Hyundai Veloster: prova su strada

Linea da concept per un'auto fuori dagli schemi

Quando una casa automobilistica “va bene”, quando le vendite e gli utili fanno segnare stabilmente segno più, spesso lo si capisce anche dai modelli che vengono lanciati sul mercato: modelli particolari, non da grandi numeri, ma che hanno il compito fondamentale di contribuire a costruire o a consolidare l’immagine del marchio. La Hyundai Veloster è proprio uno di questi. Se fino a poco tempo fa, infatti, pensare ad una Hyundai che lasciasse a bocca aperta chi la vedesse passare era un’utopia, adesso questa esiste e di teste ne fa girare davvero parecchie, manco avesse un cavallino rampante sul cofano. La vera novità è dunque proprio quest’immagine giovanile, sportiva e dinamica, che fino a pochi anni fa non aveva nessuna vettura della casa coreana.

Design e Interni: [xrr rating=4.5/5]

Non c è alcun dubbio che la Veloster sia, in assoluto, tra le vetture sul mercato dal design più originale e personale, nonché spettacolare, tanto da sembrare più una concept car da “salone” piuttosto che una vettura di serie. Come se già non bastassero delle forme totalmente differenti rispetto a qualsiasi altra vettura in commercio, guardandola prima da un lato, e poi dall’altro, si nota un’altra peculiarità della vettura: se da una parte, infatti, la Veloster può sembrare perfettamente un coupé a 3 porte, dall’altra, grazie alla porta posteriore, può quasi passare per una berlina di segmento c. Dunque le fiancate sono asimmetriche e il vantaggio di questa soluzione è che dal lato destro, grazie alla porta in più, l’ accessibilità ai sedili posteriori è notevolmente facilitata rispetto al lato con una sola porta. Nel complesso la linea della vettura è quindi molto intrigante ed aggressiva, così bassa e larga, tanto da dare l’idea di essere ben “piantata” sull’asfalto. Alcuni dettagli, poi, sono semplicemente spettacolari: le prese d’aria sul cofano sembrano quelle di un’auto da corsa, lo scarico centrale, inglobato nell’estrattore posteriore, fa davvero tantissima scena, e gli inserti gialli nei cerchi, in tinta con la carrozzeria, sono davvero scenografici.

Il frontale è caratterizzato dalla grande mascherina esagonale, tipica del family feeling della casa coreana, e dai fari dal taglio davvero aggressivo, quasi minaccioso, con le immancabili luci a LED diurne. Della fiancata colpiscono invece i passaruota pronunciatissimi, la linea del tetto spiovente verso la coda e l’incisione nella parte bassa, sotto la linea di cintura, che sembra quasi “scolpita” sulla carrozzeria. In coda, i fari sembrano incastonati in due linee concave, che si prolungano sul portellone del bagagliaio. Più in basso, come accennato prima, c è l’estrattore posteriore, con lo splendido scarico centrale. È da notare come sul portellone della Veloster, a differenza di tutti gli altri modelli della casa coreana, non ci sia la classica scritta Hyundai, quasi che la gente che la vede passare debba incuriosirsi e sforzarsi per capire di che auto si tratta. Date queste forme così, totalmente fuori dagli schemi, se non vi piace essere sempre al centro dell’attenzione, vi consigliamo di scegliere un colore un po’ più discreto del giallo della vettura che abbiamo provato, ma se non vi dispiace essere guardati, allora, prendetela proprio gialla, secondo noi il colore “perfetto” per questa vettura. Pensiamo, infatti, che sarebbe un peccato non valorizzare a dovere queste forme così particolari, optando per dei colori tradizionali, come ad esempio il nero o il grigio.

