Gas russo in Italia, Eni annuncia riduzione flussi da Gazprom: quali effetti sull’automotive?

Se la situazione peggiora possibile razionamento per le aziende energivore

Gas russo in Italia, Eni annuncia riduzione flussi da Gazprom: quali effetti sull’automotive?

L’industria italiana, e quella europea più in generale, rischia di dover affrontare un ulteriore problema, dopo l’ulteriore riduzione delle forniture di gas russo. Come confermato da Eni, oggi, lunedì 11 luglio, la Russia ha ridotto di circa un terzo il flusso di gas naturale diretto verso l’Italia.

Sale la tensione con lo spettro di un crisi energetica in Europa

Rispetto ai 32 milioni di metri cubi medi degli scorsi giorni, nella giornata odierna Gazprom, il colosso russo del gas, fornirà circa 21 milioni di metri cubi. La decisione di Gazprom, legata all’interruzione del Nord Stream 1, il gasdotto che passa sotto il Mar Baltico e collega la Russia con la Germania, aumenta ulteriormente la tensione sul fronte di una possibile crisi energetica, spingendo i Paesi europei, Italia compresa, a cercare di aumentare il più possibile le proprie riserve di gas, cercando di arrivare al 90% prima dell’inizio dell’autunno.

Stop delle forniture alla Germania per 10 giorni

Una situazione delicata che sta vivendo anche la Germania, interessata direttamente dallo stop di 10 giorni ai flussi di gas attraverso il Nord Stream 1 per “lavori di manutenzione ordinaria”. Tuttavia il governo tedesco, che si prepara anche al peggio, teme che la chiusura del gasdotto possa protrarsi oltre il 21 luglio, anche alla luce del fatto che nelle scorse settimane la quantità di gas trasportata dal Nord Stream 1 era stata ridotta del 40%.

Piano d’emergenza: ritorno al carbone, stretta su industrie energivore

Anche l’Italia è in allerta ed ha già definito un “piano di emergenza” qualora Mosca dovesse chiudere i gasdotti e interrompere completamente la fornitura di gas al nostro Paese. Tra le varie misure che saranno intraprese in caso di necessità ci sarà anche un maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità, oltre a un “razionamento” del gas alle industrie energivore. In particolare quest’ultimo provvedimento, che coinvolgerebbe anche le acciaierie, potrebbe creare ulteriori difficoltà alla filiera dell’automotive con rallentamenti e ritardi nelle forniture di componenti.

Michelin: “Abbiamo convertito le caldaie”

Il problema dello stop dei prodotti energetici russi riguarda anche la Francia, con l’industria che corre ai ripari anche Oltralpe. Michelin ad esempio, come affermato dal suo capo Florent Menegaux, ha già convertito le caldaie, in modo che siano in grado di funzionare a gas o a gasolio e possano, se necessario, anche passare al carbone.

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