Fusilli, CEO Renault Italia: “Prima giocavamo un solo sport, adesso dobbiamo giocarne 5”
“La transizione ecologica non può essere una questione che riguarda solo l’industria dell’auto”
Negli ultimi anni il Gruppo Renault ha attraversato molti cambiamenti. Sicuramente l’inizio è stato segnato dall’arrivo di Luca de Meo nel ruolo di CEO, a cui è seguito l’annuncio della “Renaulution”, ovvero la rivoluzione della casa della Losanga. Una rivoluzione di cui abbiamo avuto diversi assaggi e che proprio nell’immediato futuro diventerà incredibilmente concreto. Abbiamo voluto scoprire cosa ci riserva il futuro del marchio, in questa intervista esclusiva con Raffaele Fusilli, CEO di Gruppo Renault Italia.
Sono passati alcuni anni dall’annuncio di Luca De Meo che ha dato inizio alla “Renaulution”. Com’è cambiato il Gruppo Renault in questo periodo?
Da gennaio 2021, quando Luca de Meo ha lanciato la Renaulution, il nuovo piano strategico che ri-orientava la strategia del Gruppo passando dalla corsa ai volumi alla creazione di valore, il Gruppo ha subìto una trasformazione epocale del suo business model. Sono state create basi sane e solide per le nostre performance e razionalizzate le nostre operazioni per alimentare la forza delle 4 Marche del Gruppo. È stata una rivoluzione copernicana, un atto di grande coraggio.
Abbiamo poi anticipato di gran lunga il timing previsto per la riduzione dei costi, con una velocità che non ha precedenti nel mondo dell’auto, ed è stata ridefinita la gamma in modo sostanziale; abbiamo appena lanciato sul mercato Nuovo Austral e, per citare solo alcuni modelli, poi sarà la volta di Espace e della Scénic 100% elettrica, quindi della R5 elettrica che arriverà nel 2024 e della R4 che vedremo sulle nostre strade nel 2025.
Last but not least, a novembre scorso Luca de Meo ha annunciato l’apertura del terzo capitolo del piano Renaulution, la “Revolution”, il cui obiettivo è preparare l’azienda alle future sfide e alle opportunità derivanti dalla trasformazione del nostro settore industriale, per diventare un gruppo automobilistico della Prossima Generazione. Cosa significa? Che mentre prima giocavamo un solo sport adesso dobbiamo giocare 5 sport diversi, quello della tecnologia con i veicoli elettrici, quello delle nuove mobilità, quello dell’eccellenza ingegneristica sportiva e quello dell’economia circolare, non dimenticando che ancora per molti anni il brand and butter arriverà dai motori termici. Luca de Meo ha immaginato questa totale ridefinizione dell’azienda con 5 Business Unit: Ampere- Mobilize- Alpine- The future is neutral -Power.
Per giocare questi 5 sport diversi è necessario riorganizzarsi ed allearsi. Ci affideremo, dunque, a partner che parteciperanno ai nostri vari progetti, leader nei rispettivi settori, come Google e Qualcomm Technologies, ad esempio. Dall’essere un’azienda automotive che fa uso della tecnologia passeremo ad essere sempre più un’azienda tecnologica che fa uso delle auto.
L’Unione Europea ormai ha dettato l’agenda per la mobilità del futuro. Dal 2035 niente più vendite di auto con motore termico. Come si fa a progettare le auto facendo combaciare questa scadenza con l’attuale richiesta del grande pubblico ancora concentrata su motori a gasolio e benzina?
Pionieri dei veicoli elettrici quando nessuno ancora ci credeva così fermamente, noi del Gruppo Renault siamo totalmente impegnati nel processo di decarbonizzazione, ma non solo noi ormai; i costruttori europei stanno investendo 250 miliardi di euro nell’elettrificazione! Oggi c’è un gran dibattito su questo tema, ognuno ha la sua opinione, anche critica talvolta, ma noi costruttori siamo coloro che stanno investendo concretamente e mettendo risorse sul tavolo. Peraltro, nella lotta alla riduzione dell’impatto della mobilità, non dovremmo ignorare la neutralità tecnologica; il nemico è l’inquinamento, non una tecnologia o l’altra. Oggi, ad esempio, da un punto di vista scientifico, la tecnologia ibrida high-tech può competere in termini di impronta di carbonio. Proprio in quest’ottica, a novembre scorso Geely e il Gruppo Renault hanno siglato un accordo quadro per la costituzione di una nuova azienda mondiale che sviluppi, produca e fornisca la prossima generazione di gruppi motopropulsori termici ibridi a basse emissioni, per rispondere alla domanda mondiale dei prossimi anni. Pochi giorni fa, Aramco ha siglato una lettera di intenti per entrare a far parte di questa nuova azienda, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di soluzioni a base di carburanti sintetici e di tecnologie a idrogeno di nuova generazione.
Cosa manca alle auto elettriche per avere successo? Le istituzioni si sono mosse per sviluppare l’infrastruttura dedicata alle vetture elettriche?
