Ferrari 812 Superfast: la VIDEO PROVA su STRADA. Un simposio di emozioni!

Ferrari 812 Superfast, la furia di 800cv, uno sterzo degno di una F1 e una Gobbone...

FERRARI 812 SUPERFAST - Se Enzo Ferrari fosse ancora tra noi sarebbe orgoglioso del livello raggiunto dagli uomini di Maranello nel costruire questa coupè V12 a motore anteriore. Un simposio di emozioni arricchito dall'incontro di una bellissima e rara Ferrari 365 GTC/4 detta Gobbone.

Il carattere della Ferrari 812 Superfast non è legato solo all’elevata potenza del suo motore, un V12 di 6.5 litri che eroga 800 cavalli di potenza massima. La nostra prova dedicata

Per giorni il suono del motore V12 mi ha ossessionato, accerchiato, ispirato. La Ferrari 812 Superfast è intrigante, ma questo non riassume pienamente la sua natura. Forse travolgente è più adatto, ma non abbastanza per sintetizzare la marea di emozioni provate a bordo. Le stesse di chi ha già gustato momenti straordinari nella propria vita. Oppure posso dirvi semplicemente: sognate! Come ho fatto io. Come facevo da bambino e ancora da ragazzo. Come quella volta in cui desiderai ardentemente guidare una Ferrari, guardando una 512 BBi. È successo stavolta e più di una volta, lo confesso! Fidatevi, non ci si stanca mai.

Affilata per fendere l’aria più velocemente

Ho cercato un paragone, un esemplare del passato che mi suggerisse qualcosa. Non lo ricordo. Facile far riferimento alla precedente F12 Berlinetta, ma questa 812 Superfast ha un’eclettica cattiveria che non avrei mai immaginato alla vigilia, oltre a un design più esotico ed elaborato rispetto a quanto fatto sino ad oggi dal marchio, a mio avviso. Lo si coglie immediatamente dalle diverse prese d’aria, i gruppi ottici LED allungati e incurvati verso l’interno, il frontale piuttosto tagliente. Non mancano rimandi alla grande tradizione V12, ad esempio il profilo sostenuto della zona posteriore che ricorda in parte quello della storica “Daytona” (la storica 365 GTB/4, ndr) del 1969 anche se a noi sembra che pure la “Gobbone” 365gtc4 abbia qualcosa nel suo dna, che richiami alla mente le 12 cilindri di oggi e siamo andati ad incontrane una tenuta in condizioni strepitose. La Superfast Si estende per 4.657 millimetri, di cui 2.720 mm destinati al passo. È larga 1.971 mm, alta 1.276 mm. Il peso in ordine di marcia segnalato, valutandone l’alleggerimento con l’adozione di contenuti opzionali, ammonta a 1.630 kg. La stessa distribuzione poggia per il 47% nella zona anteriore e il 53% nella parte posteriore, tenendo presente anche la presenza del propulsore nella zona antistante.

Il fascino di questa Ferrari 812 Superfast (qui, il configuratore) è legato comunque alla sua configurazione fastback: frontale proteso, abitacolo raccordato, coda corta e sollevata su voluminose ruote da 20 pollici (anteriori 275/35 ZR 20 10 J, posteriori 315/35 ZR 20 11.5 J). I fianchi scavati, all’altezza dei passaruota anteriori, sono funzionali in chiave aerodinamica. Stesso discorso per il sofisticato sviluppo dei volumi seguendo linee orizzontali, che testimonia una profonda ricerca ingegneristica ed estetica, ma soprattutto rimarca la preponderante potenza espressiva. Ragguardevole il carico verticale ottenuto in fase di spinta, incrementato del 65%.

Interni

Un accurato incastro di dimensioni piene e vuote definisce una visione estremamente sportiva ed essenziale. Minuziosamente curato in ogni dettaglio, l’abitacolo ricorda in parte quello della più esclusiva LaFerrari e l’esperienza di guida beneficia anche del confortevole e robusto abbraccio dei sedili a guscio, in configurazione “diapason”, dotati di specifiche cinture a quattro punti. Ma rivolgo una menzione speciale al volante. Un assoluto capolavoro di precisione tecnica. La natura camaleontica della 812 Superfast è imbrigliata a questo elemento, che scansiona e decodifica ogni respiro dell’auto e del guidatore. Impressionante! Lo stesso si può dire per il retrotreno sterzante, incisivo quanto consistente nell’amplificare la risposta in curva. Sembra quasi prevedere l’azione incalzante dei movimenti di chi guida. Convergente anche la simbiosi tra strumentazione analogica e digitale, offrendo ad automobilista e passeggero un prospetto sulla progressione. Un’incalzante personalità.

