Coronavirus: si sono fermati anche molti lavori stradali

Tra problemi logistici e burocratici

Coronavirus: si sono fermati anche molti lavori stradali

Il lockdown per il coronavirus ha avuto un effetto negativo anche sui lavori stradali. Nonostante queste attività erano consentite, anche durante il blocco totale, le operazioni si sono fermate o sono state rallentate notevolmente, soprattutto a causa di difficoltà burocratiche. Le vendite di bitume sono crollate del 46% a marzo e peggiorate ulteriormente ad aprile, dopo la crescita del 2019.

I motivi del blocco di molti lavori

I lavori si sono fermati inizialmente per i rischi legati al virus, successivamente per la difficoltà di reperire i dispositivi di protezione individuali, come mascherine e guanti, obbligatori per poter rispettare i nuovi protocolli di sicurezza e prevenzione.

Molte aziende sono riuscite ad adeguarsi a queste nuove misure, ma c’è stato un rallentamento delle attività operative all’interno delle stazioni appaltanti, come Comuni e Province. Con un allungamento delle procedure per ottenere i permessi, per lo smart working del pubblico impiego.

I dati sulla vendita del bitume

A dare un panorama sulla situazione, c’è la vendita del bitume per l’asfalto. Nel 2019 aveva nuovamente toccato i 30 milioni di tonnellate, quota mai raggiunta nei dieci anni precedenti, ed i primi due mesi del 2020 avevano fatto registrare un incremento del 23%, rispetto all’anno scorso.

L’arrivo del coronavirus ha bloccato questa crescita, facendo appunto crollare le vendite del 46% a marzo ed ancora più pesantemente nello scorso mese di aprile.

Come agevolare la ripresa

Ed ora cosa fare? “Occorre agire prioritariamente su due fronti – le parole di Michele Turrini, presidente SITEB (Strade Italiane e Bitumi) accelerare il pagamento dei debiti arretrati della PA agli imprenditori e superare la burocrazia che tiene ferme opere già decise. Non ultimo, riteniamo prioritario riconoscere alle imprese i maggiori oneri sostenuti per la sicurezza dei lavoratori”.

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