La transizione ecologica non può essere una questione che riguarda solo l’industria dell’auto, è uno sport di squadra che dobbiamo giocare insieme ed è fondamentale che le istituzioni assumano la responsabilità di orchestrare le strategie dei diversi player coinvolti. Lei citava giustamente l’infrastruttura di ricarica pubblica: con 2.000 stazioni di ricarica installate ogni settimana in Europa, siamo ancora molto lontani dalle 14.000 che sarebbe necessario installare settimanalmente, secondo gli esperti, per assicurare la transizione all’elettrico o almeno per servire i veicoli elettrici che sempre di più circolano ogni giorno sulle nostre strade. Ci sono ancora differenze enormi tra i Paesi EU in termini di velocità di installazione dell’infrastruttura. Oggi, circa il 50% dei punti di ricarica dell’Unione Europea sono concentrati in soli due Paesi, l’Olanda e la Germania. La Germania, ad esempio, ha stanziato nel PNRR 4 miliardi e mezzo per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, rispetto ai 700 milioni stanziati in Italia. In Germania ci sono 78mila punti di ricarica e in Italia 30mila. È evidente che l’infrastruttura non è ancora considerata una priorità e ciò crea un paradosso, perché se da una parte dobbiamo fare la corsa al 2035, dall’altra non siamo ancora per nulla pronti. Dobbiamo dunque far sì che la consapevolezza diventi più forte, che aumentino gli investimenti sia per le infrastrutture che a sostegno della domanda – perché il 40% in media di differenziale tra auto termica ed auto elettrica pesa nelle tasche degli italiani – e poi c’è tanto da lavorare ancora sulle fonti di energia rinnovabili, se pensiamo che in Italia solo il 20% dei consumi energetici è coperto da fonti rinnovabili. Quindi potremmo essere tutti felici di circolare in elettrico, ma se l’elettricità sarà ancora prodotta da carbone e da gas, l’impatto sulla riduzione della CO2 sarà molto basso.
Viene criticato spesso il fatto che le auto elettriche, per quanto a emissioni zero nel luogo di circolazione, alla fine inquinino per la loro produzione e per lo smaltimento futuro delle batterie. Renault come si sta muovendo in questo senso?
Noi siamo impegnati già da tempo in materia di economia circolare, con la nostra REfactory di Flins, quella di Siviglia in Spagna e un progetto che riguarderà a breve anche l’Italia. Per consolidare l’impegno nell’economia circolare e progredire sulla strada della neutralità delle risorse, ad ottobre scorso il Gruppo Renault ha annunciato la creazione di una nuova entità: The Future Is NEUTRAL, che di fatto è la prima azienda dell’industria automotive dedicata all’economia circolare a 360°, dal ciclo chiuso dei materiali al riciclo delle batterie appunto. Quest’azienda offre, quindi, soluzioni di riciclo a ciclo chiuso per ogni singola fase della vita del veicolo: approvvigionamento di componenti e materie prime, produzione, utilizzo e fine vita. Oggi copre attualmente circa il 50% della catena del valore, puntando a oltre il 90% nel 2030; è destinata a diventare leader europeo dell’economia circolare a ciclo chiuso nel settore automotive, su scala industriale. Sarà, infatti, al servizio sia del Gruppo Renault che di tutta la filiera.
Il concetto di proprietà dell’auto sta cambiando. Noleggi a lungo termine e leasing sono la soluzione del futuro anche per i privati?
Oggi assistiamo ad una rapida evoluzione del ruolo delle auto nelle nostre città e i clienti stanno sviluppando un’idea diversa dell’auto, constatando il gap spesso esistente tra costo del veicolo e il suo effettivo utilizzo nel quotidiano. Con Mobilize, una delle Marche del Gruppo Renault, accompagniamo i nostri clienti verso una nuova modalità di fruizione dell’automobile, promuovendo la transizione dalla proprietà all’utilizzo con nuove soluzioni di mobilità più flessibili, come il car sharing e l’abbonamento.
Sempre più persone, infatti, oggi desiderano avere a disposizione l’automobile solo quando serve loro effettivamente, per un’ora, un giorno, un mese o un anno.
A maggio 2021, in Italia abbiamo comunicato il lancio del Car Sharing Mobilize, denominato Mobilize Share, 100% elettrico, gestito direttamente dai concessionari del Gruppo Renault e presente in 15 comuni italiani. Il servizio è utilizzato da una clientela molto vasta, dai giovanissimi che non hanno ancora una vettura di proprietà a persone attratte dalla libertà di movimento che questo servizio può offrire. Sono uomini e donne che utilizzano le vetture per qualche ora o alcuni giorni, per lavoro o per turismo nei weekend, e i livelli di soddisfazione sono molto elevati. La copertura territoriale di Mobilize Share in Italia è in fase di espansione, grazie ad un piano che prevede nei prossimi mesi l’apertura di altre città del Nord, Centro e Sud Italia.
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