Lamborghini Aventador SV: che SV..entola! Un mostro di potenza, ma non solo [PROVA IN PISTA]

Più 50 cavalli, meno 50 chili, per una cattiveria senza eguali. Una vera vettura da competizione, con targhe e fari.

SV, appena due lettere, ma con un significato ed un peso mica da poco. Da sempre, le "Super Veloce", sono le versioni più prestazionali e cattive dei modelli Lamborghini. Nel caso della Aventador, però, si batte ogni record. La Aventador SV è infatti la vettura stradale di Sant'Agata più potente mai costruita, con una spaventosa potenza di 750 Cv. Sarebbe però riduttivo, oltre che ingiusto, limitarsi al solo dato della potenza, perché anche tutto il resto è altrettanto sbalorditivo. L'abbiamo provata al circuito Tazio Nuvolari di Cervesina (Pavia).

Mi ha sempre fatto impressione vedere gli on-board della Moto Gp, con l’indicatore della velocità che sale con una velocità semplicemente mostruosa, tanto da farti pensare che, per guidare quei mezzi lì, devi per forza essere un alieno. Ecco, quella stessa impressione, quella stessa velocità nel passare dai 100 ai 200 km/h nel tempo con cui stappi una bottiglia di birra, l’ho ritrovata con la Lamborghini Aventador SV. Questa volta, però, niente due ruote ovviamente, ma sopratutto, non un on-boad visto in tv. Un on-board vissuto invece in prima persona, dietro al volante della vettura. Un sogno insomma. Un sogno tremendamente vero, perché se non si è pronti e reattivi alla staccata a fine rettilineo, il muretto sembra proprio lì, vicino vicino.

La gioia di un motore vecchia scuola: V12, aspirato, da 750cv. Bestiale.

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Già guardandola, si capisce subito che non si tratta di un’Aventador come tutte le altre. Certo, il concetto di specialità è sempre molto relativo per vetture come una Lamborghini, eppure, se possibile, la SV è ancora più “speciale” di una Aventador “normale”. Non per nulla, quella sigla, SV, Super Veloce, fa capolino sulle vetture di Sant’Agata – ancora – più prestazionali sin dai tempi della Miura SV. Per la Aventador SV basta un semplice dato per capirne l’infinita potenzialità: si tratta della Lamborghini da strada più potente mai prodotta. In un epoca in cui tutti i competitor annoiano con termini come dowsizing, cilindri in meno, turbocompressori, e sound convincenti soltanto grazie all’elettronica, Lamborghini regala ancora oggi la gioia di un motore vecchia scuola, qualcosa quasi in via d’estinzione (purtroppo). I cilindri sono 12, posizionati a V, con un’inclinazione delle bancate di 60°. Questi, regalano alla SV una spaventosa potenza complessiva di 750 cv. Si, avete letto bene, non è un errore di battitura: settecentocinquanta, ben 50 in più rispetto alla Aventador “liscia”. Numeri che ti fanno tremare le gambe al solo pensiero di guidarla. 0-100? polverizzato in 2.8 secondi. Ancora più impressionante lo 0-200 km/h, una pratica da appena 8.6 secondi. Insomma, nel tempo in cui una moderna vettura di media cilindrata raggiunge i 100, qui siete esattamente al doppio.

