Land Rover Discovery 3.0 SDV6 HSE 2019, trent’anni all’insegna dell’anticonformismo [PROVA SU STRADA]

Giunta alla quinta generazione, grazie all’alluminio dimagrisce fino a quasi 500 kg!

Perde le forme squadrate a favore del look più morbido dei recenti modelli della casa inglese, ma non rinuncia ad un tre quarti posteriore di gran personalità (forse troppa), con uno sbalzo molto consistente (anche per ospitare 7 persone) e con il portellone asimmetrico nella zona della targa. Abbiamo provato il nuovo propulsore 3.0 SDV6 HSE, capace di ben 306 cavalli e 700 Nm di coppia!

Land Rover Discovery 3.0 SDV6 HSE 2019 Quest’anno la Discovery compie 30 anni, era infatti il 1989 quando la casa inglese decise di sviluppare un modello a metà strada tra la prestigiosa Range Rover e la più spartana Defender. Da allora è cambiato il mondo automobilistico, la gamma si è allargata e però il carattere e lo stile intrinsechi della Discovery non sono cambiati. Inutile negarlo, fin dalla prima generazione non è mai stata un’auto che si sceglie perché faccia girare la testa, ma più per quello che offre quando si è all’interno del suo abitacolo. Lusso, spazio, abitabilità fino a 7 persone e la classica vocazione alla guida in off road, anche estremo, tipica di tutti i modelli di Land Rover, che non sono SUV solo per moda, ma fuoristrada veri. Se il look della quinta generazione è probabilmente il più azzeccato della storia di questo modello, lo è fino al montante “C”.

La zona che internamente è destinata al bagagliaio ed alla opzionale terza fila di sedili, risulta invece esteticamente meno armoniosa e non convince tutti, è innegabile. Lo sbalzo è molto consistente e fin dal suo debutto al Salone di Parigi nel 2016, qualcuno ha storto il naso per quel posteriore con uno sbalzo poco armonioso e che sembrava quasi aggiunto alla linea equilibrata del resto della vettura. Un sacrificio sul fronte del gusto estetico ben ripagato però dall’abitabilità e dalla capacità di carico di un’auto che da 30 anni fa della praticità e della versatilità due delle sue migliori doti. Le novità per il 2019 sono costituite invece da nuove tecnologie di sicurezza e assistenza alla guida e da questo nuovo propulsore, il più prestigioso disponibile per il nostro mercato, l’unico a sei cilindri e con 3 litri di cubatura, capace ora di prestazioni maggiori, grazie a 306 cavalli (+57) e 700 Nm di coppia massima (+100). Impagabile il vantaggio in termini di piacere di guida di questa configurazione, con una erogazione morbida e corposa che ancora oggi un più compatto 2 litri a quattro cilindri non riesce a raggiungere, se pure le migliorie della sovralimentazione di ultima generazione abbiano ridotto il gap.

Design e Interni: [xrr rating=4/5]

La miglior Discovery della storia…fino al montante C, poi brutto anatroccolo

Partiamo dalla parte più oggettiva. La nuova Discovery ha adottato il family feeling e lo stile che avevamo visto nei modelli più recenti della casa di Gaydon. Non più linee squadrate e gruppi ottici spigolosi per il muso, come sulla quarta generazione, ma un più morbido e sinuoso frontale, con la calandra inclinata e non piatta, in stile Evoque, tanto per intenderci. Questo, insieme ad uno studio importante sul fronte aerodinamica, garantisce un ottimo valore, con un Cx 0,33, dato notevole per questo genere di vetture. Le dimensioni sono decisamente importanti, con una lunghezza di ben 4,97 metri (+14 cm), per 2,22 di larghezza includendo gli specchietti e 1.86 di altezza in configurazione standard (può salire, come vedremo, grazie alle sospensioni pneumatiche). Il tutto con un peso che però cala drasticamente, fino addirittura a 480 kg, grazie al diffuso utilizzo di alluminio, all’85% per la scocca, al 50% per la carrozzeria.

