Crisi dei chip senza fine: situazione sempre più grave per l’industria automotive

Case costrette a rallentamenti, stop e revisioni dei piani produttivi

Non arrivano buone notizie dall’industria produttiva dei microchip, con il perdurare della crisi di disponibilità delle componenti elettroniche che paradossalmente potrebbe provocare all’industria mondiale dell’auto danni più ingenti e pesanti di quelli già gravi causati dalla pandemia di Covid-19.

Inevitabili conseguenze alla produzione di auto

La mancanza di chip è un problema serio, e che continua ad aggravarsi, per tutta l’industria automotive, costringendo i costruttori a rivedere i piani di produzione, con rallentamenti, chiusure parziali e stop alle linee di montaggio. Le componenti elettroniche, parti decisive per ultimare l’assemblaggio delle nuove vetture, mancano ormai da mesi, con i produttori che non riescono a stare dietro alla domanda crescente che negli ultimi tempi è arrivata da altri settori industriali, come quella dell’elettronica di consumo (computer e smartphone su tutti), che ha messo in difficoltà l’automotive.

Sul rallentamento dei tempi di consegna dei semiconduttori hanno pesato anche accadimenti accidentali che hanno ulteriormente aggravato la crisi, in particolare modo per le aziende asiatiche, come nel caso dell’incendio che lo scorso marzo si è sviluppato nell’impianto di Naka, in Giappone, del produttore Renesas Electronics, che hanno costretto alla chiusura dello stabilimento per oltre un mese.

Case automobilistiche sempre più in difficoltà

Già diversi costruttori automobilistici sono stati obbligati a prendere decisioni drastiche per affrontare il problema della mancanza di chip e la cui risoluzione non sembra possa arrivare a breve. Stellantis ad esempio ha deciso per il momento di rinunciare alla strumentazione digitale i-Cockpit sulla Peugeot 308, a favore del quadro strumento analogico, offrendo ai clienti un prezzo più basso rispetto a quello di listino. Il Gruppo Volkswagen, che arriva da un 2020 nel quale è stato costretto a ridurre di 100.000 unità la produzione per mancanza di semiconduttori, prevede di non riuscire a recuperare quel ritardo entro la fine dell’anno. Mercedes ha ridotto l’attività produttiva negli stabilimenti di Brema e Rastatt, non escludendo la possibilità delle chiusura totale delle fabbriche se la situazione dovesse protrarsi ancora a lungo. Decisione simile presa anche da Jaguar Land Rover che ha cambiato i piani di produzione di due dei suoi tre impianti nel Regno Unito. 

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