Rivoluzione nell’aerodinamica, per un carico tre volte maggiore

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Sarebbe assolutamente riduttivo pensare che lo spettacolo offerto dalla Aventador SV sia “limitato” al V12 che risiede sotto cofano posteriore. In realtà, ogni minimo dettaglio, è da mozzare il fiato. Nel frontale, già al primo colpo d’occhio, si nota da subito l’aerodinamica completamente ripensata, con le nuove prese d’aria maggiorate ed il nuovo splitter, rigorosamente in carbonio. Sul fianco, i meravigliosi cerchi in lega, forgiati, da 20” all’anteriore e da 21” al posteriore, che poggiano su spaventose gomme da 355 con spalla da 25”. Attraverso i cerchi si notano poi gli enormi dischi carboceramici, da ben 400 mm all’anteriore, “morsi” da quel capolavoro di pinza a sei pistonicini, semplicemente stupenda da vedere. Sempre lungo la fiancata si notano poi tutti i dettagli in carbonio, come le splendide prese d’aria laterali, che sono preludio della splendida ala posteriore, anch’essa rigorosamente in carbonio. Spoiler che è peraltro regolabile nel carico, su tre differenti posizioni. Tutte le modifiche apportate alla Aventador Sv, comunque, hanno una motivazione innanzitutto tecnica prima ancora che estetica. In velocità, il carico aerodinamico, è tre volte superiore rispetto a quello della vettura standard.

Un trionfo di carbonio ed alcantara

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Il trionfo del carbonio, comunque, continua anche all’interno dell’abitacolo. Qui, la sensazione, è esattamente la stessa che si prova salendo su una vettura da competizione. Il meraviglioso sedile a guscio è praticamente rasoterra, molto sagomato, contenitivo come pochi (in pista non sarebbe male avere anche delle cinture a 4 punti). Non aspettatevi però comfort o morbidezza: il rivestimento è praticamente zero, così da sentire al meglio la strada. Impugni il bellissimo volante in alcantara, ti guardi intorno, e ti accorgi che anche il minimo dettaglio è rivestito in carbonio: dal pannello porta fino alla palpebra della strumentazione. Semplicemente fantastico. Davanti agli occhi, poi, la splendida strumentazione digitale, che per grafica richiama proprio quella delle vetture da competizione. Il tutto, con dei colori molto accesi, che fanno sembrare di essere quasi in uno splendido videogame. Un videogioco estremamente veloce e costoso.

Meno cinquanta, più cinquanta (chili – cavalli)

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La cura al carbonio, tradotta nella scheda tecnica, significa 50 chili in meno. Come già detto, sono sempre 50, però questa volta in più, i cavalli erogati dal propulsore. A questi, si accompagna lo splendido telaio monoscocca “a vasca”, realizzato interamente in fibra di carbonio, sul quale lavorano le sospensioni push-road. Insomma, per capirci, le stesse adottate sulle vetture di Formula 1. Le push road della SV sono anche adattive (in gergo tecnico, magnetereologiche), e dunque la loro taratura viene modificata in funzione delle diverse modalità di guida selezionate (Strada, Sport, Corsa). Sulla SV fa anche il suo debutto il “Lamborghini Dynamic Steering”, con la servoassistenza elettromeccanica che regola di continuo il carico del volante e le sue reazioni in funzione delle condizioni di guida. Il responso della bilancia dice di appena 1525 chili. A primo acchito, in termini assoluti, potrebbero sembrare tanti, ma in realtà, riflettendo sul motore da 6.5 litri e sulle dimensioni della vettura non certo compatte, sono davvero pochi.

