Mercato auto Italia: l’allarme “Interventi o nel 2021 si affonda”

La nota congiunta di Anfia, Federauto e Unrae

Mercato auto Italia: l’allarme “Interventi o nel 2021 si affonda”

La pandemia sta mettendo a dura prova quasi tutti i settori, con la conseguente crisi economica, ed il mercato auto è uno dei più colpiti. Una piccola risalita arrivata in estate, con gli incentivi del Governo, poi il ritorno del segno negativo, accentuato dalle ultime restrizioni. E dal settore arriva un forte allarme: “Senza un forte sostegno per il 2021, sono a forte rischio un 10% del PIL e migliaia di posti di lavoro”.

Gli incentivi e le ultime restrizioni

“Il mercato è fermo”, così viene scritto nel comunicato congiunto Anfia-Federauto-Unrae. “L’esaurimento degli incentivi destinati al mercato fanno crollare gli ordini delle auto – si prosegue – Il numero delle rottamazioni, a partire dall’entrata in vigore di tali misure, è cresciuto in maniera esponenziale, confermandone l’efficacia anche sotto il profilo ambientale”.

Dunque, c’è stato un doppio vantaggio: far ripartire il mercato e cambiare il vecchio parco auto italiano. Solo che gli incentivi sono terminati in pochissimo tempo e hanno “riportato il settore in profonda crisi”. Accentuata dalle restrizioni dell’ultimo Dpcm: “Da tutto il Paese giungono segnali allarmanti sulla caduta degli acquisti che, a seconda della zona, si attestano tra il 50 ed il 70%”.

Le richieste per il 2021

Con l’atteso prossimo arrivo dei vaccini si intravvede un po’ di luce nel futuro e nella fine dell’emergenza sanitaria, ma serviranno ancora alcuni mesi per tornare alla normalità. E sarà un periodo chiave per il settore auto: “Non inserire nel testo della prossima Legge di Bilancio fondi adeguati per il rifinanziamento degli incentivi – prosegue la nota – configurerebbe una gravissima perdita sia in termini di strategia economica e di visione ambientale per il nostro Paese”.

E si prefigura il rischio di un 2021 drammatico: “Senza un forte sostegno, è a rischio il 10% del PIL e una parte ingente degli 80 miliardi di gettito fiscale che l’automotive garantisce ogni anno all’Erario dei quali lo Stato ha disperato bisogno, senza contare, soprattutto, le migliaia di posti di lavoro che si perderanno”.

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