Flymove Dianchè, la soluzione elettrica del futuro col design di Bertone [FOTO]

Progetto ambizioso dalla produzione al rifornimento di energia

La società italiana Flymove Dianchè ha ufficialmente presentato a Milano la sua nuova piattaforma dedicata alla mobilità elettrica. Grazie anche alla collaborazione con Bertone, la storica società rinata negli ultimi anni, si pone l’obiettivo di creare un vero e proprio network virtuoso per la mobilità elettrica, dalla produzione di energia pulita fino alla costruzione di auto e aerei

Un progetto a dir poco ambizioso quello di Flymove Dianchè, presentato nei giorni scorsi a Milano. La società di origine veneta, infatti, ha mostrato per la prima volta al pubblico, dopo diversi mesi di preparazione, l’anteprima della sua potenziale piattaforma per la mobilità elettrica, che si pone l’obiettivo di affrontare i problemi di questo tipo di alimentazione in modo diverso rispetto a quanto fatto finora.

Cos’è Flymove Dianchè?

Flymove Dianchè, come detto, è un’azienda italiana che si è posta come obiettivo quello di riformare l’intera filiera dell’auto elettrica, le cui difficoltà ci sono ben note. Il problema più evidente è l’infrastruttura, ovvero le colonnine per la ricarica, ancora molto scarse persino nelle città italiane più virtuose. Inoltre i tempi di ricarica rimangono ancora biblici se paragonati ai cinque minuti scarsi che occorrono per rifornire una vettura di benzina. Inoltre vi è il problema dello smaltimento delle batterie esauste e ultimo, ma non per questo meno importante, la produzione stessa dell’energia, che ancora in molti casi deriva da fonti non rinnovabili.
Flymove Dianchè si propone di porre rimedio a tutti questi aspetti. La casa, infatti, ha creato una vera e propria piattaforma per auto, e volendo anche altri mezzi come un aereo o un elicottero, la cui batteria può essere rimossa e sostituita da un’altra nel giro di pochi minuti. Si chiama Smart Mobility Platform e offre un cambio completo di batteria in appena 3 minuti. Questo sarà possibile grazie ad una serie di “stazioni di servizio” che, contrariamente ai distributori di benzina, non avranno bisogno di scavi e di costose autorizzazioni per diffondersi, in quanto il loro compito sarà semplicemente quello di trasportare le numerose batterie, ricaricarle durante il loro inutilizzo e poi piazzarle tramite una struttura semovente all’interno della vettura, effettuando un vero e proprio “rifornimento” elettrico in tempi da “benzina”. La società ha dichiarato di avere un piano di espansione mondiale di questo brevetto nel giro di 5 anni, andando anche ad entrare nel mercato dei mezzi pesanti, pur con un sistema diverso a idrogeno.

Flymove Dianchè: una missione impegnativa

Come detto, il progetto di Flymove Dianchè è ambizioso e solo il tempo ne saprà decretare o meno il successo. La chiave di volta dell’intera struttura poggia sulla proprietà delle batterie, che rimangono sempre di Flymove e questo potrebbe contribuire ad abbassare i costi delle auto elettriche, e dalla potenziale fornitura di energia prodotta almeno al 50% dalle stesse stazioni di servizio con fonti rinnovabili. I progetti, decisamente futuristici, di queste stazioni prevedono tre diverse dimensioni a seconda delle esigenze e in futuro si pensa anche ad uno speciale camion semovente per le emergenze in grado di soccorrere chi, nonostante tutto, si dovesse trovare senza energia durante il viaggio. Flymove Dianchè non è certo la prima società a tentare una simile avventura, ma come spiegato dagli stessi gestori si è imparato dagli esperimenti falliti nel passato da altre aziende, citando ad esempio “Better Place”, compagnia israelo-danese che però non riuscì a imporsi, secondo Flymove, per il tentativo di imporre la propria tecnologia, la mancanza di una piattaforma unica e i potenziali errori tecnici al momento della sostituzione della batteria.
Inoltre Flymove Dianchè ha presentato, come biglietto da visita, alcune vetture da motorsport, che presto potrebbero debuttare in alcuni campionati importanti di categoria GT. Tutte disegnate da Carlos Arroyo Turon e ovviamente tutte dotate della tecnologia di sostituzione della batteria, detta Battery Swap System.

Un progetto che ci sembra realistico su alcuni fronti e un po’ troppo futuristico su altri. Solamente il mercato saprà darci una risposta.

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