Audi Quattro: la trazione integrale compie 40 anni [FOTO]

La Casa di Ingolstadt celebra il quarantesimo anniversario della sua tecnologia di punta: storia, evoluzione e successi sportivi

Se si parla di Audi, non si può fare a meno di pensare al logo dei quattro anelli. Quattro come la tecnologia chiave del brand tedesco, che compie ben 40 anni. Era il 1980, infatti, quando al salone di Ginevra fu presentata quella che sarebbe stato un vero e proprio punto di svolta per l’automotive mondiale: stiamo parlando della Audi Quattro, prima vettura europea di grande serie ad adottare la trazione integrale. Una tecnologia che garantiva (e garantisce tutt’oggi, con tutte le migliorie ottenute in 4 decadi di ricerca e sviluppo costante) grip superiore unito ad alta sicurezza di guida, senza sacrificarne la dinamica.

Basta dare uno sguardo ai numeri: quasi 11 milioni di vetture AWD prodotte fino ad oggi dalla Casa di Ingolstadt; una dimostrazione dell’enorme successo di pubblico di tale soluzione. Oltre ciò, la trazione integrale Audi ha permesso alle vetture tedesche di primeggiare anche nelle competizioni.
Ma come funziona la tecnologia Quattro? Ce lo ha spiegato, nel TechTalk dedicato al suo quarantesimo anniversario, il capo del reparto sviluppo quattro, Dieter Weidemann.

I sistemi quattro meccanici

La trazione quattro viene oggi declinata in cinque configurazioni a seconda di caratteristiche e performance dei diversi modelli. Elemento tecnico comune è rappresentato dalla gestione selettiva della coppia sulle singole ruote. Un’intelligente funzione software che affianca le 4WD, frenando in misura minima la ruota interna alla traiettoria prima ancora che questa perda aderenza, consentendo di trasferire la spinta alla ruota con il grip migliore.

La trazione quattro per i motori longitudinali

Le vetture con motore anteriore longitudinale e trasmissione automatica tiptronic con convertitore di coppia sono dotate di trazione integrale permanente quattro, con differenziale centrale autobloccante meccanico con ripartizione della coppia secondo il rapporto 40:60 (anteriore:posteriore). Tale schema è ampiamente diffuso sulla gamma Audi Sport, dalla RS 4 Avant fino alla RS 6 Avant da 600 CV.
Provando a dare una spiegazione semplificata del suo funzionamento, il differenziale autobloccante Audi permette di convogliare la coppia sugli assali a seconda del fabbisogno di trazione, grazie allo schema costruttivo a ingranaggio planetario e alla geometria degli ingranaggi cilindrici interni, detti “satelliti”. Da segnalare nel 2016 l’introduzione della trazione quattro Ultra, costituita da un sistema a due frizioni (una all’uscita del cambio, l’altra integrata nel differenziale posteriore), che oltre ad agire reattivamente (in tempo reale), lo fa anche in maniera predittiva: in ingresso in curva, ad esempio, la centralina è in grado di capire con mezzo secondo di anticipo il momento in cui la ruota anteriore interna raggiungerà il limite di aderenza. Trasferendo immediatamente coppia al retrotreno, il sistema previene il sottosterzo senza alcuna differenza di motricità e trazione rispetto a sistemi permanenti, con vantaggi anche in termini di consumo carburante.

Trazione quattro per i motori trasversali e per Audi R8

Le Audi con motore anteriore trasversale (ad esempio A6 avant e Q5) sono dotate di variante integrale permanente con frizione elettroidraulica la quale, essendo posizionata a monte del differenziale posteriore, favorisce il bilanciamento dei pesi. Tale sistema, adottato anche su Audi A3 e Q3 quattro, adegua in tempo reale e a seconda delle stile di guida la distribuzione della spinta tra avantreno e retrotreno, sfruttando un sistema di dischi in bagno d’olio. La coppia trasferita al retrotreno può arrivare fino al 100%.
La medesima tecnologia, seppur adattata per via della collocazione centrale del propulsore e delle elevate prestazioni, equipaggia anche la supercar Audi R8 V10 dal 2015.