Variegata la dotazione disponibile, in particolare le diverse e sofisticate soluzioni elettroniche tra cui ESP, ESC, dispositivi E-Diff 3, SCME con doppio solenoide, sistemi F1-Trac che rafforzano dinamismo e comfort di marcia. Soluzioni che dialogano profondamente con una meccanica di prim’ordine.

Un motore che va fortissimo

Partiamo da un concetto: la spinta massima raggiunge gli 800 cavalli a un regime di 8.500 giri/minuto, potendo spingere l’indicatore centrale della strumentazione anche a 8.900 giri/minuto. La sintesi della furia agonistica della Ferrari 812 Superfast è riassunta da questi valori e da un altro in particolare: il rapporto peso/potenza di 1,9 kg. Sono in realtà diversi i fattori da considerare, ma questo risultato chiarisce immediatamente la consistenza dinamica della vettura. L’unità V12 da 65° di 6.5 litri, come detto, eroga una potenza massima di 800 cavalli, mentre la coppia ammonta a 718 Nm a 7.000 giri/minuto. È collegata a un cambio F1 doppia frizione a 7 marce, che scandisce con fulminea efficacia la progressione focosa e incalzante. L’accennata forza è tradotta in uno scatto da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi, toccando i 200 km/h in 7,9 secondi, sino a 340 km/h di velocità massima. Altrettanto robusta la frenata, sostenuta da un sistema carbo-ceramico di terza generazione composto da dischi anteriori da 398 mm x 38 mm e posteriori da 360 mm x 32 mm, che bloccano da una velocità di 100 km/h in appena 32 metri. Un risultato altrettanto rilevante.

La prova su strada nella “Terra dei motori”

Spero di riuscire a farvi vivere bene l’emozione provata al volante di questa FERRARI, perchè credetemi, ancora ora a distanza di quasi un mese, sono in trance. La Superfast ti entra nell’anima e li rimane, per sempre. Il cantico dei 12 cilindri si insinua nei miei silenzi da giorni, vorrei che tutto si fosse fermato a quelle magnifiche e ineguagliabili 8 ore di consapevole libidine passate insieme a scoprire fin dove gli uomini di Maranello siano stati capaci di spingersi con questa ultima e grandiosa creatura a motore anteriore.

Sono le 9.30 del mattino del 16 Aprile del 2019, suono il citofono, mi aprono, varco i cancelli della storica sede di Maranello. Subito mi vien incontro un addetto stampa a salutarmi e consegnarmi le chiavi. Lei è lì, a pochi metri da me, rossa, sedili in carbonio e cinture rosse a 4 punti, sono in fibrillazione ma mi contengo:”non posso e non devo mostrarmi troppo eccitato, sono un professionista”. Passano pochissimi (ma infiniti…) istanti e mi ritrovo seduto all’interno, mentre mi regolo il sedile e mi allaccio le cinture, l’addetto stampa mi passa un libro che spiega i vari funzionamenti della vettura…, lo prendo, (ignorandolo di fatto) e lo ripongo dietro al sedile del passeggero facendogli un cenno con gli occhi che non ci sono problemi, la conosco, ne ho guidate parecchie, voglio andare! Lui capisce e quindi mi spiega solo come funzioni l’infotainment, io, nel mentre, posiziono il “manettino su race” e l’accendo per iniziare a portare il motore e i fluidi in temperatura: ” è l’inizio della ‘fine’, mi dico…”.

I 12 cilindri già al minimo incutono timore, rispetto, richiedono audacia e innescano frenesia: “Quella di innestare la prima e partire”.

