Norvegia: troppe elettriche vendute, un buco da oltre 2 miliardi per minor consumo di benzina

Sono mancati gli introiti fiscali sulla benzina. Ora si è costretti a diminuire le agevolazioni sulle elettriche

Un tema da molti anticipato sta ora per diventare un vero e proprio problema per le casse dello stato Norvegese. Con il vero e proprio boom delle auto elettriche degli ultimi 3 anni, la Norvegia si trova a dove affrontare il mancato introito fiscale per il minor impiego di carburanti fossili. Molti altri stati stanno provando a ideare delle specifiche tariffe o accise da inserire sul costo dell’elettricità, per non giungere ad un problema simile a quello norvegese. 

Cala la benzina e calano gli introiti fiscali 

Abbiamo scritto lo scorso mese del fatidico punto di non ritorno, quando la vendita delle auto elettriche ha superato quella di auto endotermiche, un traguardo arrivato con un sorprendente anticipo rispetto alle previsioni di qualche anno fa. Con il 2022, la Norvegia conta di vendere solamente auto elettriche o ibride plug-in. Un governo uscente di destra che ha molto spinto verso la mobilità sostenibile ma che ora lascia nelle mani della nuova coalizione di centrosinistra (in parte intenzionata a donare una seconda vita al mondo Oil&Gas) una bella gatta da pelare. Si sarebbe infatti generato un buco di ben 19,2 Corone Norvegesi, poco meno di 2 miliardi di euro

Trattandosi praticamente dei precursori dell’elettrico, si trovano tra i primi a dover affrontare un rompicapo di questo tipo. I forti incentivi che hanno spinto la popolazione norvegese a scegliere un’auto alla spina (elettrico o Ibrida Plug-in) hanno di fatto causato una diminuzione delle entrate legate alle tasse sui carburanti. Chi sceglieva infatti di acquistare un’auto elettrica o ibrida non era tenuto a pagare l’Iva, le tasse sull’acquisto, il bollo, i pedaggi (esenzione cancellata dal 2017) e nemmeno i parcheggi. In alcune località è inoltre concesso di utilizzare le corsie stradali riservate solitamente ai mezzi pubblici e ai taxi. In questo modo, portafoglio alla mano, l’auto elettrica costa meno di una endotermica di pari livello e potenza, scoraggiando fortemente l’acquisto di un’auto benzina o diesel. 

La soluzione? 

Risulta impensabile poter correre ai ripari compensando la domanda di auto endotermiche, con il solo 5% delle immatricolazioni nello scorso mese. Anche il Fondo Monetario internazionale FMI ha sollecitato il governo norvegese per colmare questo buco di bilancio. La scelta più sensata sembrerebbe quella che vede diminuire alcune agevolazioni per gli acquirenti di auto elettriche così da ridurre l’esborso delle casse dello stato e varare un nuovo sistema fiscale. Le prime ipotesi parlano di tasse specifiche su vetture plug-in, sulle auto elettriche di seconda mano e sulle elettriche di lusso (in base al prezzo e alla potenza), oltre alla reintroduzione del bollo annuale. 

 

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