I fari anteriori sono composti da 7 gruppi di LED ed hanno una accattivante firma luminosa, mentre spostandosi nella porzione laterale della vettura il look è gradevole e molto equilibrato fino al montante C, poi entriamo in un ambito che, in tutta sincerità, tocca sicuramente il gusto personale ed è piuttosto soggettivo. Lo è come qualsiasi scelta molto personale fatta dai designer di una vettura, che in questo caso hanno deciso di mantenere forti i richiami al passato delle precedenti Discovery, con il tetto rialzato nella porzione finale e con la targa disassata, che rende la vista posteriore asimmetrica. Oltre a questo c’era l’esigenza di garantire una abitabilità sufficiente per gli eventuali passeggeri della terza fila di sedili, oltre che una idonea capacità di carico. Il risultato è una vista di tre quarti posteriore decisamente molto particolare, che deve piacere ed a cui occorre far l’abitudine.

Interno: Un salotto di lusso per sette persone

Le dimensioni esterne parlano anche di un passo di 2,92 metri (sono 38 mm in più rispetto alla precedente generazione), che si concretizza in una abitabilità interna da 10 e lode. Spazio, lusso e tecnologia la fanno ovviamente da protagonisti, anche se di fatto la Discovery è l’ultima Land Rover prima della rivoluzione Velar, con una diversa interfaccia del sistema di infotainment e non solo, che rivedremo probabilmente in tutti i futuri modelli della casa inglese. Di sicuro però quest’auto non lascia delusi, perché coccola i passeggeri con un comfort elevatissimo e con tanti gadget ed accessori. Ci sono una miriade di portaoggetti, inclusi alcuni nascosti, come quello dietro al quadro di controllo del climatizzatore, dove si possono lasciare le chiavi in caso si adotti il sistema opzionale di apertura tramite bracciale (perfetto per chi voglia fare sport acquativi senza doversi portare con se le chiavi). Anche sulla console centrale il vano con i due portalattine scorre e apre l’accesso ad un generoso vano sottostante, ma dello spazio per piccoli oggetti lo hanno a disposizione anche i passeggeri della terza fila, con due vani laterali.

Lo spazio per chi sieda “nel baule” è buono, in teoria può accogliere persone fino a 1.9 metri di altezza, anche se l’accesso è pur sempre un po’ complesso e non consiglieremmo ad un adulto di farci un lungo viaggio. La panca centrale, in configurazione 7 posti, può scorrere in avanti di ben 160 mm (nelle due porzioni 60/40) per far posto a chi sieda alle sue spalle. Da record il numero di sedili dotati di attacchi isofix, dato che ne sono dotati sia il sedile del passeggero anteriore che i due della terza fila, oltre ai classici due del divanetto centrale. In totale potete trasportare quindi cinque seggiolini, oppure regalare il divertimento ai vostri figli di scegliere ogni volta una posizione differente.

Anche sul fronte tecnologia non manca davvero nulla. Citiamo ad esempio le nove prese USB, unite ad altre sei 12V, una HDMI, oltre che la funzione hotspot WiFi che consente di collegare alla vettura fino ad otto dispositivi. Infine, ma non è certo un aspetto marginale, la capacità di carico. Varia in funzione della configurazione, perché ad esempio i due sedili aggiuntivi rubano una parte di spazio disponibile per la versione 5 posti sotto al pianale, ma si va da un minimo di 258 litri fino a ben 2.5 metri cubi con tutti gli schienali dei sedili ripiegati! Roba da furgoncino, ma anche la classica versione a 5 posti garantisce una interessantissima capacità di 1.231 litri, senza reclinare nessun sedile.

Merita una menzione la “ribaltina” con apertura e chiusura elettrica che allunga il pianale del vano bagagliaio, che supporta fino a 300 kg e che consente, ad esempio, di sedersi senza sporcarsi con la carrozzeria, che magari è infangata dopo un utilizzo estremo della Discovery, per cambiarsi le scarpe o per godersi un panorama: che classe!

