Suzuki Splash: prova su strada

Splash in the city

Suzuki Splash: la mini-monovolume giapponese ha ricevuto dei sapienti ritocchi estetici che le hanno dato una bella rinfrescata. Sotto il cofano c'è un piccolo 1.2 che è un bel peperino: le prestazioni sono il "sale" della vettura. Bene anche l'abitabilità interna, il bagagliaio però..

Se fino a qualche anno fa dire Suzuki, e pensare alle moto o alle tradizionali fuoristrada come Vitara e Jimny era quasi automatico, oggi non è più così. Questo perchè sono arrivate anche Splash e Swift, che sono riuscite a ritagliarsi uno spazio ragguardevole nel segmento delle vetture compatte. Che poi, pensandoci bene, era stata proprio Suzuki, con la sua Wagon R+, a portare in Europa l’idea delle piccole citycar in formato mini-monovolume con carrozzeria piuttosto sviluppata in altezza, lanciando la moda che è stata poi seguita da diversi costruttori. Anche la seconda generazione della Panda, in fin dei conti, riprendeva proprio il concetto lanciato dalla Wagon R+. Dalla prima versione di quest’ultima, che debuttò nel 1993 in Giappone, sono passati nel frattempo un bel po’ di anni, ed oggi il suo posto è stato preso dalla Splash, che mantiene fede alla tradizione, ma con linee e contenuti immensamente più raffinati.

Design e Interni: [xrr rating=4/5]

Stile: la carrozzeria è da piccola monovolume, fortemente sviluppata in altezza. Le forme sono simpatiche.

Come la precedente generazione della Wagon r+, la Splash è figlia di un progetto comune con Opel: non per nulla le somiglianze con la Agila sono moltissime. Entrambe hanno abbandonato le forme squadrate da “scatoletta”, a favore di un corpo vettura che, pur mantenendo il classico sviluppo in altezza, vede adesso la netta prevalenza di tratti tondeggianti. La lunghezza è di 371, mentre in altezza siamo sui 159cm. Per capirci la Bmw X1, che si dichiara come suv, è più bassa di 4 cm. Inoltre, con il recente restyling, sulla Splash sono state introdotte tutta una serie di novità che le hanno dato una bella rinfrescata, e che l’hanno differenziata maggiormente dalla sorella marchiata Opel. In particolare nel frontale è stata introdotta una mascherina “single farme”simile a quella delle Audi, e poi ci sono le due nuove prese d’aria triangolari ai lati, dalla forma decisamente più personale e sportiveggiante. Il design della fiancata è rimasto sostanzialmente invariato, mentre in coda troviamo un nuovo paraurti, con le due feritoie che simulano due sfoghi per l’aria. Un dettaglio indubbiamente accattivante. Rivista anche la grafica degli stop, ora più moderna.

Interni: aspetto piacevole, comandi razionali, e una generale sensazione di “ben fatto”.

La prima cosa che stupisce, una volta saliti a bordo di questa Splash, è la posizione di guida rialzata, praticamente da monovolume. Questa permette di godere di quella piacevole sensazione di dominio e di controllo della strada, che è tanto apprezzata dalle donne. A spegnere eventuali velleità sportiva ci pensa anche il volante, che è leggermente inclinato. Dunque un’impostazione decisamente turistica, che ben si concilia con lo spirito cittadino della vettura, ma che non dispiace neanche quando si devono passare parecchie ore al volante. Il design della plancia si presenta piuttosto pulito e senza troppi fronzoli, ma non per questo povero. Anzi, tutt’altro: le plastiche, pur essendo rigide al tatto, sono di buona qualità, ed il loro assemblaggio è convincente. Sulla console centrale sono integrati alla perfezione i comandi dell’autoradio ed i tre circolari del climatizzatore, mentre la strumentazione è composta dall’unico grande quadrante dietro al volante,attorno al quale si trovano le diverse spie di servizio. C’è poi, sulla sinistra, il piccolo satellite del contagiri, che come vedremo ha una sua utilità, dato il “peperino” che c’è sotto il cofano. A rendere il tutto più originale ci pensano gli inserti bianco laccato, mentre un tocco da vettura di classe superiore è dato dai comandi sul volante, che stranamente sono concentrati su una sola razza.

Abitabilità:lo spazio è notevole in rapporto alle dimensioni. Non può dirsi altrettanto per il bagagliaio.

