 91);
– possibilità di installare impianti con compressore e colonnina in monoblocco (vedasi, ad esempio, diversi impianti similari aperti di recente in Spagna).
Insomma, fra le “buone intenzioni” e “dichiarazioni di circostanza” a Roma capoccia, mi sembra che di concreto ci sia gran poco. Anzi, finirà che avremo prima una rete di distributori di idrogeno ex novo che di metano!
E mi sarei limitato ad auspicare l’apertura in tempi brevi assai degli attuali impianti in progetto da anni, circa 220.
Poi mi sembra che in questo accordi manchi qualcuno che una voce in capitolo ce l’ha e non piccola e che, se decidesse anche domani, potrebbe aprire a raffica impianti, cioè Eni. Invece, oltre ad aver ridotto le apertura previste negli anni scorsi, apre tuttora impianti con colonnine che non sono adeguate allo standard ISO per il self. Ma questa è un’altra storia, purtroppo.