Comportamento su Strada: [xrr rating=4/5]

Sale il comfort, ma anche la dinamicità, si conferma nell’off road

Alla base del progetto della Discovery di quinta generazione troviamo il nuovo pianale full-size, che garantisce una rigidità torsionale mai vista prima, grazie al copioso utilizzo di materiali leggeri come alluminio e magnesio, caratteristica che consente anche di togliere dall’ago della bilancia fino a ben 480 chilogrammi. La nuova Land Rover Discovery ha ora un peso che parte da meno di 2.100 kg, a salire a seconda della motorizzazione e versione. Questa 3.0 SDV6 HSE, ad esempio, si ferma a 2.236 kg. Altro dettaglio importante sono le nuove sospensioni Intellilink, che garantiscono un miglioramento sia in termini di comfort che di dinamica di guida. Il rollio c’è, ma è più controllato e la Discovery digerisce bene anche uno stile al volante marcatamente sportivo, cosa che può capitare spesso, soprattutto alla guida di questa brillante motorizzazione a gasolio. Le sospensioni possono poi essere pneumatiche (optional da circa 1.800 euro), rendendo la Discovery in grado di abbassare o alzare l’assetto di ben – 60 o + 75 mm, rispettivamente per favorire l’accesso dei passeggeri o per affrontare un percorso in fuoristrada estremo. Da questo punto di vista l’altezza minima da terra è addirittura di 28 cm (da 24 a 36 con le opzionali molle ad aria), con angoli di attacco ed uscita di 34 e 30°, mentre l’angolo di dosso si attesta su 27,5°.

Naturalmente la trazione è di tipo integrale permanente ed è simmetrica (con ripartizione 50-50 sui due assali), in condizioni normali, con il sistema di gestione elettronico che può spostare istantaneamente la coppia dando prevalenza alle ruote anteriori o posteriori. Rispetto al passato nella guida su asfalto scompare quasi completamente la tendenza al sottosterzo, a favore di un più frequente passaggio della coppia alle ruote posteriori, che aiuta a chiudere le curve con un leggero sovrasterzo. Non manca il famoso sistema Terrain Response, con la scelta tra varie opzioni a seconda dell’uso che si vuol fare della vettura, affiancato dall’All Terrain Progress Control (ATPC). Si tratta sostanzialmente di un cruise control per il fuoristrada, che gestisce acceleratore e freno fino ad una velocità di 30 km/h, in modo da sorpassare anche gli ostacoli ed i fondi più impervi, sfruttando al meglio la trazione a disposizione, senza che il guidatore debba preoccuparsi di nulla, perché deve limitarsi a girare il volante e stabilire dove andare. E se la cosa è necessaria o semplicemente vi diverte, la Discovery è in grado anche di affrontare un guado fino a 90 cm.

Oltre al gran piacere di guida su asfalto si tratta quindi di una vettura con caratteristiche e doti in fuoristrada che forse nessuna rivale diretta può vantare. A questo aggiungiamo anche il fatto che la Discovery sia in grado di trainare fino a 3.500 kg!

Le novità del modello 2019 sono poi legate al nuovo pacchetto di tecnologie di sicurezza e assistenza alla guida. Troviamo infatti il Claer Exit Detection, per allertare i passeggeri che scendono dal veicolo dell’eventuale presenza di ciclisti o di altri pericoli, ma anche un aggiornamento del cruise control adattivo, che ora gestisce anche lo Stop&Go. A questo si aggiunge poi l’assistenza alla sterzata, che quindi completa un sistema di guida assistita di livello due.

Motore e Prestazioni: [xrr rating=4/5]