Torque vectoring meccanico: il differenziale sportivo Audi

La trazione quattro può essere integrata dal differenziale posteriore sportivo, riservato ai modelli con trasmissione automatica tiptronic, per migliorare ulteriormente la dinamica di guida. Il differenziale sportivo distribuisce attivamente la coppia tra le ruote al retrotreno, diminuendo il naturale sottosterzo e rendendo più agile la vettura. In caso di sovrasterzo, invece, trasferendo coppia sulla ruota interna il differenziale sportivo stabilizza l’auto. A livello strutturale, rispetto a un differenziale classico, il sistema integra su entrambi i lati un ingranaggio in sovrapposizione in grado di ruotare sino al 10% più rapidamente rispetto all’albero di trasmissione, in abbinamento a una frizione a lamelle in bagno d’olio.

Quattro 2.0: trazione integrale elettrica e torque vectoring elettrico

Con e-tron e e-tron Sportback (qui la nostra prova su strada) Audi ha introdotto, nel 2019, la trazione integrale elettrica. Entrambi i SUV a zero emissioni sono dotati di motori elettrici sia su asse anteriore che posteriore, con la coppia distribuita in maniera ideale e continua, in poche frazioni di secondo grazie all’assenza di frizione meccanica e dalla naturale rapidità di distribuzione dell’energia elettrica. La ripartizione della coppia tra avantreno e retrotreno è anche predittiva: avanzati sistemi elettronici ne calcolano, infatti, la corretta ripartizione prima della perdita di aderenza su superfici scivolose, come neve o ghiaccio. Per ragioni di efficienza, i modelli e-tron utilizzano per la maggior parte del tempo i motori sull’asse posteriore.
Il sistema quattro elettrico, all’inizio del 2020, ha subito un upgrade con l’introduzione di una assoluta novità: il torque vectoring elettrico, esclusivo di Audi e-tron S e Audi e-tron S Sportback, le versioni sportive (500 CV di potenza) dei SUV a zero emissioni. Tale tecnologia permette di ripartire la spinta tra le ruote posteriori in pochi millisecondi, con l’adozione di tre motori elettrici, di cui due in corrispondenza del retrotreno.

Audi quattro: i successi nel Motorsport

40 anni di ricerca ed evoluzione hanno anche reso la tecnologia quattro vincente nelle competizioni: già nel 1982, infatti, Audi conquista il Titolo Costruttori nel Mondiale Rally, per poi ottenere quello piloti nel 1983 con Hannu Mikkola su Audi Quattro A1. L’anno seguente si aggiudica addiritura entrambi i titoli con lo svedese Stig Blomqvist. Dal 1985 al 1987 Audi ottiene tre vittorie alla leggendaria Pikes Peak con il “re di Montecarlo” Walter Röhrl, a bordo di una specifica versione S1.
Serie di successi anche in pista, con diversi titoli guadagnati nella categoria Turismo: titolo Piloti e Costruttori nella Trans Am del 1988 con Audi 200, vittorie nel campionato DTM dal 1990 al 1998 (anno dell’esclusione della trazione quattro nella serie, per via dei regolamenti europei).
In tempi recenti, impossibile non menzionare il ritorno di un’Audi 4WD nel 2012 a competere in pista: stiamo parlando dell’Audi R18 e-tron quattro con tecnologia ibrida. Il motore V6 TDI muoveva le ruote posteriori, mentre le anteriori erano azionate dal propulsore elettrico. L’innovativa vettura ha permesso alla Casa di Ingolstadt di aggiudicarsi tre vittorie consecutive alla 24 Ore di Le Mans e ben due titoli piloti e costruttori nel FIA World Endurance Championship (WEC).

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