Mercato auto Italia: a marzo c’è il rimbalzo (+497%), ma rimane lo stato di sofferenza: -12,7% rispetto a marzo 2019

Crisci (UNRAE): "Vanno rifinanziati gli incentivi"

Mercato auto Italia: a marzo c’è il rimbalzo (+497%), ma rimane lo stato di sofferenza: -12,7% rispetto a marzo 2019

Il marcato italiano dell’auto continua ad attraversare una fase critica, come confermato anche dai dati relativi al mese di marzo, nel quale c’è stato l’atteso rimbalzo del numero di immatricolazioni che sono state 169.684, ovvero il +497% rispetto alle 28.415 auto immatricolate a marzo 2020, in quello però che è un confronto improponibile considerato che il mese di marzo dello scorso anno fu quello del lockdown totale.

Calo del 12,7% rispetto a marzo 2019

Appare dunque più sensato, come sottolinea anche l’UNRAE, l’associazione delle Case automobilistiche estere, un raffronto con il 2019. Da quest’ultimo si evince lo stato di sofferenza del mercato automobilistico italiano, ancora lontano dai livelli pre-Covid. Rispetto al mese di marzo 2019, la flessione registrata nell’ultimo mese è del 12,7%, con 24.600 vetture immatricolate in meno rispetto allo stesso mese di due anni fa, e questo nonostante il beneficio di due giorni lavorativi in più senza i quali il bilancio sarebbe stato ancor più negativo. Ancora più significativo è il calo del 1° trimestre con 446.978 immatricolazioni: -16,9% rispetto al gennaio-marzo 2019. 

Crisci (UNRAE): “Rifinanziare gli incentivi è una necessità”

Sulla base di questi dati, Micheli Crisci, Presidente dell’UNRAE, ribadisce la necessità di rifinanziare gli incentivi per dare ossigeno a un settore in difficoltà: “Il continuo calo delle immatricolazioni, che va ovviamente misurato sul 2019 poiché marzo 2020 non può essere metro di paragone, preoccupa sempre più il mercato e le imprese. A fronte di questi dati, il rifinanziamento degli incentivi per consentire la rottamazione nella fascia 61-135 g/km CO2 fino a fine giugno è a nostro parere una necessità non ignorabile da parte del Governo”.

Finora gli incentivi hanno permesso di velocizzare il processo di sostituzione delle vetture con oltre 10 anni di vita e allo stesso tempo spingere la transizione verso le motorizzazioni green: non a caso a febbraio 2021, per la prima volta in Italia, le vendite delle ibride hanno superato quelle delle vetture diesel. Tuttavia la diffusione di auto elettriche e ibride ha ancora tanta strada da fare: attualmente queste alimentazioni rappresentano una quota di poco inferiore al 9%, la cui crescita è rallentata principalmente dalla carenza di infrastrutture di ricarica. 

Investire sulle rete di ricarica

A tal proposito Crisci evidenzia: “L’Italia con 2,7 punti di ricarica per 100 km è ferma al sedicesimo posto in Europa ed è lontana dalla Germania, che pur essendo fra le prime sei del ranking con 6,9 punti ricarica per 100 km, nei giorni scorsi ha annunciato un piano di 5,5 miliardi di euro per finanziare la realizzazione di colonnine di ricarica. Il PNRR è l’occasione per accelerare, anche in Italia, la svolta green nella mobilità, sulla quale già da anni le Case automobilistiche investono grandi risorse in ricerca e sviluppo”.

Auto aziendali: divario fiscale da colmare

Il Presidente dell’UNRAE ribadisce inoltre la necessità di colmare il divario fiscale tra l’Italia e i principali mercati europei sulle auto aziendali, “un settore la cui crescita in Italia, rispetto ai maggiori partner europei, è limitata da una fiscalità estremamente penalizzante, dalla bassissima deducibilità dei costi, alla troppo limitata detraibilità dell’IVA fino al mancato riadeguamento dell’imposizione in base ai nuovi parametri di emissione WLTP per i fringe benefit, che si traduce in un indebito aumento della tassazione in capo al dipendente e a una penalizzazione per l’azienda”.

In crescita ibride, plug-in ed elettriche

A marzo 2021, grazie agli incentivi, si è registrata una forte ascesa delle auto ibride, che rappresentano il 27% del mercato (seconda motorizzazione), e sorpassano i diesel (24,4%) in progressivo calo. In testa al tipo di alimentazione c’è il motore a benzina con una quota del 31%, mentre il Gpl si posiziona al 6,1% e il metano sale al 2,6%. Gli incentivi spingono anche la crescita delle ibride plug-in, salite al 4,5% di quota, e delle elettriche, che rappresentano il 4,3% del mercato. 

Guardando ai segmenti, a marzo le city car si confermano al 15,7% di quota, le utilitarie salgono al 38,8%, stabili all’1,8% le vetture di segmento E e quelle di segmento F. Scendono invece al 29,6% di quota le medie di segmento C, mentre il segmento D sale al 13,7%. 

Crossover e SUV in ascesa

Fra le carrozzerie, prosegue il progressivo ridimensionamento delle berline, al 44,1%, delle station wagon al 4,1%, dei monovolume complessivamente considerati e delle multispazio. Prosegue, invece, la crescita di rappresentatività dei crossover e fuoristrada che in marzo coprono quasi la metà delle vendite (48% nel mese) e quella delle sportive (cabrio, spider e coupé).

Le emissioni medie di CO2 in marzo scendono a 122,7 g/km dai 135,8 di marzo 2020 (e dai 143,6 di marzo 2019). Nel 1° trimestre le emissioni si attestano a 125,5 g/km, in calo dell’8,3% sullo stesso periodo 2020.

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