Posizione di guida

Appena saliti a bordo della Veloster ci è piaciuta sin da subito la posizione di guida: il bel sedile misto pelle è piuttosto in basso e discretamente fasciante, così si riesce a sentire bene la strada e non si viene sballottati a destra e a sinistra nelle curve. La seduta bassa consente anche di guidare con le gambe semidistese e il volante multifunzione, quasi verticale, ha davvero una bella impugnatura. La plancia ha un design molto sofisticato, con delle linee che si sovrappongono tra loro, e la console centrale prominente, dove troviamo in posizione piuttosto raccolta, lo schermo touchscreen del sistema di infotainment, e più in basso i comandi del clima. Un design così particolare non ha comportato però alcun problema di funzionalità, perché tutti i comandi sono ben visibili e facilmente raggiungibili. Molto piacevole è anche il design del cruscotto, caratterizzato dai due strumenti circolari, tagliati a fetta di salame, e dalla grafica del quadro strumenti che “appare” non appena si inserisce la chiave. L’insieme ha quindi un aspetto decisamente gradevole ed appagante, ed i materiali utilizzati sono tutti quanti di buona qualità: soltanto le plastiche della plancia sarebbero potute essere un po’ più morbide al tatto. Nulla di dire, invece, circa la qualità degli assemblaggi e degli accoppiamenti, a livelli da tedesca.

Abitabilità e bagagliaio

Non bisogna lasciarsi trarre in inganno dal design molto sportivo della vettura; dimenticatevi quindi gli abitacoli claustrofobici di certi coupé a quattro posti, perché qui, sulla Veloster, lo spazio a disposizione per 4 passeggeri c è ed è praticamente paragonabile a quello di una berlina tradizionale. In particolare chi sta seduto dietro gode di ampio spazio sia in larghezza che per le gambe, e soltanto i più alti avvertiranno la presenza del tetto spiovente e del lunotto basso. Tra l’altro la testa dei passeggeri posteriori si trova proprio sotto il vetro del lunotto posteriore, il che consente di godere di un’ottima luminosità. Quindi, per capirci, anche i più corpulenti, seduti dietro, non avranno mai quella sensazione di trovarsi “prigionieri” che si prova sui sedili posteriori di certe sportive. Anche il bagagliaio ha una capacità di carico paragonabile a quella di una berlina tradizionale, grazie ai suoi 320 litri. L’unica critica va alla soglia di carico che è inevitabilmente piuttosto alta.

Comportamento su Strada: [xrr rating=4.5/5]

Per quel che riguarda il comportamento su strada si potrebbe tranquillamente fare copia-incolla di quanto detto riguardo all’abitabilità interna: non bisogna quindi lasciarsi trarre in inganno dall’aspetto molto sportivo. Se non fosse per i cerchi da 18” il comfort di marcia, infatti, non sarebbe poi così lontano da quello della Hyundai i30 che abbiamo provato di recente: anche sulle sconnessioni più accentuate la risposta delle sospensioni non è mai troppo “secca”, mentre la silenziosità di marcia è veramente notevole, in particolare al minimo, dov’è praticamente impossibile capire se il motore sia acceso o spento. Quindi, il non essere “estrema” fa di questa Veloster una vettura globale, adatta per la guida in città (dove si sconta però la visibilità limitata, specialmente nella tre quarti posteriore), ma anche per viaggiare in autostrada, dove si apprezzano invece la silenziosità di marcia e la stabilità nei curvoni. Ovviamente, però, non appena si alza un po’ il ritmo, emerge subito il lato più sportivo della vettura, che diventa divertente. L’assetto, infatti, pur non essendo eccessivamente rigido, neutralizza a dovere il rollio ed il beccheggio, e così, grazie anche allo sterzo sempre pronto e preciso e al grande appoggio offerto dalle gomme da 18”, curva dopo curva, ci si prende gusto e ci si diverte. Anche quando si esagera e si raggiungono i limiti, il comportamento della vettura si mantiene sempre esemplare, tanto che mettere in crisi la stabilità del retrotreno è quasi impossibile. Ci è piaciuto davvero molto il cambio: la leva ha un’escursione piacevolmente corta e gli innesti sono sempre secchi e piacevolmente meccanici, e per di più il pomello ha un’ottima impugnatura. Per gli amanti della cara vecchia trasmissione manuale, dunque, ogni cambiata sarà un vero e proprio piacere.

