Pirelli Winter Sottozero & Infiniti Q50S Hybrid AWD, sfida sulle nevi [FOTO e VIDEO]

The perfect fit: trazione integrale e gomme invernali al top per affrontare qualsiasi condizione possibile

Non basta la trazione integrale per certe situazioni. Lo dicono le norme, che impongono l’uso di gomme invernali in alternativa alle catene nei mesi freddi, ma lo dice soprattutto il buonsenso. Nel nostro test ne abbiamo avuto una ulteriore conferma, qualora fosse stato necessario. Con la Infiniti Q50 top di gamma, con ben 364 cavalli a disposizione, l’itinerario scelto era di quasi 500 chilometri, dove abbiamo trovato praticamente ogni condizione possibile, climatica e di fondo stradale. Partiti da Milano con un diluvio autunnale, siamo passati ad oltre 15 gradi con l’asfalto asciutto sul lago di Como per arrivare a temperature inferiori allo zero e manto stradale innevato sul passo del Bernina. In ognuna di queste situazioni gli pneumatici hanno fatto la differenza. Allineati con le prestazioni di una buona copertura estiva sul più caldo asfalto asciutto, fanno la differenza quando il manto stradale si fa viscido e freddo, diventando indispensabili quando le temperature scendono verso lo zero termico. Ciò che abbiamo fatto sulla neve poi, non sarebbe stato nemmeno ipotizzabile senza le Pirelli Sottozero II.

Pirelli Winter Sottozero e & Infiniti Q50S Hybrid AWD: in ogni occasione lo ripetiamo, la scelta delle gomme è fondamentale. Non basta un’auto con trazione su tutte le quattro ruote e la miglior tecnologia possibile per controbilanciare l’assenza di una gommatura idonea. Ciò vuol dire che l’acquisto degli pneumatici, oltre alla loro regolare manutenzione, è importante almeno quanto quello dell’auto stessa. Purtroppo la sensibilità sul tema non è ancora diffusa quanto dovrebbe. Ci troviamo spesso a “combattere” con chi è ancora convinto che una invernale serva solo in presenza di neve, oppure con chi vive l’obbligo di legge come l’ennesimo balzello, da raggirare con il minor costo possibile, finendo sovente per cadere nel tranello della “superofferta”, dietro alla quale magari si cela un prodotto scadente e potenzialmente pericoloso. Salvo poi lamentarsi che i pregi delle “termiche” sono tutte falsità, perché si trova a lottare con l’auto che scivola ad ogni curva, grazie alla pessima scelta che ha fatto. Le gomme invernali, giusto per far chiarezza, sono la scelta migliore non solo per chi vive in luoghi dove nevica spesso.

Hanno prestazioni migliori delle “estive” sia su asfalto bagnato che asciutto, quando le temperature scendono. Il “punto di pareggio” si posiziona a 7 gradi circa, ma con i prodotti migliori, anche sotto i 15° finiscono per essere più performanti. Sbaglia di grosso chi è convinto che, comunque, se non voglio correre rischi basta che modifichi la mia condotta di guida, riducendo la velocità ed evitando di comprare altre 4 gomme. Al di là del macroscopico errore di questa affermazione dal punto di vista economico, visto e considerato che utilizzando 2 treni di gomme per la stagione fredda e per quella calda, si raddoppia di fatto la vita di quelle estive, la cosa più importante è che quando parliamo di performance di uno pneumatico, ci stiamo riferendo a spazi di frenata ed altri parametri che sono strettamente correlati alla sicurezza, più che ad un miglior tempo sul giro in pista. Anche a velocità ridotte, uno spazio di frenata che può essere di oltre il doppio (nel caso di fondo ghiacciato o innevato si va anche oltre) fa la differenza tra fermarsi in tempo utile o incorrere in un incidente stradale. Perché allora privarsi del piacere di guidare in sicurezza, con il gusto di affrontare qualsiasi condizione meteo senza l’ansia di doversi trovare in difficoltà? Sensazione che ci ha portati a sfidare il meteo avverso dei giorni del nostro test, andando proprio a cercare le peggiori condizioni possibili, dove le Pirelli Winter Sottozero ci hanno concesso di mettere alla frusta tutti i 364 cavalli sotto al cofano della Infiniti Q50S Hybrid AWD, senza il minimo timore. Godetevi con noi i paesaggi innevati che siamo riusciti ad immortalare in questo itinerario.

