Abarth: una sportiva tutta nuova entro due anni

Abarth: una sportiva tutta nuova entro due anni

Qual’è il prezzo del riesumare un apparato in necrosi? Qual’è il costo di ridar vita, cavando reumatismi, acciacchi e la polvere depositatasi sopra, ad un’entità dimenticata nell’armadio degli scheletri? Se si chiama Abarth, può accadere che voglia tornare ad essere un costruttore consapevole, sapiente, agguerrito e scalatore.

Se il Lingotto dispensa vita alle proprie figlie, le aziende controllate, perchè non lasciare anche una certa tolleranza di riccioli barocchi? Il programma di Abarth, quello in cui si leggeva la possibilità di realizzare una vettura sportiva di piccole dimensioni, creata in toto dal marchio dello Scorpione e che non fosse una mera, secca, querula rielaborazione di una già esistente vettura Fiat, non è ancora stato completamente dimenticato.

Qualora l’ipotesi di un’automobile sportiva potesse parere anacronistica, allorquando il costruttore non possedeva ancora i prerequisiti di peso industriale, oggi, dopo aver realizzato un listino forte di quattro vetture che si sono avvicendate al soglio mediatico, Abarth ha acquisito quella maturità necessaria per permettersi il machiavellico proposito.

Via alle danze: se anzitempo s’aveva suggerito il presidio Lotus, che avrebbe potuto offrire il pianale per la vettura, oggi si declina gentilmente l’offerta e non si vuole condividere con alcun costruttore la paternità della sportiva. Abarth, con forte probabilità, riprenderà in mano la piattaforma di Fiat 500, per trarne una vettura leggera, due posti secchi, dotata di 240 cavalli.

Conferme a parte, la notizia rincuora: un label sportivo accessibile, all’interno del Gruppo Fiat, aprirebbe, forse, l’accesso ad un bacino d’utenza ancora maggiore.

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