BMW X4 xDrive 2014, primo contatto

Debutta anche il SAC compatto

BMW X4 - Nasce il fratello minore dell’X6, 20 centimetri in meno di lunghezza, 10 di larghezza, e 8 in altezza che gli regalano una dinamica di guida ancor più sportiva. Disponibile con 3 motorizzazioni a benzina e altrettante a gasolio, porta al debutto il nuovo 2.000 diesel da 190 CV. Prezzi da circa 50.000 euro

BMW nel 2014 porta al debutto ben 10 nuovi modelli, alcuni dei quali rappresentano l’entrata in segmenti ancora inesplorati. Dopo la Serie 3 GT, la i8, e subito prima della Serie 2 Activ Tourer, ecco la X4. Il primo semestre dell’anno sembra aver premiato le scelte, con un risultato del gruppo appena sopra la soglia del milione di veicoli venduti, con un +6,9% rispetto al precedente esercizio. Negli anni ’90 abbiamo incominciato a parlare di SUV, termine nato soprattutto in seguito all’enorme successo commerciale di questo tipo di veicoli, che piacciono al pubblico femminile almeno quanto a quello maschile. BMW quando presentò il suo primo prodotto, la X5 nel 1999, volle dare un chiaro segnale di quale fosse il suo approccio al tema. Nacque così l’acronimo SAV, perché nella definizione Sport Utility Vehicle la seconda parola veniva sostituita con Activity, proprio per sottolineare la sportività più marcata, in linea con l’immagine della casa dell’elica. Da allora la Serie X ha venduto 3,2 milioni di veicoli, che rappresentano circa il 30% del totale di BMW. Solo in Italia 185 mila, con un picco nel 2011 del 45% del totale delle vendite. Rappresentiamo il quarto mercato, dopo Cina, Usa e Germania. La famiglia “X” si è via via popolata di nuovi modelli, dopo l’X5, arrivarono i fratelli minori X3 ed X1, e nel 2008, quello che sembrava un esercizio di stile di qualche designer fantasioso, piacque al punto di far nascere un nuovo segmento. L’X6 era il primo, e ad oggi ancora l’unico, Sport Activity Coupé. Ora con l’X4 la gamma si completa verso il basso, viste le dimensioni ridotte rispetto al fratello maggiore, ma soprattutto nella direzione di una migliore dinamica di guida. Proprio per questo il BMW Performance Control è di serie su tutte le versioni, così come il Variable Sport Steering. La trazione integrale ed il cambio sportivo automatico a 8 marce, con paddle al volante (su tutte le X4 tranne che la 20i). Fa eccezione solo la X4 20d, che monta il manuale a 6 rapporti, ma che comunque prevede lo Steptronic sportivo come optional. Proprio come quasi tutta la Serie X (tutte esclusa l’X1) verrà prodotta nello stabilimento americano di BMW. Nato nel 1994, in 20 anni vi sono state costruite 2,6 milioni di vetture, ed oggi con gli ultimi investimenti è in grado di “sfornare” 1.000 auto al giorno, circa 350.000 all’anno. L’X4 si pone l’obiettivo di replicare il successo del fratello maggiore, che ha creato un segmento, in cui fino ad oggi era rimasto solo, ma che vedrà presto più concorrenza, come quella del Mercedes ML Coupé. 250.000 X6 venduti in 6 anni, di cui 16.000 in Italia, numeri certamente importanti, che giustificano lo studio di un modello più piccolo, questa volta basato sull’X3. Di questa l’X4 mantiene inalterati molti valori, come la larghezza, il passo, le carreggiate ed il peso, diventa però poco più lunga e più bassa, quindi più affusolata e sportiva. Oltre che nelle dimensioni, questa vocazione viene rimarcata sia dal punto di vista estetico che nella tecnica. Il muso è caratterizzato da gruppi ottici nuovi, uniti nelle linee al doppio rene della calandra, di serie sono Xeno, ma si può optare per la versione full led, di serie sugli elementi posteriori. Dettagli a parte le linee restano sostanzialmente molto simili al modello con il quale condivide la piattaforma, la grande novità è la coda da coupé.

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L’ampio portellone posteriore elettrico di serie, per chi avesse un box con altezza ridotta, è regolabile nella sua apertura massima su 5 posizioni. Proprio il bagagliaio, con una capienza da 500 a 1.400 litri, rappresenta uno dei pregi dell’X4, resta infatti quasi invariato nel passaggio a coupé. Sottopelle il lavoro che è stato fatto per darle un’iniezione di sportività è molto e l’handling ringrazia. Il BMW Performance Control è un’evoluzione di quanto già visto sull’X6, con il controllo della trazione sulle singole ruote dell’assale posteriore. Se qualcuno crede che sia come avere un differenziale autobloccante si sbaglia, qui l’azione avviene in modo preventivo, non in reazione ad una perdita di aderenza. Per l’X4 il tutto viene gestito tramite i freni, in modo più semplice, ma comunque efficace, rispetto all’X6. Anche lo sterzo beneficia di miglioramenti, grazie soprattutto al Variable Sport Steering offerto di serie. A chiudere il cerchio, concedeteci il gioco di parole, una gommatura “esagerata”: di serie con le motorizzazioni più potenti troviamo delle posteriori da 275/40 R19 (ma si parte in ogni caso almeno da 245/50 R18) e si possono avere anche delle 275/35 R20. Salendo a bordo ci si accorge subito che l’X4 non è banalmente un X3 con il tetto schiacciato nella parte posteriore. La seduta scende di 20mm, la posizione di guida è più sportiva, ma senza esagerare. Le regolazioni sono ottime e consentono di posizionarsi al meglio. Delle 6 motorizzazioni a listino (3 diesel e 3 benzina), BMW ci ha consentito di provarne addirittura 4, tutte quelle a gasolio ed il top di gamma benzina, la X4 35iA da 306 CV. Partiamo con quella che, possiamo anticiparvelo, è forse la migliore, il 3 litri a gasolio da 258 CV.

