Salite a Bordo: Porsche 718 Cayman [POV TEST DRIVE]

Motore 2.0 boxer turbo da 300 CV con cambio PDK

Porsche 718 Cayman - La numerata con il tetto rigido è stato oggetto del nostro video POV in città, nel misto ed in autostrada. In sostanza un concentrato di divertimento quotidiano come poche altre sportive.
Salite a Bordo: Porsche 718 Cayman [POV TEST DRIVE]

Ogni volta che aprivo il garage per tirarla fuori automaticamente scaturiva un sorriso dalle mie labbra. È stata questa la sensazione che più di tutte mi ha trasmesso la nuova Cayman: felicità. Intendiamoci, quando si parla di Porsche e ne hai una nel box se non sei contento o sei pazzo o non puoi guidarla per qualche motivo. Ma avendo già provato la 911 4S e la Turbo S nelle settimane precedenti, seppur per un breve periodo, ho trovato nella 718 l’equilibrio tra una supercar giovanile ed una vettura daily-use.

Chiarisco anche un attimo il richiamo alle altre due citate: la 911 4S l’ho apprezzata per essere un’auto completa sotto ogni aspetto (ci potete anche andare sulla neve) e la Turbo S è un’auto capace di far girare sempre la testa (e parlo dei G in accelerazione spaventosi). Ma entrambe sono di una categoria superiore per aspetto, meccanica ed ovviamente prezzo. Riuscire invece a coniugare le stesse doti in una “baby 911” era un compito estremamente difficile. Ma a Stoccarda ci sono riusciti dannatamente bene.



IN CITTÀ

Nell’ambiente urbano le dimensioni contano. Con i suoi 438 centimetri di lunghezza e 180 di larghezza la Cayman si muove con grazia ovunque passi, anche tra le svolte più strette. Ciò è dovuto a soluzioni che derivano dal mondo cittadino e non, come lo sterzo a demoltiplicazione variabile, la retrocamera con sensori di parcheggio e le sospensioni attive (ottime per affrontare i dossi senza l’ansia di “fare” il fondo). Inutile dire che ovunque la parcheggiate venga ammirata da qualunque passante. Cattura per la linea filante e bassa, certamente, ma non banalizziamo troppo. L’abilità nell’armonizzare le linee in modo minimale, incastonando gli elementi sportivi come le prese d’aria laterali e gli spoiler è da alta atelier. In tutta onestà, sembra che la carrozzeria sia ricamata sopra la 718 Cayman, più che agganciata con viti e bulloni. Ah e c’è anche spazio per “altre cose”, con un bel pozzetto davanti ed un ripiano dietro ai sedili. Casomai la spesa incombesse.

IN AUTOSTRADA

Silenziosa, pacata, una poltrona per due in pratica. A 130 km/h non si avverte quasi nulla ed i viaggi possono procedere con il massimo comfort. Un aspetto non scontato per una vettura alta 128 cm dove mi sarei aspettato un feeling più duro con l’asfalto. Invece la Cayman si comporta quasi da… Panamera. Ragguardevole.

NEL MISTO

Se avete avuto la pazienza di leggere fino a qui, entriamo nella vera coscienza di questa sportiva. Fondamentali per godere appieno delle sue doti sono due optional: il cambio PDK ed il pacchetto Sport Chrono. Chi decide di comprarla senza questi dovrebbe essere punito con 2 anni di attesa alla consegna. Scherzi a parte, appena la Porsche 718 Cayman incontra il suo habitat naturale, nulla la può fermare. Girate la manopola verso la scritta S+, impugnate bene il volante e date gas. Verrete ripagati appieno. Il 2.0 boxer da 300 CV offre già di per sé un’ottima spinta dai bassi regimi (ma se preferite c’è il 2.5 da 350 CV e turbina a geometria variabile). Un altro consiglio è quello di acquistare lo scarico sportivo. Riesce a tirare fuori il meglio dal propulsore restituendo un sound naturale ed estremamente piacevole, che non stride con la natura della vettura. Tornando all’handling, poche vetture della stessa classe potrebbero competere. Lo sterzo è millimetrico e permette di impostare con massima precisione ogni ingresso ed uscita di curva, la frenata è modulabile al metro e l’impianto è duro da stancare (occorrerebbe un test in pista approfondito, comunque può montare anche i carboceramici per gli amanti dei track-day). E poi le sensazioni che il cambio dà in scalata sono pura estasi. vedere come la lancetta analogica al centro scende di colpo e poi risale risulta quasi ipnotico. Non mi stancherei mai di vederne il movimento. Gloria al PDK. E tra tutte le cose che si provano tentando di portarla al limite il suono che avvolge l’abitacolo è come la colonna sonora del film più bello che abbiate visto. Superati i 6000 giri/min arrivano gli archi seguiti dalle percussioni. Una cambiata. Si ricomincia. Se ci fossero gli Oscar per il miglior sound di un motore, il 2.0 boxer sarebbe in lizza per la vittoria.

Asserendo che la 718 Cayman è una vettura giovanile non intendo dire che è prerogativa di chi ha pochi anni sulla carta d’identità, bensì di chi non ha mai perso il suo spirito avventuriero su quattro ruote. Questa supercar regala un sorriso da appena si apre la portiera fino a quando la si rimette nel garage. E non termina in un semplice “È Porsche”. Sono i caratteri intrinsechi tra il mondo sportivo e quello di tutti i giorni che la rendono capace di passare tra il ‘qua’ ed il ‘là’, un po’ come se a bordo di essa si potessero distinguere due realtà diverse ma al contempo unite. Per una leggenda che termina, ce n’è sempre una che comincia, dopotutto.

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