Un carattere molto più cattivo

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Già guardandola, prima ancora di guidarla, ti fa davvero paura. Alle linee, cattivissime, si aggiungono per di più delle dimensioni decisamente importanti. Gli oltre 480 cm di lunghezza sono gli stessi di una berlinona di rappresentanza. Una volta dietro al volante, però, sembrano scomparire come per magia. Certo, bisogna prendere dimestichezza con una percezione degli ingombri che sulle prime non è affatto immediata, ma basta poco per sentirsi subito a proprio agio (o meglio – non più a disagio). Una volta in pista, selezionata la modalità Corsa, si capisce immediatamente come la SV sia fatta di un’altra pasta rispetto alla Aventador “normale”. E non è una questione limitata ai 50 cavalli in più. Anzi, credere che la differenza più grande rispetto alla versione standard stia nella maggiore potenza, sarebbe assolutamente riduttivo. Quello che cambia, infatti, è il carattere, il modo di affrontare le curve. Nella precedente prova della Aventador scrivevamo di una vettura incredibilmente veloce, ma capace al tempo stesso di una facilità di guida a prova di calciatore. Qui le cose cambiano, perché la SV, se sfruttata a fondo, richiede di darle del lei. Il potenziale della vettura è semplicemente pazzesco: a dimostrarlo, lo sbalorditivo crono di 6:59 dal Nurburgring. Con delle prestazioni così, è assolutamente scontato che un comune mortale raggiunge ben prima il limite proprio piuttosto che quello del mezzo. Grazie alla trazione integrale, il grip è semplicemente sbalorditivo. Le 4 Pirelli P Zero Corsa si aggrappano all’asfalto in maniera incredibile, consentendo alla vettura di uscire a cannone da qualsiasi curva, anche le più strette. Nel tratto guidato della pista Tazio Nuvolari, dove ci sono alcuni tornantoni da percorrere in seconda marcia, a circa 60 km/h, si può uscire spalancando tutto senza che la macchina si scomponga neanche un po’. Incredibile considerando che ci sono da scaricare a terra 750 cv. Sempre nelle curve lente, la SV ti stupisce per la prontezza con cui si inserisce e per la rapidità con la quale danza da una curva all’altra. Cosa non affatto scontata considerando le dimensioni. Proprio negli inserimenti più decisi, come anche nella chicane sinistra-destra veloce poco prima del rettilineo, noti una grossa differenza rispetto alla “Aventador”: Nella SV la coda si muove parecchio di più. Molto meno imbrigliata, lascia giocare con i trasferimenti di carico, rendendo la guida più scorrevole, più fluida. Ed è qui che ci vuole un certo pelo. Per avere il coraggio di buttarla dentro, con l’anteriore che tiene e la coda che segue in spazzolata, ci vogliono malizia ed esperienza. Così facendo, con un certo impegno, fisico ma anche mentale, la Aventador SV diventa un’arma micidiale, una vera vettura da competizione, alla quale sono state aggiunti fari e targhe per poter circolare su strada. Decisamente da corsa sono anche i freni: confesso di non essere riuscito a trovare il punto di staccata. Dal rettilineo, che sembra finire sempre in un attimo, si arriva alla prima curva così veloci che la mente ti porta a staccare già al cartello dei 150 metri. In realtà, giro dopo giro, con il cuore in gola per la paura di arrivare lungo, scopri che i quattro dischi carboceramici sono così spettacolari che potresti staccare almeno 50 metri dopo. E così, ad ogni passaggio, ritardi gradualmente il punto di staccata. Un bel pestone deciso sul pedale e la SV decelera così tanto che il ritornello è sempre lo stesso: “cavoli, potevo frenare molto dopo”. Il cambio sequenziale a 7 rapporti, l’ISR, appare ancora una volta velocissimo ed estremamente cattivo nella cambiata. Specialmente in “Corsa”, ogni passaggio da una marcia all’altra è una vera e propria fucilata, con tanto di calcio nella schiena. Assolutamente impressionante, ma forse non il massimo per garantire una guida fluida. Da questo punto di vista la Aventador, anche in versione SV, perde la partita con la “sorellina” Huracan, che monta invece un doppia frizione di nuova generazione. Soltanto lodi, invece, per lo sterzo. La nuova servoassistenza elettromeccanica garantisce una prontezza ed una precisione di guida ineguagliabili. Il collegamento tra il comando e le ruote, anche per via delle sospensioni push-road, è qualcosa di mai visto su una vettura stradale. Sempre che la si possa definire una vettura stradale. Anche il rumore dei sassolini che impattano sul telaio monoscocca in fibra di carbonio sempre proprio quello di una vettura da competizione… A proposito di “rumore”, quasi dimenticavamo il sound del V12. Prima di guardare il nostro video prendete le vostre cuffie, volume al massimo e…godete!

“Il casco che abbiamo utilizzato è uno Sparco PRO J3″

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