Già guardando il design degli esterni non c’è dubbio che la Splash sia stata pensata con l’obiettivo di offrire un’ ottima abitabilità interna in rapporto agli ingombri esterni contenuti. Questo obiettivo, in particolare grazie alla carrozzeria rialzata, è stato pienamente raggiunto, perchè la Spalsh risulta accogliente anche per 4 passeggeri adulti, persino se molto sviluppati in altezza. Sarebbe omologata anche per 5 persone, ma come in tutte le vetture di questo segmento in tre dietro ci si può stare solo per brevi spostamenti. Tutta questa abitabilità interna è andata un filo a discapito del bagagliaio, che ha una capienza di 178 litri. Un po’ pochini. La situazione migliora ribaltando gli schienali posteriori: così si ottiene un volume di carico a prova di grandi spese all’Ikea.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4/5]

La città è il suo regno, ma si comporta egregiamente anche fuoriporta.

Innanzitutto la città: è proprio questo il suo regno. Qui la Splash fa valere le sue doti di agilità, aiutata dalle dimensioni compatte, e da sterzo e frizione piuttosto leggeri. Il cambio manuale a 5 rapporti ha degli innesti dal sapore molto “meccanico”, e non si impunta mai. Ciò, insieme al motore piuttosto brillante fa si che la Splash sia sempre vivace al semaforo, e mai affaticante nelle continue ripartenze. Ma siccome non si vive di sola città abbiamo anche scoperto che la piccola Suzuki si comporta egregiamente anche fuoriporta, dove fa valere una stabilità sempre a prova d’errore, ed un comportamento decisamente rassicurante. L’assetto non troppo cedevole, infatti, le regala una piacevole sensazione di compostezza, anche nei curvoni in appoggio sulle ruote esterne presi a tutta velocità. In autostrada, infine, non è tra le auto più silenziose in assoluto ma non ci si può affatto lamentare. Torniamo a parlare un attimo dello sterzo: la prontezza ai piccoli angoli non è il suo pezzo forte, ma comunque mostra sempre delle buone doti di progressività, che lo rendono un comando perfettamente in sintonia con la vettura. Bene i freni, che non sembrano soffrire più di tanto neanche sotto sforzo prolungato.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4.5/5]

Il 1.2 è un bel peperino. Nessuna concorrente aspirata di pari cilindrata ha così tanti cavalli.

Il piccolo 1.2 a fasatura variabile ha il record di potenza tra gli aspirati di questa cilindrata: 94cv non li hanno neanche moltissimi 1.4. Ciò, alla guida, si traduce in una brillantezza a tratti davvero sorprendente. Sotto i 2000 giri/min il quattro cilindri sembra un po’ spento, ma basta superare i 2500 per rendersi conto che in realtà il motore è davvero un bel peperino, a cui non dispiace affatto allungare verso le zone alte, tanto che vale la pena di tenere d’occhio il piccolo contagiri di cui parlavamo in precedenza. Tutta questa potenza, insieme al peso di poco superiore ai 1000 kg, fanno si che la Splash raggiunga i 100 km/h in appena 11,5 sec. Sorprendente se consideriamo che la media delle competitor con cilindrata analoga è sui 13-14 sec. Anche la velocità massima è ragguardevole: il dichiarato è di ben 175 km/h.

Consumi e Costi: [xrr rating=4/5]

Beve il giusto, specialmente a fronte di prestazioni così brillanti.

Sebbene sia decisamente potente il 1.2 VVT ha anche il pregio di non essere troppo assetato: il dato dichiarato dalla casa parla di medie di 5.1 litri/100km nel ciclo combinato, mentre noi, durante la nostra prova, ci siamo assestati sui 16 km/lt in base a quanto indicato dal computer di bordo. La Splash non è la citycar “economica” della gamma Suzuki: quel ruolo è riservato alla Alto. Infatti questa versione “1.2 VVT Style” si fa pagare 13.790€, che in assoluto non sono pochi, ma che comunque sono adeguati alla dotazione di serie completa, ed in generale ai contenuti della vettura.

In conclusione

Grazie a questo restyling che l’ha rinfrescata a dovere la Splash ha saputo mantenere intatta la sua competitività, anche in un segmento affollato come quello delle citycar e, perchè no, anche in quello delle piccole monovolume. La Splash, infatti, è proprio una via di mezzo tra le normali utilitarie, tipo Aygo e Up!, rispetto alle quali può vantare un corpo vettura decisamente più rialzato, e le piccole monovolume, tipo la C3 Picasso e la 500L, rispetto alle quali è di gran lunga più compatta. In qualunque modo la vogliate classificare, in ogni caso, sappiate che potrete godere delle frizzanti prestazioni di quel peperino del 1.2 VVT, che insieme all’abitabilità interna sono il pezzo forte della vettura.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Motore: le prestazioni sono il sale della vettura.Bagagliaio: la capienza va bene per la spesa o poco più.

Suzuki Splash 1.2 VVT Style: la Pagella di Motorionline

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