Sergio Marchionne – La nuova Punto ora sarebbe una follia

Nuove dichiarazioni del manager, durante la presentazione di 500L

A causa dell'attuale congiuntura economica negativa e della guerra al ribasso dei prezzi nel segmento B, oggi una plausibile nuova Fiat Punto non troverebbe giusto apprezzamento. Ma quando arriverà, allora?
Sergio Marchionne – La nuova Punto ora sarebbe una follia

Da alcuni anni, il 4 luglio è diventato appuntamento fisso per mostrare le novità della famiglia Fiat 500, perché proprio in quella data, nel 1957, venne alla luce l’omonima antenata dell’attuale citycar di segmento A del Lingotto. Anche quest’anno il brand torinese ha voluto svelare al pubblico italiano qualcosa di importante durante questo giorno fondamentale e ormai storico dell’anno: la nuova Fiat 500L (e di striscio anche la nuova Fiat 500X, come abbiamo già avuto modo di raccontare). A lato di questo evento, durante il quale ha partecipato il management di Fiat, Sergio Marchionne si è lanciato in alcune importanti dichiarazioni (come sta facendo ormai da giorni), che vogliamo condividere con voi.

L’Amministratore Delegato di Fiat S.p.A. ha spiegato per quale motivo lo sviluppo della nuova generazione di Fiat Punto sta procedendo a rilento e perché la vettura tarda ad arrivare sui nostri schermi e su strada. Marchionne ha puntualizzato quello che già aveva espresso in passato e cioè che con questa congiuntura economica sfavorevole e con la guerra al ribasso dei prezzi nel segmento B (quello a cui appartiene Punto) lanciare la nuova generazione dell’utilitaria sarebbe una follia ed un fallimento che non permetterebbe di ripagare gli investimenti fatti per portarla alla luce. Il manager italo-canadese, artefice della fusione tra l’ex-Gruppo Fiat ed il Gruppo Chrysler, è convinto che la crisi del mercato automobilistico europeo potrebbe durare altri 24 o forse altri 36 mesi.

Marchionne ha spiegato inoltre che, attualmente, in Italia la società ha uno stabilimento di troppo rispetto alle richieste e alle esigenze del mercato (le immatricolazioni di auto nuove, nel Bel Paese nel mese di giugno, sono calate del 24,4%, tanto per fare un esempio chiarificatore): non c’è in previsione nessuna chiusura, ma l’AD di Fiat S.p.A. vorrebbe poter esportare negli Stati Uniti ciò che qui viene prodotto (e quindi riconvertire le linee di montaggio), là dove il marchio Fiat si sta rafforzando. Per riuscirci, però, serve “tranquillità”, cioè un sano e pacifico rapporto con i sindacati. Una stoccata, dunque, a Fiom-Cgil e alle vicende che stanno interessando Pomigliano d’Arco, contro cui il Lingotto è deciso a presentare ricorso.

Ovviamente, c’è chi la pensa diversamente da lui, in riferimento alla crisi e al segmento B: Renault, ad esempio, ha appena svelato la nuova generazione di Clio, mentre Peugeot ha da poco lanciato all’interno del mercato italiano la nuova 208. Non possiamo sapere, però, quale strategia avrà ragione sul lungo termine.

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5 commenti

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  • giamba ha detto:

    Per la Punto ragione Marchionne, ma allora non capisco perchè non si continua a fare la Croma che è una auto eccezionale e venderla ad un prezzo molto concorrenziale. Le auto Made in Italy hanno i migliori motori e non sono seconde a nessuno, il più si ha una gamma completa dalla 500 alla Maserati.
    Gli Italiani dovrebbero tenere di più ai propri operai e comperare auto prodotte in Italia ( o comunque del gruppo Fiat, Alfa, Lancia )

  • fede ha detto:

    le auto italiane sono pessime non le comprerei nemmeno se mi minacciassero! qualità infima e prezzi allineati a quelli di una concorrenza qualitativamente superiore… inoltre lancia e alfa romeo nettamente sopravvalutate in realtà sono infime come ogni prodotto fiat… oltre ad avere un estetica discutibile.

  • Mons ha detto:

    Com’è che è appena uscita la Peugeot 208 e stà per uscire la nuova Clio?
    Le solite scuse pietose di Marchionne.
    Non ha soldi perchè tutto il cash va a beneficio delle attività negli USA e per cercare di entrare, dopo svariati fallimenti, nei mercati cinese, indiano e russo.
    Ha chiuso Termini e contemporaneamente ha aperto in Serbia, così può dire che c’è uno stabilimento di troppo.
    Al prossimo giro aprirà in Romania o Moldavia o Uzbekistan e dirà che bisogna chiuderne un’altro.
    Non c’è qualche manager italiano in giro che possa sostituire il nostro simpatico svizzero-canadese?

  • Juan Cabeza ha detto:

    Sì un vero manager italiano che in combutta coi politici pompi una bella quantità di soldi pubblici per tenere in vita, anzi espandere, delle belle fabbriche italiane di ruggine come ai bei tempi dell’Alfa Romeo dell’IRI. E naturalmente che se ne freghi del mercato che è troppo volubile e punisce e mette in difficoltà i poveri operai italiani. Bene freghiamocene del mercato e vedrai dove ci ritroveremo tra non molti anni… con la Trabant come nella Rep. Democratica Tedesca.
    Ma porca miseria ma hai un almeno una vaga idea di come si produce benessere e ricchezza in un sistema capitalistico occidentale??

  • djcuttu ha detto:

    Sapete che fa il caro Marchionne? In tre giorni produce un quantitativo di macchine che si producono in una settimana.
    Nello stabilimento di Melfi (PZ) tiene gli operai in Cassa Int. il lunedì e il venerdì, mentre il martedì, mercoledì, giovedì li spreme come limoni sui tre turni.
    Pensate, per aumentare la produzione, mette in linea gli operai addetti al controllo qualità.
    Mi chiedo io, non sarebbe più logico, anche per rilanciare il marchio sul campo della qualità, distruibuire il lavoro su tutta la settimana, magari non facendo i turni di notte dove si risparmia l’indennità, avere degli operaio più contenti e riposati e produrre auto decenti?
    Ora, se si usa le nozioni elementari del 2+2 si capisce perchè le macchine Fiat fan cag.re e non vendono e perchè case automobilistiche come la VW non licenzia nessuno, anche se vende un pochino meno, e produce gioielli di macchine.
    BOHHHHHH!

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