Stellantis, Tavares: “Auto elettrica scelta politica, esclude il ceto medio”

"Così la classe media non potrà più comprare veicoli nuovi"

Stellantis, Tavares: “Auto elettrica scelta politica, esclude il ceto medio”

Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, torna a parlare del futuro dell’auto in un’intervista al Corriere della Sera, rilasciata in occasione del primo anniversario del colosso automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobile e Groupe PSA.

Veicoli elettrici che “tagliano fuori” la classe media 

Il numero uno di Stellantis torna a parlare del processo di transizione dell’auto verso l’elettrico, ribadendo ancora una volta come l’elettrificazione così come si sta affrontando sia una scelta prettamente politica, che spinge al rialzo i prezzi delle automobili e, di conseguenza, rischia di non consentire al ceto medio di acquistare nuovi veicoli, perché economicamente non accessibili. Sottolineando come le nuove tecnologie elettriche comportino un costo maggiorato del 50% rispetto ai motori temici, Tavares afferma che: “Non va perso di vista il fatto che ci saranno conseguenze sociali e rischiamo di perdere la classe media, la quale non potrà più comprare auto”.

Come già dichiarato in altre occasione nei mesi scorsi, Tavares torna a ricordare la “paternità” del processo di cambiamento forzato: “L’elettrificazione – spiega il CEO di Stellantis – è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria. Perché c’erano modi più economici e veloci di ridurre le emissioni”. Tavares ribadisce come in tale contesto sia fondamentale per la sopravvivenza dei costruttori la riduzione dei costi di almeno il 10% all’anno, rispetto al 2-3% del settore europeo. Servirà tempo, almeno 10-15 anni per Tavares, per vedere quali produttori “sopravviveranno” alla scelta imposta dai governi e quali saranno stati i vantaggi concreti dell’elettrificazione in termini di riduzione delle emissioni inquinanti.

Il problema energetico e il relativo dibattito che manca

Uno dei punti più interessanti dell’intervista di Tavares riguarda lo scetticismo sul reale vantaggio ambientale dell’elettricità consumata o dell’impronta di CO2 delle batterie dei veicoli elettrici: “Con il mix energetico dell’Europa, un veicolo elettrico deve percorrere 70.000 chilometri prima di compensare l’impronta di CO2 creata dalla fabbricazione della batteria. Solo a quel punto inizia ad allargare il divario con un veicolo ibrido leggero, che costa la metà di un elettrico. Alla fine – prosegue l’ad di Stellantis – è meglio accettare auto ibride termiche molto efficienti in modo che rimangano accessibili e forniscano un beneficio immediato in termini di CO2, o è necessario avere veicoli al 100% elettrici che le classi medie non potranno permettersi, chiedendo intanto ai governi di continuare ad aumentare i loro deficit di bilancio per fornire incentivi? Questo è un dibattito sociale che mi piacerebbe avere, ma per ora non lo vedo”.

Incentivi necessari fino al 2025 per attutire i rischi sociali

Una maggiore gradualità nelle transizione all’elettrico è necessaria, secondo Tavares, per evitare conseguenze sociali profonde. A tale scopo, il manager portoghese sottolinea che sarebbero necessari incentivi all’acquisto di auto elettriche almeno fino al 2025, pur riconoscendo i problemi di sostenibilità di tale misura per i bilanci statali: “Se gli Stati riescono ad accompagnare questa transizione con delle sovvenzioni per cinque anni, forse ce la caveremo. Altrimenti si fanno correre più rischi sociali all’insieme della cittadinanza”.

Stellantis e il futuro dei siti produttivi italiani

Venendo poi a tematiche che riguardano da vicino Stellantis, Tavares si è detto molto soddisfatto dei risultati ottenuti nell’ultimo anno e prevede che entro la fine del 2022 si risolva completamente la carenza dei semiconduttori. L’amministratore delegato del Gruppo, pur ricordando che il futuro degli stabilimenti produttivi di Stellantis dipenderà strettamente dai vincoli politici sulla decarabonizzazione in Europa e dalle sue conseguenze sul mercato dell’auto, ha ribadito che non è in programma nessuna chiusura di impianti in Europa.

Organizzazione della produzione da migliorare 

Parlando più specificamente della produzione delle fabbriche italiane, Tavares, in visita a sorpresa a Termoli, non nasconde alcuni timori già noti e la necessita di porvi rimedio: “Un anno fa, ho notato che in Italia il costo di produzione di un’auto era significativamente più alto, a volte doppio, rispetto alle fabbriche di altri Paesi europei, nonostante un costo del lavoro più basso. Questo ha a che fare con l’organizzazione della produzione, che va migliorata. Se applichiamo all’Italia le buone pratiche che esistono nel nostro gruppo, l’Italia stessa avrà un buon potenziale”.

Altra questione sollevata da Tavares è quella dell’eccessivo prezzo dell’energia, che in Italia è molto più alto rispetto ad altri Paesi dove produce Stellantis. Tuttavia anche su questo fronte, il manager lusitano predica prudenza e azioni guidate da una preventiva e attenta valutazione: “Ne riparleremo alla fine del 2022. Qualsiasi approccio brutale sarebbe stato inopportuno, bisogna prima analizzare e capire”.

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