NanoFlowcell: le auto elettriche devono fare il pieno, non ricaricarsi

Cosa sappiamo e cosa no sulle batterie di flusso

La Quantum FE è una concept car elettrica presentata allo scorso Salone di Ginevra, il cui funzionamento si basa sulla tecnologia delle batterie di flusso. Si tratta di un'idea rivoluzionaria o di un sogno di difficile realizzazione? Proviamo a scoprirlo
NanoFlowcell: le auto elettriche devono fare il pieno, non ricaricarsi

Le auto elettriche dovrebbero fare il pieno, non ricaricarsi. Una dichiarazione forse poco chiara e quasi controversa, ma è quella che la NanoFlowcell, casa fondata nel 2013 in Lichtenstein, sta difendendo a spada tratta nel suo ultimo post sul suo blog ufficiale. La questione, però, risulterà più chiara se torniamo con la memoria al Salone di Ginevra dello scorso marzo, quando la società presentò in prima assoluta la Quant FE, auto elettrica da ben 1.090 CV di potenza alimentata non tramite le classiche batterie agli ioni di litio o con le celle di combustibile, bensì con le batterie di flusso.

Proprio in questa tecnologia sta il “segreto” della casa alpina, che sta cercando di promuovere questa particolarissima tecnologia nel segmento delle vetture elettriche. Le batterie di flusso sono in pratica delle batterie ricaricabili che funzionano non collegandole ad una presa di corrente, ma riempiendo un serbatoio di una o più sostanze elettroattive contenenti elettroliti. Questa sostanza fluisce poi in una cella elettrochimica, la cui reazione crea di fatto energia chimica, la quale viene poi convertita nell’energia elettrica che alimenta l’auto. Grazie a questo sistema, come scrive il portavoce di NanoFlowcell, verrebbero eliminati molti dei problemi che ancora oggi impediscono alle vetture elettriche di imporsi sul mercato. Parliamo dei soliti vecchi grattacapi, ovvero l’autonomia, la mancanza di infrastrutture e i tempi di ricarica biblici. Tutti questi inconvenienti verrebbero eliminati in teoria dalla tecnologia delle batterie di flusso, in quanto le sostanze elettroattive sarebbero facili da produrre, da trasportare e non sarebbero nemmeno infiammabili. Si farebbe il rifornimento ad una normalissima pompa, che invece di essere di benzina, conterrebbe questi elementi, senza la necessità di fare lavori o di installare colonnine elettriche. In questo modo anche l’infrastruttura di rifornimento sarebbe praticamente già pronta.

Un’idea a dir poco rivoluzionaria. Su Motorionline, però, facciamo informazione e per questo motivo è anche giusto sottolineare come si sia ben lontani dalla possibilità di urlare al miracolo. Prima di tutto la tecnologia delle batterie di flusso, che esiste da diverso tempo, è comunque di difficile gestione, perciò occorrerebbe vedere con occhio esperto quali soluzioni la NanoFlowcell abbia trovato per alcuni problemi squisitamente tecnici. In secondo luogo il ruolo di Chief Technology Officer della NanoFlowcell è un imprenditore svizzero, Nunzio La Vecchia, che non è nuovo al mondo dell’auto, avendo già presentato alcuni progetti interessanti basati sulle energie alternative già negli anni passati, anche in collaborazione con case importanti come Koenigsegg. Il problema è che spesso di questi progetti se ne sono perse le tracce, quindi non abbiamo alcuna certezza su quanto la Quant FE possa effettivamente essere la base per una futura rivoluzione tecnologica. Inoltre sarebbe necessario specificare quali siano le sostanze elettroattive che potrebbero essere utilizzate per alimentare il motore. In passato si parlò, per sensazionalismo, di auto che funzionavano ad acqua salata, ma qualsiasi persona con un minimo di conoscenza scientifica potrà confermarvi come le sostanze contenenti elettroliti sono molto diverse dalla semplice acqua marina.

Ciononostante occorrono dei chiarimenti. Non sarebbe male vedere una vettura a batterie di flusso in produzione per iniziare a convincerci della bontà del progetto. Foss’anche una supercar da 100.000 euro. L’importante è capire se funziona davvero, per poi far partire il dibattito.

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1 commento

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  • orazio adolfo bacci ha detto:

    Nunzio La Vecchia se ha le carte in regola per il nuovo esperimento,lo dimostri con un prototipo funzionante,sè ha trovato l’idea giusta lo dimostri.Sembrerebbe fattibile un’auto così,ma ci vuole l’atto pratico dell’esibizione auto marciante!

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