Potenza, una coppia esagerata e tutto il gusto ed il fascino del V6

La Discovery di quinta generazione è dimagrita ed è concepita per poter adottare i nuovi propulsori da 2 litri e con quattro cilindri, diesel da 240 cavalli e benzina da ben 300. Entrambi si attestano intorno a 400 Nm di coppia (430 l’unità a gasolio), espressi a 1.400 – 1.500 giri. Si tratta quindi di propulsori attenti all’efficienza e perfettamente idonei a rendere l’esperienza di guida sempre appagante, offrendo prestazioni all’altezza di una vettura blasonata come questa nuova Discovery. Il fascino ed il gusto che è in grado di regalare questo sei cilindri di 3 litri di cubatura è però, in tutta sincerità, uno step più in alto. La sonorità dei motori plurifrazionati è qualcosa che dà dipendenza e da cui è difficile separarsi, pur essendo migliorati molto i moderni 4 cilindri sovralimentati. Questo nuovo propulsore SDV6, si tratta di un V6 twin-turbo da 3.0 litri, è poi in grado di erogare ben 306 CV di potenza (57 in più del “vecchio” V6) ed addirittura 700 Nm (+100) di coppia massima, ad appena 1.500 giri. Il tutto grazie alla presenza di un nuovo sistema di aspirazione, abbinato ad un doppio intercooler e con l’adozione di nuovi iniettori ad otto fori. Tutto è concepito per coniugare le prestazioni elevate ad una efficienza degna delle migliori vetture attuali (ricordiamo che anche la SDV6 è equipaggiata con filtro antiparticolato). In termini di prestazioni il nuovo motore SDV6 spinge la Discovery da 0 a 100 km/h in appena 7,5 secondi, fino a quasi 210 Km/h, ma sono soprattutto la pastosità dell’erogazione e la risposta all’acceleratore che rendono la scelta del V6 un lusso che noi ci sentiamo di consigliare vivamente a chi sia intenzionato ad acquistare questa vettura. Poi ora avete anche la scusa dei 66 cavalli che lo separano dal fratello di 2 litri…

I meriti di un piacere di guida così elevato vanno anche al celeberrimo ed ottimo cambio automatico ZF a 8 rapporti, fluido e confortevole nella sua azione, che però reagisce in modo adeguato quando si schiaccia a fondo il pedale dell’acceleratore. Non è ovviamente istantanea la risposta, trattandosi di un’auto che fa più del comfort, piuttosto che della sportività, il suo obiettivo, ma dopo una frazione di secondo il V6 inizia a spingere con vigore e vi incolla agli schienali dei comodissimi sedili.

Consumi e Costi: [xrr rating=4/5]

Si parte da meno di 60 mila euro, circa 80 in questa prestigiosa configurazione

Quanto al prezzo di listino della Land Rover Discovery, l’entry level è, con i suoi 58.900 euro, la 2.0 Si4 S benzina da 300 cavalli, mentre sul fronte diesel, nella medesima cilindrata è disponibile la SD4 da 240 cavalli e 430 Nm, che parte da 60.100 euro. Debutta nel 2019 invece questa nuova versione del conosciuto 3 litri 6 cilindri, prestigioso nei numeri, ma anche nel sound e nella sua erogazione, che le regala un innegabile vantaggio rispetto alle unità di cubatura e frazionamento più ridotto. Sale a quota 306 cavalli (erano 249 in precedenza), con una coppia di 700 invece dei precedenti 600. Tanta “ricchezza” si paga con un listino che parte da 69.800 euro fino agli 87.400 dell’allestimento HSE Luxury. L’esemplare da noi provato, nella configurazione HSE “standard” si ferma invece sotto la soglia degli 80 mila euro (79.500). Tra gli optional troviamo anche la terza fila di sedili, che se scelta con la coreografica funzione elettrica, costa circa 1.700 euro. Lunga la lista degli accessori e delle opzioni per personalizzare la Discovery, sia esteticamente (ad esempio con cerchi da 21 o addirittura 22”) e negli interni (qui ci si può sbizzarrire con il lusso, ad esempio citiamo il 7 Seat Luxury Climate Comfort Pack da oltre 6 mila euro), ma anche meccanicamente, come il differenziale posteriore bloccabile elettricamente, tanto per fare un esempio.

In chiusura una nota sui consumi, con il serbatoio da 85 litri di gasolio che promette di portarvi molto lontano prima di dover rifornire, visto il valore dichiarato nel consumo combinato, di 7,5 l/100 Km. Calcolatrice alla mano, siamo ad oltre 1.100 km di autonomia teorica, ma anche all’atto pratico abbiamo rilevato valori decisamente interessanti per una vettura come questa, in grado di percorrere serenamente 11-12 km con un litro di gasolio, anche con uno stile di guida adeguato al piacere regalato dal prestante 3 litri a sei cilindri.

Pro e Contro

Ci PiaceNon Ci Piace
Comfort, dotazione e spazio a bordo al top, erogazione e prestazioni del 3.0 SDV6.Linea di tre quarti posteriore forse troppo personale e poco equilibrata.

Land Rover Discovery 3.0 SDV6 HSE 2019: la Pagella di Motorionline

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