La sbarra si alza, e nel dover affrontare la manovra per uscire “faccio subito i conti” con uno sterzo direttissimo, una dolcezza di erogazione al minimo ineccepibile e un muso lungo al punto che prudentemente dovrei effettuare la manovra in due fasi per evitare di toccare la colonnina della sbarra. Ma per non mostrarmi impacciato mi fido dell’istinto e via che si esce dal “paradiso” in una manovra secca e inizia il “luna park”.

Gli pneumatici freddi mi mettono subito sull’attenti, accelero dolcemente e appena la coppia inizia a sprigionare gli 800cv ( ero nemmeno a 3.500 giri), gli pneumatici perdono il piglio sull’asfalto: ” un dragster”! Fantastica, iperpotente, cucita addosso come un abito di alta sartoria partenopea, e poi è compatta al volante – nonostante le dimensioni- grazie al “passo corto virtuale” introdotto per la prima volta sulla TDF. A quel punto setto il display sulla funzione che ti informa sulla temperatura degli pneumatici, e li rimarrà per quasi tutta la giornata.

Decidiamo di puntare verso Serramazzoni per sfruttare le strade ricche di curve e inizio a spingere sul gas. Quello che accade mi lascia di stucco. Il differenziale coadiuvato dal retrotreno sterzante offre una grandissima sicurezza nello scaricare a terra la potenza. Una sensazione di sicurezza notevole e francamente mai avvertita prima su altre Hypercar. Un lavoro egregio e certosino nel trovare la quadra perfetta nell’accoppiamento del pacchetto motore, cambio, sterzo ( qui quasi da F1 rispetto alla F12) e differenziale. Avverto solo delle leggere tendenze a pendere da un lato o dall’altro a seconda di come il differenziale e gli pneumatici inizino a scaricare a terra la potenza sull’asfalto – che sulle strade dove siamo stati era spesso irregolare – ma lo sterzo elettrico è diretto, velocissimo e preciso al punto che “senti e ‘leggi’ il terreno in maniera chirurgica”. Poi lei ha anche in modalita RACE ha un sistema di riallineamento automatico della sbandata che comprendo qualche km dopo quando in accelerazione perdo aderenza, riallineo fulmineamente la leggera sbandata  a sinistra e lui mi “risbatte” a destra, poi a sinistra e finalmente riallinea:” ero stato un attimo più veloce di lui, ma che settaggio grandioso”. I km passano e la confidenza aumenta, così come il feeling con la meccanica e con gli pneumatici che nonostante fossero “durini” ( Pzero con dot 2016), appena arrivano ai 43°-44° si aggrappano all’asfalto consentendomi di aumentare sempre di più la velocita di percorrenza e inserimento nelle curve ed io inizio a scoprire sempre di più di cosa sia capace questo “mostro” di potenza, bellezza, ingegneria. La 812 Superfast è addirittura troppo veloce per una mente abituata alla normalità: “qui nemmeno pensi di fare una cosa e l’hai già fatta, anzi l’ha già fatta!”. I chilometri di strada da percorrere vengono sbranati ad una velocità che ti proietta in un’altra dimensione anche se i freni carbo-ceramici di terza generazione sono sempre li pronti a schiacciarti con violenza il petto sulle cinture a 4 punti ad ogni frenata importante. “La Superfast è tutto quello che voglio, in questo momento”. Le curve si succedono, io freno col sinistro per avere maggiore controllo, maggior velocità di esecuzione nel gestire potenza e frenate, e inizio a danzare tra queste come un Roberto Bolle qualsiasi…, ormai siamo in sintonia e ci conosciamo benino. Mi mancherebbe solo qualche giro in pista per “conoscerla” ancor meglio senza correre il rischio di far male a qualcuno o vedersi stracciata la patente. Da qui in poi, non vi dico più nulla se non che è stato come fare l’amore, un simposio di emozioni, è stato un intimo rapporto di gratitudine verso l’universo e la maestria degli Uomini di Maranello che qui han toccato davvero il cielo, e forse pure il Drake, con il cuore, grazie alla magia assoluta di questa creatura. Lui sarebbe orgoglioso di quello che la Ferrari oggi rappresenta e costruisce. Ma soprattutto sarebbe orgoglioso di questa Superfast.

“Mai nome fu più azzeccato”!

“Buona passione a Tutti”

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