Il nostro percorso di prova
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Per testare a fondo auto e pneumatici, abbiamo valutato varie ipotesi. I giorni della prova erano proprio quelli di una delle perturbazioni che tanti danni ha causato nelle Regioni coinvolte, ma le temperature sopra le medie limitavano la presenza della neve a poche delle strade tra quelle che stavamo valutando. Di contro l’intensità delle precipitazioni rendeva ancor più complicata la situazione. Di fatto il passo del Bernina, che volevamo raggiungere, era a rischio chiusura. Anche se eravamo convinti di poter affrontare la nevicata senza problemi, grazie all’accoppiata vincente auto-pneumatici che avevamo a disposizione, il rischio di trovarci la strada sbarrata era concreto. Abbiamo così studiato un itinerario che, anche in questa malaugurata ipotesi, ci avrebbe concesso di concludere comunque un test esaustivo. Partiti da Milano sotto un intenso acquazzone, ci siamo diretti verso Lecco (SS36). Qui siamo saliti verso la Valsassina, percorrendo tutta la SP62. In fondo alla valle, all’altezza di Taceno, la strada si fa tortuosa e scende dagli oltre 500 metri fino ai 200 di altitudine di Bellano, percorrendo una valle stretta, quasi sempre in ombra, con un fondo stradale umido e pieno di insidie. Un bel tratto per verificare la tenuta di strada in condizioni impervie, lungo le molte curve strette che portano verso il lago.

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Dopo qualche bello scatto lungo la riva, ci siamo diretti verso Chiavenna, dove abbiamo imboccato la SS37 che porta al confine con la Svizzera, in direzione St. Moritz. Il mal tempo intanto ci aveva concesso una tregua, lasciandoci godere la vista di paesaggi mozzafiato e la guida su strade magnifiche, dove abbiamo sfruttato la potenza e le prestazioni di un’auto di rango come la Infiniti Q50S da 364 cavalli che avevamo a disposizione, che “calzava” delle scarpe tra le migliori che si potesse scegliere, le Pirelli Winter Sottozero. Salendo dal passo del Maloja, su cui dopo l’intensa nevicata della notte precedente l’asfalto era si pulito, ma bagnato e reso viscido dal sale, abbiamo tenuto una andatura quasi da prova speciale, senza però correre alcun rischio, grazie all’ottimo grip garantito soprattutto dalle gomme. La neve non mancava, ma era soprattutto intorno alle strade che stavamo percorrendo. Fino ad ora gli unici passaggi che avevamo effettuato su fondo innevato erano quelli degli spazi di manovra durante gli shooting fotografici, ancora poco per dare un giudizio concreto. Proseguendo il nostro itinerario ci siamo diretti verso il passo del Bernina. Qui il cielo sereno lasciava spazio alle nubi basse, quasi una nebbia densa che iniziava ad avvolgere la strada, la cui superficie si faceva bianca, coperta dalla neve trasportata sull’asfalto dall’intenso vento. Quasi come si faceva da giovincelli nei mesi invernali, non abbiamo saputo rinunciare alla tentazione del piazzale innevato dell’impianto di risalita del Diavolezza.

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Sgombro dalle auto, alla luce del fatto che la stagione sciistica non è ancora iniziata, ci ha concesso una ottima scusa per divertirci un po’ e saggiare le doti di auto e gomme sulla abbondante neve che lo ricopriva. Tornati sulla strada ci siamo confrontati con la vetta del passo del Bernina, posta a 2.330 metri. Qui le condizioni non erano proprio delle migliori, e nelle ore precedenti avevano portato alla decisione di impedire il transito delle vetture. Per fortuna al nostro passaggio il divieto era venuto meno ed abbiamo potuto continuare lungo la strada che avevamo scelto. Neve, ghiaccio, temperature sotto agli zero gradi, che non hanno minimamente ridotto il piacere e la sicurezza di guida. Cullati dal lussuoso e caldo abitacolo, terminate le riprese video e le foto, siamo scesi verso Tirano, copiando in parte il tragitto del trenino rosso del Bernina, rientrando in territorio italiano, e da lì verso Milano.