Motore e prestazioni

La Hyundai Veloster, per il momento, è offerta con una sola motorizzazione: un moderno 1.6 da 140 Cv, che sono davvero tanti per un motore aspirato di questa cilindrata: nessuna concorrente è in grado di fare meglio. Alla guida bastano pochi chilometri per capire il temperamento del propulsore, che mostra praticamente una “doppia anima”: in basso infatti è molto docile e lineare nell’erogazione, tanto da sembrare persino un po’ spento, mentre oltrepassati i 4000 giri/min tira fuori un bel caratterino, allungando con grinta e con una bella progressione. Dobbiamo dire che questa doppia faccia del propulsore non ci è dispiaciuta affatto: quando non si ha voglia di fare “i piloti”, specialmente nel traffico cittadino, un’erogazione così lineare, ai bassi regimi, consente infatti un’andatura molto regolare e confortevole, mentre quando ci si vuole togliere qualche soddisfazione basta inoltrarsi un po’ nella parte alta del contagiri per divertirsi. L’unico aspetto leggermente penalizzato da ciò è la ripresa, che specialmente in sesta è molto lineare e regolare, ma certamente non rapida. I dati dichiarati dalla casa confermano la brillantezza percepita alla guida: la velocità massima è di 201 km/h, mentre lo 0-100 viene coperto in 9,7 secondi.

Consumi e Costi: [xrr rating=4.5/5]

Se qualcuno di voi è perplesso per la mancanza di una motorizzazione a gasolio, lo possiamo rassicurare, perché, durante la nostra prova, abbiamo potuto constatare che questo 1.6 si accontenta di poca benzina, non facendo rimpiangere per nulla la mancanza dell’alternativa diesel.
Infatti, anche senza fare particolare attenzione, si realizzano con tutta tranquillità, in base a quanto indicato dal trip computer, medie di 6,8-7 litri/100 km, ma ci è anche capitato, su un tratto di strada poco trafficato, di raggiungere addirittura i 6,0 litri/100 km. Il listino della Veloster parte da 22.100 € per la versione base “comfort”, mentre quello della versione provata, la sport, è di 23.700 €. Dunque le cifre richieste non sono per nulla esorbitanti, anzi. Considerando la tipologia di vettura, risultano decisamente allettanti, specialmente se si considera la dotazione di serie davvero completa dell’allestimento sport: 6 airbag, comandi al volante, clima automatico, radio CD Mp3 con schermo touchscreen, cerchi in lega da 18” con inserti colorati, pedaliera sportiva in alluminio, interni misto pelle, accensione automatica fari e connettività Bluetooth. Mancano soltanto i sensori di parcheggio, che data la visibilità difficoltosa, sarebbero stati utili.

In conclusione

Beh, non vi possiamo nascondere che questa Veloster ci è piaciuta, e non poco, per il suo essere una vettura giovanile, totalmente fuori dagli schemi, e diversa da tutte le altre. Su strada si è comportata egregiamente, risultando, come sottolineato, sufficientemente comoda per la guida quotidiana, ma allo stesso tempo anche divertente tra le curve. Il tutto con un prezzo e dei costi d’esercizio accessibili, resi ancora più “allettanti” dalla tripla garanzia Hyundai. Presto vi racconteremo anche come si è comportata tra i cordoli della pista di Castelletto di Branduzzo, in attesa di poter mettere le mani sulla “gustosa” versione turbo da 186 Cv, in arrivo a breve sul mercato, e che ovviamente non vediamo l’ora di provare.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Il design spettacolare e l'intera concezione della vettura, totalmente fuori dagli schemi. Il comportamento su strada è il giusto compromesso tra comfort e sportività. Il cambio infine è davvero ottimo.La visibilità in manovra è problematica e non aiuta l'assenza dei sensori di parcheggio. La ripresa in sesta non è delle migliori.

Hyundai Veloster: la Pagella di Motorionline

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