Citroën AMI8: i 50 anni della storica evoluzione dell’AMI6 [FOTO]

Introdotta al Salone di Ginevra del 1969

Una sintesi dedicata alla compatta realizzata dalla casa francese dopo la AMI6

La Citroën AMI8 segue la AMI6, risultando concettualmente affine ma rinnovata a livello sostanziale. Fu mostrata al Salone dell’Auto di Ginevra nel lontano 1969.

Gli otto punti dell’AMI8

Riprendendo alcune indicazioni risalenti al 1972, la storica media per famiglie era stata riassunta in otto punti partendo dalla tenuta di strada, evidenziando un carattere prettamente composto. Quindi altri elementi come la sicurezza; la presenza di sospensioni ad interazione che collegano anteriori e posteriori del medesimo versante e sull’asse anteriore una barra antirollio; soluzioni funzionali per il comfort a bordo. Ancora una certa praticità valutando i 3,99 metri di lunghezza per 1,5 m³ di spazio utilizzabile e un pianale di carico lungo 1,65 m; una resistenza legata a un propulsore a due cilindri orizzontali raffreddato ad aria e un radiatore dell’olio similare a quello della auto da competizione per rafforzare l’affidabilità, semplificando comunque la manutenzione, altro aspetto chiave messo in evidenza. Infine l’economia, considerando i citati costi nel periodo di “6,4 litri di benzina per 100 km”, riprendendo ancora le indicazioni.

La vettura

Le linee dell’auto sono state impostate da Robert Opron, assistente del celebre Flaminio Bertoni (che ha dato forma ad alcune delle Citroën più famose come ad esempio la prima Traction Avant o l’indimenticabile DS19). Il designer francese, dopo la scomparsa del grande artista italiano nel 1965, si occupò del rinnovamento della AMI6 che portava la firma di Bertoni. Una vettura che anticipò la successiva VISA. La nuova AMI8 fu sviluppata con tecnologie di stampaggio delle lamiere e strumenti informatici del Centro Stile Citroën. Come ricordato, la linea della precedente AMI6 fu “semplificata“, escludendo i bordi del cofano e dei parafanghi nella zona frontale definendo una “fastback”, preservando comunque la zona posteriore pensando alla Break, per poi riplasmare l’anteriore stesso e l’abitacolo. Una vettura evoluta meccanicamente, viste le accennate sospensioni indipendenti su quattro ruote con sistema antibeccheggio, come segnalato, ma anche sostanzialmente. La plancia, poi, rimandava in parte a quanto visto su Dyane e prefigurava quanto sarebbe poi apparso sulla GS.
La panoramica AMI del Doppio Chevron con la “8” oltrepassò il milione e mezzo di unità realizzate. Furono intorno al milione e ottocentocinquanta mila al termine della produzione quasi alla conclusione degli anni ’70. Tra le versioni si cita anche la più potente Super del 1973, spinta da un’unità motrice a 4 cilindri boxer di un litro, che proiettava l’auto intorno ai 150 km/h di velocità. Anche in questo caso di parla di versioni berlina, Break e “Service”, impostata come un veicolo commerciale di tipo leggero, riprendendo ancora le informazioni.

Foto: Citroën

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