Le impressioni di guida
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Come vi abbiamo detto, lungo questo itinerario abbiamo avuto modo di confrontarci con tutte le condizioni che si possono affrontare nella stagione invernale. Dalla pioggia intensa al tiepido sole che asciuga l’asfalto scaldandolo fino a 20 gradi circa, dalla neve all’umido e viscido fondo stradale ricoperto di acqua e sale. Abbiamo constatato come le High Performance invernali riescano a conciliare una ottima tenuta su ghiaccio e neve a caratteristiche molto simili a quelle delle “cugine” PZero su asfalto asciutto, con prestazioni davvero vicine ad una copertura sportiva estiva, in termini di grip, ma anche di silenziosità e feeling con lo sterzo. La precisione quando si imposta una traiettoria è la medesima, siamo lontani anni luce dalle gomme da neve che producevano quel fastidioso effetto “gelatina”, dato da una tassellatura specifica che un tempo era necessaria a garantire la motricità sulla neve. Pirelli è riuscita infatti, con i frutti della ricerca e dello sviluppo, a colmare gran parte del gap tra invernali ed estive in termini di sportività quando le condizioni sono le migliori, senza però rinunciare alla tenuta di strada con quelle avverse. Il grip sulla neve è dato dall’accoppiata mescola / lamelle, con un “compound” ricco di silice, in grado di reagire alle basse temperature mantenendo morbido ed elastico il battistrada anche in condizioni polari. Le lamelle (o meglio gli intagli a forma di lamella) fanno il resto, garantendo un attrito elevato tra gomma e fondo stradale anche in presenza di ghiaccio e neve. Così il disegno e la struttura possono essere “spinti” per ottimizzare le doti di sportività. Le Sottozero sono infatti asimmetriche (e bimescola nelle versioni “W”), per meglio gestire il deflusso dell’acqua ed evitare il più possibile l’aquaplaning, e sono dotate di una carcassa molto simile a quella dei PZero (identica per le versioni “W”), fondamentale per mantenere elevate le prestazioni alle alte velocità. Pirelli adotta poi la tecnologia HST (Hydro Static Tank) grazie alla quale le scanalature sul battistrada si allargano per favorire il deflusso dell’acqua. Il battistrada ha poi un disegno che combina due sequenze di tasselli con tre incavi, denominati appunto “2 Ribs and 3 Grooves”. Infine, con il sistema IBS (Interactive Brickwork Siping) la gomma diviene “intelligente”, in grado cioè di adattarsi alle condizioni di utilizzo ed alle caratteristiche della strada. Sulle strade che abbiamo percorso, quando l’asfalto tiepido ed asciutto ci ha concesso la possibilità di portare al limite la Q50S, in molti non avrebbero notato le differenze tra questa ed una vettura con una gommatura estiva sportiva. Di contro, anche sul bagnato, la tenuta, la motricità e la frenata sono rimaste ottime. Sulla neve non abbiamo avuto alcun problema e ci siamo concessi il lusso di provare ad andare oltre all’andatura che la logica avrebbe suggerito, senza grossi problemi. Forse la scelta di mantenere la misura delle coperture estive ha però penalizzato le prestazioni proprio in queste condizioni. La generosa gommatura 245/40 R19 Runflat concedeva alla Infiniti di sfoggiare dei bellissimi cerchi e di essere molto precisa nella guida sul veloce, ma non è la scelta migliore per l’inverno. Solitamente si opta infatti per la misura intermedia tra quelle concesse dal libretto di circolazione, perché rappresenta il miglior compromesso tra le prestazioni nelle diverse situazioni: asciutto, bagnato e neve o ghiaccio. In più optare per un pollice in meno consente di risparmiare qualcosa all’atto dell’acquisto degli pneumatici, magari per finanziare un cerchio specifico da dedicare al secondo set di gomme.

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Le Pirelli Winter Sottozero sono la gomma invernale dedicata a berline ad alte prestazioni, disponibili in misure dedicate a vetture con cerchi da 16 a 21”, incluse le supercar di casa Porsche, Lamborghini e Ferrari, e con codici velocità da H a W (omologate per velocità oltre 270 Km/h). Alcune di queste sono sviluppate in stretta collaborazione con la Case, specificatamente per alcune vetture, come appunto nel caso delle supercar che abbiamo citato. Sono disponibili anche in versione Runflat, che consente di proseguire la marcia con uno pneumatico forato.

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