Rapporto Aniasa 2019: la mobilità, l’impatto del coronavirus ed il futuro

Lo studio e le richieste alle istituzioni per ripartire

Rapporto Aniasa 2019: la mobilità, l’impatto del coronavirus ed il futuro

Il lockdown e la pandemia coronavirus ha mandato in difficoltà molti settori in Italia e nel mondo, quello dell’auto è uno dei più colpiti. “Il nostro settore ha vissuto una fase drammatica – le parole di Massimiliano Archiapatti, il presidente di Aniasa, nel corso della presentazione del consueto Rapporto annuale – non comparabile ad eventi precedenti, anche nel recente passato”.

Il crollo di immatricolazioni e noleggio

In particolare, oltre ad un mercato fermo per due mesi, il noleggio ha subito un crollo, durante l’emergenza. Il 2019 aveva portato un fatturato di 7 miliardi, con oltre 515.000 veicoli immatricolati ed il 25% della quota di mercato. Nonostante sia rimasto attivo anche durante il lockdown (“Un servizio chiave per l’ultimo miglio, la sanità e l’e-commerce”), c’è stata una perdita dell’84% di immatricolazioni, di 3,1 miliardi di fatturato e di un miliardo sull’erario.

Tutti i settori del noleggio sono andati in grande difficoltà, soprattutto in termini di fatturato ed immatricolazioni: dal car sharing (-76%) al breve termine (-69.5%), passando per quello a lungo termine (-1%). Per quest’ultimo, gli effetti si vedranno nei prossimi mesi. “Il settore è parte di un domino, partito con il turismo e proseguito sull’automotive – le parole di Archiapiatti – Tra il crollo di immatricolazioni, le auto rimaste invendute ed i posti di lavoro a rischio”.

Gli italiani tornano all’auto privata

Il tutto, ovviamente, con un cambiamento della mobilità da parte degli italiani, alla ripartenza. L’analisi di Bain&Company, dopo un’indagine su 1.000 persone di ogni sesso ed età, ha stabilito che “la metà degli italiani non tornerà alle abitudini precedenti al Covid-19 non prima di sei mesi – le parole di Gianluca Di Loreto – addirittura tra più di un anno per il 20-30%”. Un po’ per la paura di contagi, un po’ per il cambiamento delle abitudini lavorative.

Il 67% degli intervistati (tutti tra Milano, Torino e Roma) utilizzerà meno di prima il trasporto pubblico per paura della situazione sanitaria, così come c’è una discesa del 47% per i taxi e del 54% del car sharing principalmente per lo stesso motivo. Cala l’utilizzo del noleggio a breve termine (-47%) però soprattutto a causa di una variazione delle abitudini lavorative, così come calano gli altri noleggi. L’unico mezzo di trasporto a crescere è l’auto privata, con un +50%.

Questo mezzo, infatti, è già tornato ai livelli precedenti al lockdown, studiando i percorsi ricercati dagli utenti di Google Maps, mentre c’è una discesa del 60% sui trasporti pubblici. Come mai allora c’è la crisi del mercato? Il 24% ha rinunciato all’acquisto di un’auto nuova ed il 60% l’ha posticipato per due motivi principali: problemi economici ed una previsione della diminuzione dei prezzi nel corso dei prossimi mesi. Per questo le immatricolazioni soffriranno ancora un po’.

Le richieste alle istituzioni

Il rischio è “un ritorno attivo della parte più vecchia del reparto circolante – ha spiegato Archiapatti – cioè l’utilizzo di seconde macchine anche Euro 2 o 3”. Per questo, la richiesta è di un intervento tempestivo da parte delle istituzioni, dalle quali però “continuiamo a non avere segnali incoraggianti”. Senza incentivi per le auto: “Quando si parla di sostenibilità si parla di biciclette e monopattini, quando sappiamo che i trasferimenti giornalieri sono di circa 25 km”.

Le proposte di Aniasa sono legate al ripristino del superammortamento, portare la detraibilità Iva al 100% come avviene nel resto d’Europa ed all’estensione dell’Ecobonus alle auto meno inquinanti, cioè alle Euro 6. “Non abbiamo avuto risposte effettive” sostiene l’associazione, che ha così chiesto di incentivare l’acquisto di auto usate Euro 6 con il credito d’imposta e l’esenzione IPT e tasse. “Per togliere di torno il 30% dei veicoli ante Euro 4”.

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