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Qualche metro per far scaldare il propulsore e prendere dimestichezza e iniziamo a maltrattarla un po’ su un tragitto che è il meglio che si possa desiderare per provare un’auto. Le colline della toscana senese, con strade piene di curve e saliscendi ci consentono di apprezzare la precisione e la stabilità della X4. I trasferimenti di peso sono quasi inavvertibili ad andature anche piuttosto sportive e nemmeno si sente il rumore delle grosse Pirelli Pzero che aggrediscono l’asfalto in curva, a dimostrazione delle qualità a livello di handling. L’assetto però non è così rigido da diventare scomodo, lo conferma la perfezione con cui la X4 asseconda le irregolarità del fondo stradale, anche in presenza di buche o tombini. Nemmeno i cerchi da 20” sono nemici del comfort, difficile crederlo, ma i super ribassati “barra” 35 non sembrano soffrire neanche i colpi secchi in velocità. Le prime impressioni sono quindi molto positive, difficile fare meglio con circa 19 quintali di peso a vuoto. Saliamo sulla seconda vettura, una X4 xDrive 20dA, più “magra” di 90 Kg rispetto al “3 mila”, e con il nuovo propulsore 2 litri a 4 cilindri, capace di 190 CV e 400 Nm a 1.500 giri. Queste saranno con molta probabilità le due best seller della famiglia X4, anche se BMW, vista la vocazione sportiva di questo modello, punta forte sulle due motorizzazioni top di gamma con oltre 300 cavalli. La più piccola delle unità a gasolio è la scelta più razionale, ed è ottima da molti punti di vista. Innanzitutto la sua cilindrata e quindi la possibilità di passare più inosservati al fisco italiano, in questo periodo storico, già da sola fa la differenza, ma non solo. Il nuovo 4 cilindri risulta ottimo anche nei consumi e nelle prestazioni, dove non soffre assolutamente la mole della X4. Uno 0-100 in 8 secondi, qualcosa in meno scegliendo lo Steptronic a 8 marce, rende bene l’idea, ma è guidandola che arrivano le giuste conferme che non siamo di fronte ad una motorizzazione sottodimensionata. Ovvio però che la maggior cubatura, come abbiamo avuto modo di constatare su altre vetture, anche in questo caso faccia la differenza a livello di piacere di guida. Il 3 litri, sia esso il 258 o il 313 cavalli, è di un livello nettamente più elevato. Più tondo e pieno, soprattutto nella guida turistica, è poi capace di prestazioni monstre, con un’accelerazione da 0-100 rispettivamente in 5,8 e 5,2 secondi e, soprattutto, di 560 e 630 Nm di coppia massima, sempre a 1.500 giri. Tradotto, quando si schiaccia a fondo con il piede destro vi incolla al sedile, si sorpassa in pochi metri e si raggiungono velocità folli. In più il sound è decisamente più accattivante, con una voce quasi da benzina oltre i 4.000 giri, più metallica sulla 35dA, capace di prestazioni in linea con il 3 litri Twin Turbo benzina, se non superiori.

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Le abbiamo provate entrambe, partendo dalla X4 35iA. Se l’allungo, con la spinta che cresce fino quasi alla soglia dei 7 mila giri, ed una sonorità da pelle d’oca, da soli giustificherebbero la scelta dell’unità a benzina, razionalmente è quasi impossibile non preferirle la 35dA. Ha tanta coppia in più, non potrebbe che essere così, con il benzina che si ferma a “soli” 400 Nm a 1.200 giri, 7 cavalli in più (313 contro 306), e lo lascia indietro di 3 decimi sullo 0-100, malgrado sia più pesante di 45 Kg. Tutti dettagli, fino a qui continueremmo forse a scegliere ancora il buon “vecchio” benzina a 6 cilindri, ma i consumi di questo sono superiori di un buon 40% a pari andatura rispetto al diesel. Se anche questo dato vi fosse indifferente, sappiate che la X4 35iA costa 2.000 euro in meno della 35dA, avete un “bonus” di oltre mille litri di combustibile prima di colmare il gap dei consumi… Una nota finale dopo aver provato la X4 con i due propulsori più sportivi: se ci prendete gusto la mole si inizia a far sentire, ma è comunque piuttosto facile da assecondare anche negli spostamenti di carico nella guida più estrema. Quando si entra in curva in staccata ed il retrotreno tende ad allargare un po’, basta una piccola correzione con lo sterzo e lei torna su due binari, con una velocità di percorrenza degna di una vettura sportiva.

Tre le versioni disponibili, con la standard affiancata dalla MSport, caratterizzata da particolari a contrasto come i profili dei finestrini neri ed elementi rossi negli interni, e dall’xLine che punta invece sull’eleganza. I prezzi vanno dai circa 50 mila euro della X4 20d (49.200 euro) e 20iA (1.000 in più) ai 62.000 euro della X4 35dA, che diventano quasi 67.000 negli allestimenti MSport ed xLine. Ricordiamo infine che la X4 è già in vendita da qualche settimana.

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